L’Azerbaigian: donne   e politiche di “Genere”

Intervistiamo la professoressa Hijran Huseynova, presidente del Comitato di Stato per gli affari della famiglia, delle donne e dei bambini della Repubblica dell’Azerbaigian. Nel 2008 Hijran Huseynova ha ricevuto il premio per la pace e l’amicizia consegnato dal Forum Internazionale delle donne. L’Azerbaigian è una Repubblica dichiaratamente laica, il Paese è il più grande del Caucaso sia per superficie sia per popolazione, che ammonta a 9,6 milioni. Per decenni è stato annesso all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il 30 agosto 1991 il Soviet Supremo azero votò una risoluzione per il distacco dall'Unione Sovietica ed il successivo 18 ottobre l’Azerbaigian dichiarò ufficialmente la propria indipendenza. La questione delle donne nella Russia Sovietica si sviluppa, durante i primi anni della rivoluzione, come emancipazione totale della donna dal paternalismo maschilista. Successivamente, con l’avvento dello stalinismo, tale iniziale focolare libertario e femminista viene schiacciato dalla propaganda che pone la famiglia tradizionale al centro della politica sovietica rendendo giuridicamente difficili i divorzi e le separazioni. La donna torna ad essere riconosciuta solo come protagonista del focolare domestico.

Come ha vissuto l’Azerbaigian la storia delle donne e quali sono le condizioni attuali?

Le donne sono sempre state la forza guida dell’umanità in tutti i periodi storici a prescindere dal loro status socio-economico, dalla posizione geografica, dalla razza, la lingua e la religione. L’Azerbaigian ha dimostrato un grande rispetto, un approccio unico nei confronti delle donne e delle loro condizioni sociali nel corso degli ultimi decenni. Il lavoro per l’autodeterminazione nazionale dell’Azerbaigian è stato caratterizzato dall’inserimento in prima linea delle donne di talento. Anche se i diritti delle donne hanno affrontato diverse difficoltà nel corso dei secoli, le donne azere sono state in grado di sviluppare e difendere i loro diritti. Innanzitutto, il crollo di un sistema totalitario e la conquista dell’indipendenza in condizioni di estrema difficoltà, il cambiamento della società e la formazione di nuovi valori, l’aggressione da parte dell’Armenia all’Azerbaigian, l’occupazione del 20 per cento del suo territorio ad opera delle forze militari armene e un milione di azerbaigiani profughi, hanno avuto un grande impatto sullo sviluppo dei diritti delle donne. Il problema non è stato fornire solo promozione e rispetto per le donne ma anche la creazione, la responsabilità e la partecipazione, in diversi modi, della donna alla vita della società civile. Nonostante le innumerevoli problematiche, l’Azerbaigian ha ratificato nel 1995 la Convenzione Un “Cedaw” (Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne) il governo ha creato le condizioni favorevoli alla promozione dell’equilibrio di genere nel mondo del lavoro, della salute, dell’istruzione e della politica economica-sociale. Nel 1998 l’allora presidente dell’Azerbaigian, Heydar Aliyev, ha firmato un decreto “Aumentare il ruolo delle donne e rafforzare la loro protezione sociale” seguito dal decreto sull’“Attuazione delle politiche delle donne” nel 2000. È stato istituto un ente governativo responsabile della politica statuale per la tutela della promozione dei diritti delle donne e la loro emancipazione. Tale risultato è importante per rafforzare il quadro istituzionale riguardante le questioni di genere, migliorando le attuazioni delle convezioni internazionali.

Una bambina che nasce oggi dovrà avere la pazienza di aspettare 81 anni, prima di avere le stesse possibilità di un maschio di diventare amministratore di un’azienda. Per ambire a guidare un Paese, invece, ne dovrà attendere 50. Sono le statistiche allarmanti rivelate da Phumzile Mlambo-Ngcuka, direttrice di UN Women, presentate durante la Giornata mondiale delle donne, e durante la riunione della Commission on the Status of Women. Quali sono le condizioni di parità di accesso ai servizi e alla formazione al lavoro in Azerbaigian?

