La coalizione ferma  l'avanzata jihadista

La campagna della coalizione contro lo Stato islamico "comincia a ottenere risultati, la sua avanzata in Iraq e in Siria è stata fermata". E' quanto si legge in un comunicato diffuso al termine dalla riunione ministeriale dei 60 Paesi che compongono la coalizione anti-Isis a Bruxelles.

"Le forze irachene e le forze del governo regionale del Kurdistan - prosegue la nota - con il sostegno di raid aerei della coalizione, stanno riguadagnando terreno in Iraq". I componenti della coalizione, che comprende Paesi occidentali e arabi, "hanno ribadito il loro impegno a lavorare insieme su una strategia comune, su diversi fronti e a lungo termine per indebolire e sconfiggere l'Isis". La coalizione insiste su cinque assi nella lotta contro il gruppo jihadista: "migliorare lo sforzo militare, fermare il flusso di combattenti stranieri, tagliare l'accesso al finanziamento, affrontare la questione degli aiuti umanitari e delegittimare l'Isis.

In appena due mesi e mezzo la coalizione ha fatto "progressi significativi" contro l'Isis, sottolinea Kerry, ne "ha fermato lo slancio" e "indebolito le finanze" ma le azioni militari non bastano per "distruggere" l'Isis: "va colpita l' ideologia". "Il loro messaggio di odio - aggiunge il segretario di Stato Usa - è messo in discussione nelle moschee di tutto il mondo".

Per Paolo Gentiloni, ministro italiano degli Esteri, è stato "molto importante" che la riunione dei ministri dei Paesi della coalizione anti-Isis si sia tenuta a Bruxelles. Aver messo "attorno al tavolo presieduto dal (segretario di Stato Usa, John) Kerry 60 paesi dell'area", aggiunge, significa che "in qualche modo questa operazione sta facendo passi avanti" verso l'obiettivo di fermare i jihadisti.

L'offensiva sul campo non si ferma. Anche i caccia iraniani sono impegnati in una campagna di bombardamenti sulle postazioni dell'Isis in Iraq. A confermare i raid aerei iraniani è stato il portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby, dopo che la tv Al Jazeera ha mostrato immagini di F-4 in zona, dello stesso tipo di quelli dell'esercito iraniano. "Abbiamo indicazioni che l'Iran ha condotto attacchi aerei contro l'Isis in Iraq usando jet da combattimento", ha detto Kirby a Abc News. Pare che gli attacchi aerei siano stati condotti nei giorni scorsi contro postazioni dei jihadisti nella provincia di Diyala, nell'est dell'Iraq, al confine con l'Iran. Kirby ha poi precisato che i raid di Teheran sono condotti in maniera indipendente, gestiti dal governo iracheno, e non coordinati con gli Usa.

"Non e' cambiato nulla riguardo alla nostra politica in base alla quale non coordiniamo le nostre attivita' con gli iraniani", ha sottolineato il portavoce del Pentagono. Teheran però non conferma. "Non c'è stato alcun cambiamento nella politica iraniana per fornire supporto e consulenza alle autorità irachene nella lotta contro Daech (acronimo arabo per l'Isis, ndr)". Lo ha detto il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Marzieh Afkham.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:48