Tunisia, l’ennesimo   attentato jihadista

L’altra sera, un non ancora identificato jihadista terrorista, si è fatto saltare in aria mentre si era intrufolato su un bus della Guardia presidenziale tunisina. L’attentato ha causato la morte di 12 guardie della presidenza e più di 20 feriti, generando un trauma interno che è andato bel al di là del concepibile, proprio perché l’atto terroristico è andato a colpire l’istituzione per eccellenza del nuovo corso democratico di questa nazione.

Nonostante il forte contraccolpo subito, la Tunisia deve avere la forza di ritrovare se stessa e il suo popolo. Un solo segnale forte di risposta, irreversibile: a cominciare da quegli ignobili e inumani di Kasserine, che la settimana scorsa hanno decapitato un pastorello di 16 anni.

Non c’è altra strada che l’eliminazione materiale senza pietà di questi elementi (non trovo un sostantivo lecito per questi escrementi, senza raziocinio alcuno)! Lo stato di emergenza annunciato per un mese e il coprifuoco dalle 21 di sera alle 5 del mattino (sino alla fine di novembre) non basta! Il sangue dei giovani tunisini versato in questi giorni si va a sommare agli efferati delitti avvenuti negli ultimi quattro anni del dopo-Rivoluzione; non ultimi, purtroppo, i ben più noti soprattutto in Europa della spiaggia di Sousse e del Museo Bardo di Tunisi! Basta, è ora di colpire duro e senza alcuna compassione, anche perché esistono chiari dubbi sul mandante di questo tipo di terrorismo.

Quello che mi lascia più perplesso, infatti, è che queste azioni jihadiste sono avvenute in maniera crescente negli ultimi anni e sempre con maggiore efferatezza. Ora che l’Europa mostra chiari segni di penetrazione della Jihad, anche la Tunisia ne risente, sentendosi maggiormente minacciata. Al punto tale da poter ipotizzare che il male di cui si tratta è addirittura entrato e cresciuto all’interno stesso delle istituzioni dello Stato! Qualcuno ha detto che siamo entrati nella Terza guerra mondiale. Ma per fare la guerra ci vuole un nemico da combattere. Molti di voi diranno: l’Isis, imbecille! Io invece continuo a chiedermi chi, anzi “CHI”, ha generato questa malvagia cultura che è dietro lo Stato islamico e la pletora di movimenti e gruppuscoli vari del terrorismo islamico! Fino a quando non riusciremo ad eliminare qualsiasi traccia di questa efferata ideologia (o teologia!), tutto continuerà a manifestarsi anche in futuro così come è già emerso in passato! Leggi: Yousefiti del tempo di Bourghiba o Fratelli Musulmani di Sadat e di oggi, algerini del Gia, gli Shaid della guerra Iran-Iraq, Al Qaeda, talebani, Al-Shabaab, ecc. ecc..

Quindi, lasciatemi dire all’intero mondo Mediterraneo (eh sì, perché per chi ancora non lo avesse notato è da sempre che in questa parte del mondo cova il male della “guerra”): non vi impressionate troppo per quanto sta accadendo! Siamo solo agli inizi di una non ben definita guerra contro un nemico che è solo la facciata di un mostro teocratico dai contorni da noi assolutamente non ben conosciuti. Potrebbero essere l’Arabia Saudita e Iran, ma il processo per ben identificare il vero nemico da scoprire è lungo.

Presto, mi auguro, che il vero confronto (spero, dunque, non scontro!) culturale (responsabili politici europei, dove siete?) esca fuori. Un confronto che più passa il tempo e più matura in tutta la sua interezza: la società dei Doveri (l’Islam) contro quella dei Diritti (l’Occidente)!

Sì, c’è ancora tanto da fare! E solo gli uomini di buona volontà e d’intelletto agente (quello così ben definito dal teologo musulmano Averroè nel lontano 1100 d.C.) saranno capaci di poterlo affrontare. Sempre se Dio lo vorrà, Inshallah!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:59