Gli Stati democratici a bassa temperatura

Imbacuccare le antiche statue romane ai Musei Capitolini mette in evidenza molte cose: lo stato d’animo dei paesi democratici occidentali, la connivenza sostanziale dei mass media occidentali con il potere e la pretesa, soddisfatta, della dittatura teocratica al potere in Iran. Mentre si stringe la mano dell’uomo di un regime che è campione assoluto della violazione dei diritti umani e recordman di impiccagioni, la massima carica dello Stato di un paese libero e democratico non apre bocca sui Diritti umani e il Presidente del Consiglio dichiara laconico di essere distante sulla materia. Vista la circostanza viene da pensare che l’italiano vorrebbe raggiungere l’iraniano.

Infagottare le statuate da parte di un governo che comunque porta l’etichetta di “sinistra” vuole dire che questa sinistra ha sepolto e obliato, per sempre, i valori delle libertà. Pare che per questi la “dignità” non sia mai esistita. Gli attuali latori della “sinistra” hanno saltato a piè pari il socialismo, il liberalismo e il capitalismo e si sono posizionati in un cantuccio stretto del più sfrenato liberismo e col bullismo pretendono la resa incondizionata dei superstiti. I sedicenti eredi della sinistra hanno sputato sui valori egualitari e prestano il fianco ad una economia del tutto truccata e corrotta che corrode la vita di milioni di persone in ogni parte del mondo. Questi non soltanto non sanno più distinguere il male dal bene, il guaio è che non si pongono neanche il problema. Questa gente ha l’intenzione di asfaltare tutto ciò che ostacola il loro arrivismo. In Germania il vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel scalpita per la voglia di stendere il tappeto rosso a Rouhani. Lo seda un poco la democristiana cancelliera Angela Merkel, suggerendo che non è il caso di tuffarsi! I governi democratici in Occidente da decenni esaudiscono ogni desiderio della sanguinaria dittatura teocratica al potere in Iran. Su questa strada i mass media tutto sommato vanno a braccetto con il potere politico e soprattutto con il potere vero, quello invisibile. C’è un silenzio quasi totale sull’opposizione al regime dispotico dell’Iran. Sui diritti umani s’arriva ad un cenno sporadico, e si dà la colpa alla parte cattiva del regime, salvando la parte buona e quindi tutto il sistema. I governi occidentali mettono il Movimento della resistenza iraniana nella lista dei gruppi terroristici e i loro mass media li negano e li ignorano, quando non si scagliano contro. I governi occidentali perseguono e bombardano i dissidenti iraniani e i loro mass media fanno finta che non esistono. Nel gioco dei “moderati” contro gli “oltranzisti” i governi occidentali e i loro mass media passano dalla Realpolitik alla “politica reale”. L’Occidente, evidentemente, non è solo questo; l’indice della fiducia di cui godono i suoi politici e giornalisti parla chiaro.

Da molti anni l’Occidente fa quel che gli chiede il regime dei mullà; le varie Emma, Stefania, Federica e Debora con quel ridicolo pezzo di stoffa, obbligatorio, sulla testa non sono forse il preludio dell’incartamento delle opere d’arte in Italia? Centinaia di donne iraniane annientate per non aver accettato il velo obbligatorio non rimordono la loro coscienza? Gli affari sono affari, meglio ancora se ammantati di buoni propositi! Donne che si danno fuoco nella pubblica piazza in Iran perché non possono più sopportare la prepotenza di un regime misogino, evidentemente, contano assai meno degli affari, maledetti affari. La dignità di un Paese è stata stuprata; lo zelo e la cupidigia consentono ai governanti occidentali di capirlo? Decine di donne e uomini iraniani hanno perso la vita per contrastare il regime che li vuole opprimere con la prepotenza. C’è qualcuno in Occidente con il lume della ragione che è ancora in grado di capirlo? Forse il protagonista principale dei Promessi Sposi è davvero Don Abbondio e i politici dei nostri tempi sono i sui degni epigoni.

Sotto gli occhi del mondo s’è palesato un fatto estremante grave. Il regime dittatoriale iraniano è molto più in sintonia con i governi occidentali che con il suo popolo. E la sopravvivenza del regime, alquanto marcio e fragile, dipende solamente dalla nuda violenza e dalla maledetta politica di appeasement dei governi occidentali.

Naturalmente la “colpa” di imbacuccare le statue ricadrà, semmai, sui funzionari di terza fila. Il capo del Governo e il ministro della Cultura non ne sapevano niente. Quando in Iran negli anni Novanta vennero alla luce gli assassini di centinaia di noti intellettuali e dissidenti, il regime “processò” alcuni elementi di quarta fila, e alla fine nessuno ha pagato. Chissà se l’affinità elettiva dei governi non suggerisca lo stesso procedimento.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:01