Un liberale contro l’aborto

Dopo che il Senato francese ha licenziato l’inserimento del diritto all’aborto tra i diritti dell’uomo e del cittadino riconosciuti dalla Repubblica francese, anche l’Assemblea del Parlamento europeo ha votato l’aggiunta d’una norma analoga nella Carta dei diritti riconosciuti dall’Unione europea. Il secondo probabilmente è solo un auspicio, in quanto una modifica di quel testo può essere apportata solo all’unanimità degli Stati membri e, per fortuna dice colui il quale scrive, alcuni di essi hanno delle restrizioni nelle loro legislazioni interne. Chi scrive, infatti, è un liberale profondamente contrario al riconoscimento della facoltà di sopprimere una vita allo stadio embrionale. Negli anni Settanta del secolo scorso lo scrivente divenne buon conoscente di Pietro Bucalossi. Egli fu allora parlamentare liberale, dopo essere stato esponente socialdemocratico e repubblicano. Aveva cambiato militanza in seguito a fusioni e prese di posizione di quei gruppi annacquanti il loro anticomunismo. Comunque rimase sempre un laicista convinto. Fu anche un oncologo e chirurgo di fama, docente universitario.

Bene, era antiabortista tenace. Infatti, nella pratica chirurgica, gli era capitato di dover praticare qualche aborto e ne era uscito sconvolto. Aveva notato come, anche nei primissimi mesi di gravidanza, il feto si difendesse contro i tentativi di estirparlo sottraendosi ai ferri, ritirandosi sempre più in dietro nell’utero. Dimostrava non solo vitalità, ma anche coscienza e volontà. Insomma, concludeva, un aborto è chiaramente un omicidio! Legittimarlo vuol dire rendere lecita l’uccisione del debole e indifeso. Basterebbe questo a un liberale per considerare il voto del Senato francese e al Parlamento europeo abominio. V’è di più. La contrapposizione sul tema tra laicisti e cattolico-romani è ignoranza crassa. Tommaso d’Aquino è il vertice della teologia cattolica. Ebbene, nel suo pseudo aristotelismo, sosteneva che l’essere umano sussiste solo coll’infusione dell’anima razionale, al settimo mese di gravidanza. Prima non vi sarebbe vita umana e, quindi, l’aborto sarebbe lecito. Peccato che l’esperienza operatoria d’un luminare della medicina, laicista, oggi, lo smentisca.

Aggiornato il 15 aprile 2024 alle ore 13:39