Sguardo all’Islanda,   l’intervista a Novello

Uno dei luoghi terrestri che da sempre suscita fantasia e incanto è l’Islanda. I rapporti tra Italia ed Islanda sono sempre stati ottimi, anche se i contatti bilaterali a livello politico e governativo sono stati poco frequenti. Per l’Italia, l’Islanda rappresenta un partner di interesse, per il rispetto e l’influenza, superiori alla sua taglia geografica e demografica, di cui essa gode nell’ambito di varie organizzazioni internazionali. Questo piccolo Paese, che ha dato prova di notevoli capacità nel mantenere una sua spiccata individualità nel campo delle relazioni internazionali, transatlantiche ed europee, ha inoltre in anni recenti investito all’estero rilevanti risorse finanziarie. Tentiamo di comprendere al meglio quest’angolo incantevole di mondo con Giorgio Novello, ambasciatore italiano in Norvegia e Islanda.

Oltre l’85 per cento dei consumi energetici del Paese è coperto da fonti rinnovabili. La capacità di produzione implementata è pari soltanto ad un terzo dell’effettivo potenziale energetico dell’Islanda. Quali suggerimenti ed esempi può l’Islanda dare all’Europa e all’Italia?

Gli unici Paesi europei con una forte presenza attiva di vulcani sono l’Italia e l’Islanda e l’energia geotermica è un fattore di comunanza tra i due stati. L’Italia e l’Islanda sono Paesi di assoluta rilevanza nella produzione dell’energia geotermica. In Islanda oltre il 90 per cento dell’energia elettrica è generata da fonti rinnovabile, con il geotermico che rappresenta circa il 25 per cento di tale capacità produttiva e quasi il 90 per cento dell’energia per il riscaldamento delle abitazioni. Per gli Islandesi l’Italia rappresenta un punto di riferimento nella metodologia di produzione dell’energia geotermica. Tale collaborazione è evidente dalla nascita dell’Alleanza per la Geotermia di cui l’Italia è componente. Tale Alleanza si propone di fornire alle economie emergenti un’alternativa a basso impatto ambientale rispetto alle centrali a carbone. La Global Geothermal Alliance, lanciata a margine dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite a Parigi, punta ad un aumento della produzione di energia elettrica geotermica e a triplicare il tasso di riscaldamento abitativo di derivazione geotermica entro il 2030. Il lancio dell’Alleanza è avvenuto nel contesto dell’azione Energy Day a Cop 21, nel 2015, con la presenza dell’ex presidente islandese Ólafur Ragnar Grímsson.

Come riconosciuto dall’opinione pubblica europea, e non, l’Islanda dimostra essere un Paese che dedica molta attenzione all’ambiente. Cosa possiamo aggiungere?

La storia contemporanea dell’Islanda è stata caratterizzata da tre fasi di sviluppo: pesca, finanza e, infine, turismo. Dopo il crollo del sistema finanziario, la crisi islandese del 2008-2011 è stata la più grande crisi politica ed economica dell’Islanda che coinvolse il crollo di tutte e tre le più grandi banche del Paese a seguito della difficoltà nel rifinanziamento del loro debito a breve termine. Relativamente alla grandezza della loro economia, il crollo delle banche islandesi è stato il più pesante mai sopportato da un singolo Paese nella storia economica. Oggi, a non molti anni di distanza, il quadro è radicalmente mutato. L’Islanda ha puntato molto ed è molto attenta al turismo (attira oltre un milione di turisti all’anno, tra i quali decine di migliaia di italiani), più in particolare al turismo sostenibile e quindi all’ambiente. Anche in quest’ultimo settore è auspicabile una collaborazione con l’Italia: basti pensare che in Islanda, sia per condizioni climatiche che per il disboscamento degli anni passati, vi sono pochissimi alberi al di fuori della capitale e le istituzioni stanno procedendo alla realizzazione di programmi di riforestazione a cui l’Italia potrebbe dare un contributo, oltre, non dimentichiamo, l’intensa collaborazione nei settori della geotermia e della vulcanologia. A tal proposito è doveroso ricordare che è italiana la responsabile del sistema di monitoraggio dei vulcani islandesi e che la collaborazione tra Italia e Islanda, in tale settore scientifico, è molto intensa. Per quanto riguarda la pesca, in Islanda la vocazione marittima è molto sviluppata e in ciò possiamo ritrovare un’analogia con l’Italia.