Nel nostro Paese, la parità di genere è tra le priorità politiche del governo. Il Comitato di stato per gli affari della famiglia, della donna e dei bambini svolge un ruolo di primo piano nel garantire l’integrazione di genere in tutte le politiche e i programmi nazionali del governo hanno rivisto le leggi, i programmi e le politiche per garantire la parità di godimento de parte delle donne ai diritti civili, economici, politici e culturali. Tra le leggi più importanti ricordiamo la legge “sulla parità di genere” del 2006, la “legge contro le violenze domestiche” (2010), la legge sulla “Modifica al codice di famiglia” per alzare l’età consensuale al matrimonio ai 18 anni sia per gli uomini che per le donne (2011) e la modifica del codice penale sul divieto dei matrimoni precoci (2011). Programmi statali speciali sono stati emanati al fine di promuovere l’equilibrio di genere in tutte le direzioni. Il fattore di genere è stato preso in considerazione durante la formulazione delle risorse finanziarie del bilancio. L’assegnazione di risorse del governo a politiche di emancipazione delle donne ha visto incrementare le proprie risorse dai 120 mila dollari del 2009 al milione di dollari del 2015. Un nuovo concetto di sviluppo “Azerbaigian 2020” ha posto le problematiche di genere al centro dell’attenzione del governo. Misure di prevenzione sulla violenza, la creazione di pari opportunità nel mercato del lavoro, la promozione della donna e l’ampliamento delle sue possibilità a ricoprire posizioni di rilievo sono i quadri di riferimento dell’attuale politica statuale. Così, il governo ha dimostrato il suo impegno per rafforzare la sicurezza delle donne, affrontando le cause della disparità di genere attraverso politiche normative finanziarie e accordi istituzionali.

In tutto il mondo, soprattutto in Occidente, si dibatte sull’approccio e la metodologia di “genere” sull’attualità e l’azione politica dei governi. Alla famiglia tradizione si affiancano nuovi rapporti sociali caratterizzati da single con figli, unioni di fatto e coppie omosessuali. Come sta affrontando l’Azerbaigian tale dibattito e quali azioni politiche sono in corso nel paese?

Le donne compongono il 50.2 per cento della popolazione. Esse sono molto attive nell’utilizzo delle opportunità dello Stato nell’ottenimento dell’istruzione e per aumentare il livello professionale, partecipando attivamente ai processi socio-politici. Le donne sono sempre più coinvolte nel processo decisionale con una decisiva presenza nel parlamento. Il numero delle donne elette all’Assemblea Nazionale è aumentato dell’11 per cento alle elezioni del 2005 e del 16% alle elezioni del 2010. Un progresso significativo è stato realizzato nelle elezioni comunali. La rappresentanza delle donne nei comuni è aumentata dal 4% del 2004 al 27% nel 2009 fino al 35% nelle elezioni del 2014. Con l’intenzione di voler aumentare il numero delle donne in politica il presidente azero ha nominato numerose donne alle cariche istituzionali. Ci sono 3 donne viceministro, la vicepresidente della Compagnia petrolifera di Stato è donna e 5 rettori delle Università sono donne. Il numero di donne che lavora nel sistema giudiziario è di 1.153 posti e 84 di loro occupano posizioni di rilievo. Dei nove giudici della Corte Costituzionale, due sono donne e una di loro copre la carica di vicepresidente. Anche nel campo della diplomazia le donne spiccano per la loro presenza. Su 271 diplomatici che lavorano per il ministero degli Esteri, 181 sono donne. Numerose le donne che partecipano attivamente alla società civile affermando la loro presenza in organizzazioni formali ed informali. All’inizio degli anni Novanta in Azerbaigian erano presenti poche Ong con presenza femminile, oggi sono più di duecento le organizzazioni non governative che hanno a che fare con problematiche di genere. Nel 2010-2015, due milioni di dollari sono stati assegnati alle Ong per realizzare 331 progetti. Sono moltissime le donne che partecipano ad attività sindacali. L’altra strada importante per l’emancipazione delle donne è il loro coinvolgimento in attività economiche. Cambiamenti radicali nello sviluppo economico e di transizione verso nuove formulazioni economiche hanno portato ad un significativo ruolo delle donne in campo economico. Lo stato ha introdotto una serie di misure volte a garantire l’occupazione delle donne e a promuovere l’imprenditorialità femminile. Il tasso di povertà tra le donne è sceso dal 49% al 5,9% in seguito alla realizzazione del Programma di Stato sulla “Riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile”. Moltissime sono le donne in campo imprenditoriale coinvolte nell’agricoltura, l’industria tessile, l’arte popolare, l’istruzione, il commercio e i servizi. Lo stato mantiene alta l’attenzione sulla formazione delle imprenditrici all’estero e mantiene alta l’attenzione nell’acquisizione di nuove esperienze. Ora abbiamo donne impegnate nei campi della tecnologia informatica, attività che sono sempre state considerate come sfere d’azione maschile. L’Azerbaigian ha ospitato una serie di conferenze internazionali sulla tutela dei diritti umani e delle donne. Si è svolto in Azerbaigian il Consiglio d’Europa dalla tematica “La parità di genere: colmare il divario e raggiungere l’eguaglianza”. Sempre in Azerbaigian si è svolto nel mese di aprile del 2011 la sessione “Le donne come agenti chiavi del dialogo interculturale”, nell’ambito del Forum mondiale sul dialogo interculturale.

