Tunisia:trampolino Isis  verso la Roma cristiana

L’altra notte, una trentina di jihadisti tunisini di Daëch sono penetrati dalla Libia in Tunisia, attraverso il confine di Ben Garden, con camionette e armi pesanti, con l’intento di impossessarsi del posto di controllo e del villaggio di confine. Per più di quattro ore ci sono stati scontri a fuoco tra Esercito tunisino e jihadisti. Secondo le prime informazioni un gruppo di sette pick up ha sfondato gli sbarramenti di confine e i jihadisti di Daëch hanno aperto il fuoco sulle forze della polizia di frontiera tunisina. Il totale delle vittime dei violenti scontri che ne sono seguiti è tredici civili, purtroppo caduti sotto il fuoco jihadista, tre della Guardia Nazionale e due doganieri. Da parte terrorista sono 21 i jihadisti uccisi, mentre sei ne sono stati catturati e sono ancora in corso le ricerche a tappeto per intercettare ancora quattro o cinque Jihadisti sfuggiti all’accerchiamento. La radio nazionale dalle sei di ieri mattina ha chiesto ai tunisini di rimanere nelle proprie case e di non “intralciare” le operazioni difensive dell’esercito. A Djerba, isola a trenta chilometri dal confine libico, un jihadista si è fatto esplodere nelle vicinanze della sinagoga ebraica di El Ghriba, la più antica del nord Mediterraneo, le cui prime origini risalgono al 586 a.C., fortunatamente senza danni ne vittime.

Si tratta sicuramente di un tentativo di “ritorno a casa” della jihad tunisina. Più di 8mila tunisini, infatti, hanno sposato la causa del Califfato e sono tuttora parte in Libia, poco più di tremila, e altri in Siria e in Iraq. La Tunisia è la seconda nazione, dopo l’Arabia Saudita, come partecipazione alla Jihad del Califfato di al-Baghdadi.

L’Isil preme sempre più sulla Tunisia, sia per la larga partecipazione di consanguinei che sperano in questo modo di poter rientrare a casa loro, ma soprattutto perché la Tunisia rientra con la massima priorità nella strategia di avvicinamento del Califfato alla capitale del Cristianesimo: Roma! Anche secondo il credo islamico, infatti, il giorno della Resurrezione “Gesù” (così è scritto!) apparirà nel posto indicato come la capitale dei credenti”. Per stupida quanto non facilmente comprensibile allegoria, l’Islam deviato di Daëch intende, dunque, conquistare Roma allo scopo di poter effettivamente divenire il “popolo” dovrà apparire Gesù Risorto.

Dopo quanto si è consumato in Libia, con i due cooperanti italiani barbaramente trucidati da Daëch e l’anomalo comportamento delle forze islamiste di Tripoli per la “liberazione” degli altri due compatrioti, e l’incursione di Daëch dell’altra notte in Tunisia, l’Italia di Renzi farebbe bene a rivedere il proprio atteggiamento nei confronti di quanto sta drammaticamente continuando ad avvenire tutto intorno. Non è certo con un intervento armato in Libia contro Daëch che il problema dell’Islam deviato potrà essere risolto, bensì forse seguendo la strada suggerita dal popolo tunisino post-Rivoluzione. Cercando, dunque, di aprirsi al dialogo interculturale, già in atto in Tunisia, tra la maggioranza dei musulmani “modernisti” e i rappresentanti dell’ortodossia islamica che, nelle sue più variegate manifestazioni (dai Fratelli Musulmani, egiziani e libici, a Daëch, Al Nousra, Al Qaeda Maghreb - Yemen, etc.), che fa indubbiamente capo alla più perversa ortodossia fondamentalista dell’Arabia Saudita.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:06