In Islanda è presente una piccola comunità italiana e le iniziative culturali sono innumerevoli. Cosa può dirci a riguardo?

In Islanda vivono alcune centinaia di connazionali, ottimamente inseriti, ai quali anno aggiunti naturalmente le decine di migliaia di turisti soprattutto nel periodo estivo. L’Ambasciata si mantiene in costante raccordo con la nostra comunità e nella zona di Reykjavík opera ottimamente il nostro Console Generale onorario Petur Björnsson. Ci sono un centinaio di studenti di italiano in Islanda e due professori di Italiano sono presenti nella principale Università islandese. Il primo violinista dell’orchestra islandese è l’italiano Bernardo Lolli. Gli italiani sull’isola dal 1996 hanno una loro associazione denominata “Associazione Italiana d’Islanda”, che opera insieme al Lettorato ministeriale presso l’Università d’Islanda e all’Associazione dei Docenti d’Italiano in Islanda nella promozione della lingua e cultura italiana. L’Ambasciata ha svolto numerose iniziative sull’isola, come la mostra fotografica sulla cartografia italiana con una sessione dedicata ai fratelli Zeno, i navigatori veneziani del XIV secolo impegnati nell’esplorazione dell’Atlantico del nord e dei mari artici. Sempre in collaborazione con l’Ambasciata vi è stata la mostra “Le Luci del Nord”, presso la città di Akureyri, una mostra di gioielli (vere e proprie micro-sculture) delle artiste Patrizia Fratta e Teresa Arslan, coordinata da Ada Grilli ed attualmente ad Oslo. Tra gli esponenti della cultura contemporanea in Islanda ritroviamo Baldur Ragnarsson, scrittore ed esperantista, membro della Akademio de Esperanto dal 1979 e redattore di “Norda Prismo”. Baldur ha ricevuto nel 1964 un importante riconoscimento per la produzione originale in Esperanto ed è stato candidato al Nobel per la letteratura. Tra i suoi lavori ritroviamo la traduzione in Esperanto di molti componimenti di Leopardi. La letteratura è del resto una specialità islandese, dai tempi di Snorri Sturluson, scrittore e politico, autore dell’”Edda in prosa” e vissuto poco prima di Dante, fino al premio Nobel del 1955 Hallador Laxness.

Che rapporti economici ci sono con l’Italia e quali sono le ultime novità politiche in Islanda?

In Islanda, il 29 ottobre vi sono state le elezioni parlamentari in cui sono stati assegnati i 63 seggi dell’Althing, il parlamento islandese. Dei deputati eletti, 30 sono donne, un record. La campagna elettorale è stata caratterizzata da un vivace dibattito politico e una profonda partecipazione dei cittadini, segno di una vita democratica profondamente attiva. L’Islanda è membro della Nato, fa parte dello Spazio Economico Europeo e dell’Area Schengen ed è membro del Consiglio Artico, cui l’Italia partecipa come osservatore. Inoltre l’ex presidente islandese Ólafur Ragnar Grímsson ha lanciato l’organizzazione “Arctic Circle”, la più grande rete di dialogo internazionale e di cooperazione sul futuro della regione artica. Si tratta di una piattaforma democratica, aperta alla partecipazione di governi, organizzazioni non governative, aziende, università, gruppi di riflessione, associazioni ambientaliste, comunità indigene e cittadini interessati allo sviluppo dell’Artico e alle sue conseguenze per il futuro del globo. Ai lavori dell’Arctic Circle del 2014 ho guidato una serie di personalità italiane delle istituzioni e delle imprese durante lo svolgerli dei lavori. Inoltre, nel giugno luglio 2013, l’aviazione italiana ha assicurato la protezione dello spazio aereo islandese con l’operazione “Cieli ghiacciati”, nell’ambito della missione Nato di air policing dei cieli islandesi, mentre l’Islanda ha inviato per sei mesi una nave della Guardia costiera per monitorare le coste italiane e svolgere missioni di salvataggio nel Mediterraneo. L’interscambio economico tra Italia e Islanda è di un centinaio di milioni di euro all’anno, di cui la maggior parte è caratterizzato da esportazioni italiane. Esportiamo macchinari e importiamo pesce, soprattutto merluzzo e sgombro. In Islanda sono presenti imprese italiane, una delle quali ha costruito la più grande diga dell’isola e altre imprese che lavorano l’alluminio utilizzando l’energia geotermica locale, con beneficio per l’ambiente e per i costi di produzione.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:03