Rinegoziare il debito, come farà la Grecia

Cosa succede adesso? Dopo la pedata del voto greco all’Europa tedesca, cosa succederà all’Europa e all’euro? Formalmente voleranno paroloni, nella sostanza si troverà una soluzione condivisa. Chi si pensa prenda mai la responsabilità di un’uscita della Grecia dall’euro o dall’Europa stessa?

Questa Europa dell’austerità folle e del rigore cieco e idiota di Angela Merkel e di Giorgio Napolitano è stanca, non ce la fa più, i danni li ha già fatti e si sente ormai usurata, consunta. Napolitano se l’è svignata e, non pago dei danni già fatti al Paese, ancora “trama” sul suo successore, lungi dal darsi pace, mentre la Merkel “lancia” contro la Grecia, da vero capo/kapò di questa Europa fasulla, minacce e anatemi di Jens Weidmann dalla Bundesbank, percepite, dopo la vittoria di Alexis Tsipras, come guaiti di cui è bene non curarsi, cui non prestare alcuna attenzione.

L’aria cambierà e i primi a beneficiarne, nonostante il verso sbagliato percorso dal governo imbroglio Renzi in Italia, saremo noi. Cosa fare? Aspettare e vedere cosa chiede e contratta la Grecia e sostenere e chiedere la medesima cosa. Ben venga una ricontrattazione del debito o parte di esso, con eventuale compensazione del nostro credito verso la Grecia stessa. Si arriverà infatti ad un sicuro compromesso su un programma che prevede una drastica riduzione del tasso di interesse sul debito della Grecia, probabilmente addirittura il dimezzamento, e un allungamento a data da destinarsi delle scadenze, che so, venti, trent’anni, in attesa, con calma e senza spingere, che l’inflazione lo corroda. Dalla creazione dell’Europa ad oggi, sino cioè allo sprofondo con questa Europa, vige una sorta di resilienza, e tutto continua ad esistere perché già esiste, si protrae in direzioni peggiorative ma prosegue. Gli Stati sovrani non restituiscono mai i debiti, è un refrain fisso della storia. L’unica sarà, per l’Italia, chiedere lo stesso di ciò che verrà contrattato dalla Grecia, anche per recuperare il nostro credito verso quella. Il debito della Grecia è di 330 miliardi di euro circa, di cui l’80 per cento è in mano alla Banca centrale europea, al Fondo monetario e all’Unione europea, e un altro 10 per cento circa fa capo alle banche greche, dunque, con la ristrutturazione che chiederà Tsipras a nome della Grecia, parrà a tutti che non ci siano state perdite, perché nei bilanci delle varie istituzioni europee il debito greco sarà ancora considerato esigibile.

Il voto greco avrà dato un bello scossone all’Europa, ma si “farà quadrato” e oggi non sarà la data della fine dell’euro, le istituzioni europee faranno cioè di tutto per non arrivare oggi alla resa dei conti. Rinegozieranno, ricontratteranno.

Facciamolo anche noi. Ricontrattiamo. I debiti degli Stati, quello della Grecia come quello dell’Italia, non sono rimborsabili e, dopo il fallimento della politica nefasta dell’austerità e del rigore tedeschi, la precedenza è ora data alla sopravvivenza e all’affrancamento dalla fame e dalla miseria delle popolazioni vessate, pagare i debiti viene sicuramente dopo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:58