La Germania lucra, l’Italia perde

Nei giorni scorsi la leader del governo tedesco Angela Merkel, con pragmatismo economico, non solo è andata in Russia da Vladimir Putin riconoscendo gli errori del passato tedesco, ma, fiondandosi il giorno dopo la sfilata russa, ha detto chiaro e forte “che la Germania sta lavorando con la Russia, non contro la Russia” . “La Germania porta la responsabilità per aver scatenato la guerra. Ci ricorderemo sempre di ciò, come pure del ruolo decisivo dell’Armata rossa nella liberazione della Germania”.

Perché l’avrà fatto? Per commerciare con la Russia. Per mantenere il canale preferenziale tra sè e il presidente russo, il quale ha infatti detto che “noi e la Germania siamo uniti nella nostra valutazione degli eventi e nelle lezioni storiche da ricavarne”, esprimendo alla cancelliera tedesca il proprio ringraziamento “per le sincere parole di dolore per i crimini della Germania nazista e per il rispetto verso i cittadini del nostro Paese”. La Merkel è andata da Putin perché la Germania possa continuare a commerciare con la Russia, ciò al fine di avvantaggiare, oggi, in questo momento, il proprio Paese, nonostante ed alla faccia delle sanzioni che ha contribuito a far mettere da questa Europa errata contro la Russia. E mentre la Merkel si è assicurata i rubli russi, l’Italia perde 5 miliardi in termini di mancati affari economici delle nostre imprese. Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, si nasconde facendo rimanere l’Italia in panchina. Non è un caso che quando un governo non è eletto dagli italiani ci si ritrovi ricolmi di soggetti inadatti, e per questa ragione anche incapaci e inutili. Per quanto tempo il Paese dovrà tenersi questo terzo governo Renzi (dopo Monti e Letta) di sinistra e non eletto?

C’è poi la “sòla”, come dicono a Roma, di Federica Mogherini, alto commissario d’Europa, imposta da Renzi sine titulo ma in quanto moglie di un amico del Walter Veltroni con pensione da una vita a carico e spese di noi italiani tutti. Prima inutilmente al ministero degli Esteri in Italia, oggi si è fatta scatenare contro la rivolta dell’intera Europa che le ha gridato addosso che l’Italia deve tenersi tutti i profughi, immigrati clandestini e terroristi islamici che siano. Dopo aver detto che “non verrà rimandato indietro nessuno dei migranti”, incurante del fatto che l’Onu non avrebbe mai dato alcun via libera stante la contrarietà del blocco russo cinese, l’Europa dei posti esosamente retribuiti in cambio del nulla le ha comunicato di essere ferocemente avversa alla redistribuzione degli immigrati tra gli Stati membri, precisamente l’Est Europa e i Paesi baltici non hanno alcuna intenzione di accogliere alcunché. Si ricordi che la situazione migratoria consta di un flusso di arrivi in Italia ininterrotto e in costante aumento, e che la Libia avverte da tempo con urgenza che i terroristi dell’Isis sono e si confondono tra gli immigrati clandestini.

Mentre l’Italia dunque non è sostanzialmente governata e rimane in balìa di profittarori politici non eletti di sinistra, i cosiddetti leader europei stanno dunque procedendo nel senso del noto principio di realpolitik del “salvare il salvabile”. La Germania, con la propria politica estera, sta salvando se stessa e i propri commerci, dopo avere imposto austerità distruttiva a tutti gli altri Paesi che erano produttivi ed oggi si trovano nelle pesti, anche per l’imposizione delle errate sanzioni contro la Russia. L’Italia non esiste internazionalmente e non ha alcun idea o progetto avendo paura di esistere e contare avendo avallato l’imposizione antidemocratica al suo interno. Riguardo all’immigrazione clandestina, la Russia avrebbe potuto essere un valido alleato contro il radicalismo islamico, ma essendosi questa Europa errata messa contro e non riuscendo a raccogliere nemmeno le briciole, rimane oggi in balìa del peggio.

L’Italia deve dotarsi di Governo e Parlamento eletti, l’eletto deve essere legato all’elettore, cioè gli italiani devono eleggere i propri rappresentanti, nessun capolista o rappresentante bloccato ex ante. Tra l’espressione del voto e la rappresentatività dell’eletto ci deve essere la realtà, ovvero le necessità e le esigenze di una collettività chiamata cittadinanza. In Europa, il rappresentante espressione della realtà italiana correrà a ricontrattarla, ricostruirla alla luce di ciò che è reale. Nascondersi e fare finta di non vedere non serve perché sarà la realtà a schiantarsi contro questa Europa, a cominciare dai numerosi referendum in vista sulla sua stessa esistenza.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:06