Tempi duri per la casta anche in Pakistan

La PIA, Pakistan International Airlines, è la compagnia aerea di stato del Pakistan. I suoi vertici vengono nominati, e rimossi, dal governo pakistano; il bilancio della compagnia è in grave passivo anche per il numero elevato di impiegati, troppo spesso assunti senza titoli specifici di merito, se non la vicinanza a qualche politico o potente locale. La PIA non brilla neanche per efficienza operativa; i voli partono e arrivano spesso con forti ritardi, sovente causati dall’attesa dell’imbarco tardivo di politici o membri dell’establishment governativo.

In Pakistan, un paese di duecento milioni di abitanti, la classe politica gode di immensi privilegi mentre la maggioranza della popolazione vive in condizioni economiche molto disagiate; forti sono gli squilibri e le diseguaglianze sociali. Ma la musica sta cambiando anche lì e la gente comune inizia a mostrare segni di insofferenza verso la “casta”.

Lunedì scorso, gli oltre 200 passeggeri imbarcatisi a Karachi sull’airbus A310 della PIA, PK 370, che sarebbe dovuto partire alle 19 per Islamabad, dove sarebbe atterrato dopo circa due ore, alle 20.55, sono rimasti a bordo in attesa del decollo per ore. A chi protestava per il ritardo, gli assistenti di volo imbarazzati rispondevano che si trattava di problemi tecnici in via di soluzione. Quando però dopo oltre tre ore dal previsto orario di decollo, si è presentato alla scaletta Rehman Malik, ex ministro degli interni, che gli altri passeggeri hanno riconosciuto anche grazie alle cravatte dai colori sgargianti per cui è famoso, si è scatenato il finimondo; il ritardo era dovuto proprio a lui, Malik, che avrebbe fatto aspettare l’aereo in pista per potersi imbarcare.

I passeggeri gli hanno allora impedito l’accesso a bordo, lanciandogli pesanti insulti e minacciando di ricorrere alle maniere dure se avesse provato ad entrare. “Il Pakistan va male per gente come te” gli hanno urlato alcuni, “ladro sfruttatore come tutti i tuoi pari” hanno continuato altri, “è ora di finirla con questi politici arroganti” ancora altri passeggeri. Al malcapitato ex ministro è allora sembrato più conveniente fare marcia indietro e tornare alla lounge dell’aeroporto, in attesa del volo successivo. Il giorno seguente, quando l’accaduto è diventato di pubblico dominio, anche perché uno dei passeggeri ha postato un video su facebook, Malik ha negato di essere stato lui la causa del ritardo dell’aereo; ha sostenuto di essere arrivato in aeroporto in anticipo rispetto all’orario del volo sul quale era prenotato e il personale della PIA lo ha allora fatto imbarcare sull’aereo per Islamabad, dove c’era qualche posto ancora libero, che aveva fatto ritardo e che sarebbe partito di lì a poco. Ovviamente ha anche accusato gli oppositori politici della scenata a bordo contro di lui, affermando che tra i passeggeri che si sono rivoltati si trovavano esponenti del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf, dell’ex campione di cricket Imran Khan.

Khan ha guidato nelle settimane scorse un sit-in di protesta davanti al Parlamento ad Islamabad chiedendo le dimissioni del primo ministro Nawaz Sharif, capo del partito in cui milita Rehman Malik. Sullo stesso airbus diretto ad Islamabad si trovava anche un altro deputato del partito di Sharif, Ramesh Kumar Vankwani, arrivato però puntuale, anch’egli fischiato e insultato dagli altri passeggeri.

La Pakistan International Airlines non ha rilasciato commenti sull’episodio e si è limitata a confermare il ritardo per generici motivi tecnici e ad aprire un’inchiesta, sospendendo temporaneamente dal servizio i dirigenti aeroportuali responsabili delle operazioni lunedì sera.

C’è da aspettarsi che da ora in poi i politici pakistani arriveranno in tempo agli imbarchi negli aeroporti del paese.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:52