Quali sono le figure storiche di donne e ragazze ricordate dalla storia ufficiale dell’Azerbaigian?

Quando guardiamo alla storia del nostro Paese, analizziamo la storia di donne che hanno partecipato attivamente alla costruzione dello stato e al processo decisionale della società. Tra le celebri donne in Azerbaigian ricordiamo la diplomatica Sara Khatun che agì nel XV secolo. Ancor prima, ricordiamo la poetessa Mekhseti Ganjevi vissuta nel XII secolo. La storia azera dimostra che fin dal Medioevo le donne sono state coinvolte in importanti questioni pubbliche. Anche per quanto riguarda i diritti delle donne in Azerbaigian, già nel 1911 Khadija Alibayova ha iniziato a pubblicare la prima rivista per le donne: “Ishig”, rivista per illuminare le donne sui loro diritti. Un altro periodo illuminante della storia dell’Azerbaigian è stato nel 1918, durante la Repubblica Democratica di Azerbaigian. Nel 1918, per la prima volta viene garantito il diritto alle donne e diviene uno dei primi Stati che compiono un passo concreto verso la democrazia. Vale la pena ricordare il nome della famosa scienziata Zarifa Aliyeva e di Aida Imanguliyeva, rappresentante di studi scientifici e direttore dell’Istituto di Studi Orientali. La First Lady dell’Azerbaigian Mehriban Aliyeva è riconosciuta a livello internazionale nella tutela del patrimonio storico e culturale del Paese, essendo anche ambasciatrice presso l’Unesco, presidente della Fondazione Heydar Aliyev e presidente dell’Azerbaijan Cultural Friends Foundation. La sua voce si sente spesso dalle tribune dell’Unesco e di altri sedi internazionali ed è sempre stata una chiamata alla pace e alla protezione dei deboli.

Sul piano della formazione e dell’istruzione come è affrontata la sessualità all’interno delle scuole pubbliche del Paese in rapporto alla storia delle donne e alla storia di genere?

Nel rispondere alle sfide di oggi vogliamo vedere le donne azere istruite, senza differenze tra zone centrali e rurali. Il governo si sforza di costruire il capitale umano e la capacità delle donne e la loro posizione come agenti del cambiamento. Il governo dà la priorità alla fornitura di servizi di istruzione di alta qualità per la popolazione femminile. Le riforme toccano anche la preparazione di nuovi programmi di studio e per la formazione degli insegnati. La prospettiva di genere è stata integrata nel processo di riforma. Studi di genere sono stati integrati nelle scuole e nel curricula dell’Università. Su un totale di 42 istituti superiori in Azerbaigian, gli studi di genere sono stati inseriti nei curricula di quattro scuole statali e di due università, con la creazione di librerie di letteratura di genere e centri studi. Sono stati condotti dei corsi di aggiornamento per la sensibilizzazione dei professori universitari e per gli insegnanti sul problema della parità di genere. A partire dal 2011, come dai programmi del ministero della Pubblica istruzione, per gli studenti di età tra 13 e i 16 anni si è previsto approfondimenti sulla sessualità. Più di 4000 scuole nel Paese sono state aggiornate con corsi di formazioni particolari sulla sessualità.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:10