Times: accordo segreto tra Ue e Regno Unito, 50 miliardi per la Brexit

Un accordo segreto sarebbe all’orizzonte fra il governo di Theresa May e Bruxelles per chiudere la pratica del conto di “divorzio” della Gran Bretagna dall’Ue, a dispetto dell’apparente muro contro muro delle ultime dichiarazioni ufficiali a margine dei negoziati sulla Brexit. A sostenerlo, in assenza per ora di riscontri, è il Sunday Times, stando al quale la cifra di “compromesso” che Londra sarebbe alla fine disponibile ad accettare è indicata in alcuni memo in 50 miliardi di sterline, ma l’annuncio non verrà dato prima della Conferenza annuale del Partito conservatore della premier: appuntamento congressuale fissato per ottobre. Lo stesso giornale osserva del resto come il sospetto di manovre sotterranee rischi di aggravare la caduta libera di popolarità della leader Tory e di moltiplicare i malumori contro di lei in seno al suo medesimo partito. .

Downing Street nega decisamente queste indiscrezioni di stampa. Secondo la posizione ufficiale del governo di Theresa May, le distanze con l’Unione su questo cruciale punto di partenza del negoziato per la Brexit restano per ora molto marcate e la Gran Bretagna si attiene a un calcolo dei suoi “obblighi legali” verso i partner europei da cui si appresta a separarsi ben lontano dalle decine e decine di miliardi di cui si parla a Bruxelles.

Intanto le ultime rilevazioni statistiche danno il consenso Tory in calo al 38% e il Labour a trazione socialista di Jeremy Corbyn addirittura al 43%, verso il massimo storico. Non solo. Corbyn sopravanza ormai la May anche sul piano personale, come figura “più credibile” per Downing Street, mentre ben il 70% dei britannici non vuole rivedere lady Theresa candidata alla premiership al prossimo appuntamento con le urne. Come se non bastasse, un terzo degli elettori conservatori ritiene fin da oggi che il partito avrebbe più speranze con un altro leader: le alternative preferite sono nell’ordine Boris Johnson, l’emergente “falco”euroscettico Jacob Rees-Mogg e il “moderato” Philip Hammond. Il Telegraph riferisce intanto di una specie di ultimatum lanciato dalla premier e dai suoi ai deputati della fronda interna “eurofila”, ammoniti ad allinearsi sulla Brexit pena l’accusa di voler a passare la mano a Corbyn. Mentre l’Observer parla di reazioni “furiose” e - citando un “ex ministro” - ipotizza una sfida imminente dei “ribelli” alla leadership Tory della May.

Aggiornato il 04 settembre 2017 alle ore 12:15