Governo politico europeo per i Paesi interessati

Qualcosa si muove in Europa. Dopo il caso greco e non solo, si comincia a pensare dove andare a parare e soprattutto dove riparare. In questi giorni sono state formulate alcune proposte di ricostruzione e rimodulazione europea. La prima, di provenienza francese di Hollande, riguarda la costituzione di un governo e una governance ristretta ai Paesi dell’Eurozona, quelli che in pratica se la sentono e ci “stanno”.

L’idea ruota intorno a un nucleo centrale costituito specificamente da Italia, Germania, Francia e Belgio da estendere a chi, tra i Paesi dell’Eurozona, voglia farne parte mettendo in comune anche risorse da destinare agli investimenti. Idea già esistita, risalente al 1974, scartata e non seguita allora per fare posto a un consesso più ampio quale si è via via raggiunto con l’Unione economica e monetaria. Si ricordi inoltre che la Costituzione europea non ha ricevuto l’avallo proprio dalla Francia seguita a giro dall’Olanda, quando era presidente proprio Giscard d‘Estaing.

L’altra idea prevede, per evitare l’effetto domino possibile del caso greco, che l'Europa regoli le crisi finanziarie al suo interno analogamente a quanto stabilito dal Capitolo 9 del codice fallimentare statunitense. Con tale disciplina negli Stati Uniti sono stati fatti rientrare centinaia di casi di dissesti finanziari e di insolvenze successivamente alle crisi del 2008, con il contenimento degli effetti e la prevenzione della diffusione. Tale disciplina ha quale presupposto la sub sovranità delle varie entità all’organizzazione sovrana, vale a dire, per l’Europa, cessione di sovranità da parte degli Stati membri all'Unione. Si tratta di una sorta di piano concordato del fallimento atto ad evitare la bancarotta tramite la ristrutturazione concordata, cooperativa tra l’entità e l’ organizzazione sovrana. L’applicazione del suddetto Capitolo alla gestione delle crisi debitorie dell’Eurozona a partire dalla Grecia, potrebbe contenere le deflagrazioni e gli effetti politici avversi quali sono Tsipras per la Grecia, e saranno Podemos per la Spagna, la Le Pen per la Francia e la Lega e il Movimento cinque stelle in Italia. Presupposto dell’applicazione di una disciplina siffatta rimane l’Unione politica di Paesi membri dell’Eurozona, parti di un‘Unione politica dotata di sovranità.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:02