Bannon vola a Pechino, Cina cerca asse con Trump

Prove di dialogo tra Washington e Pechino, in attesa che Donald Trump sbarchi nella capitale cinese per l’atteso vertice con Xi Jinping. Un incontro finora rimasto segreto si è svolto tra Steve Bannon, il controverso ex capo stratega del tycoon, e il potentissimo Wang Qishan, lo “zar” della campagna anti-corruzione avviata dal presidente Xi. Novanta minuti di colloquio per capirsi meglio, per provare a trovare un canale di comunicazione diretta che riavvicini i due giganti mondiali. Colossi condannati ad avere un rapporto di collaborazione che spazia dalla crisi della Corea del Nord al tema del commercio e del debito pubblico americano, in buona parte in mano ai cinesi. È il Financial Times a svelare il faccia a faccia avvenuto il mese scorso. Tutto sembrerebbe nato per caso. Bannon è stato contattato in occasione di un suo discorso ad Hong Kong sui temi del nazionalismo economico e i movimenti populisti: Wang, impegnato nella sua crociata anti-corruzione, era interessato ad approfondire di persona l’argomento.

Ma l’aver invitato nel quartier generale del partito comunista cinese il consigliere di Trump più ostile verso la Cina (Bannon sostiene che l’America è in guerra economica con la Cina) la dice lunga sulla volontà di Pechino di provare a rilanciare il G2, quell’asse che nell’era Obama si era rafforzato come non mai negli ultimi decenni. Con Trump alla Casa Bianca, invece, tutto è diventato più difficile, con Pechino che fatica a gestire i rapporti con l’imprevedibile presidente americano e a trovare l’interlocutore giusto nell’entourage del presidente americano. Prima sembrava si potesse contare su Jared Kushner, genero del tycoon, l’uomo destinato a tessere la tela con Pechino.

Un ruolo che però ultimamente si è indebolito. Come indebolita appare la posizione di Rex Tillerson, il segretario di stato impegnato soprattutto nella crisi della Corea del Nord. Anche il segretario al commercio Wilbur Ross rischia di perdere credito agli occhi delle autorità cinesi, dopo aver provato nel luglio scorso - e senza successo - a convincere Trump su un testo di accordo per ridurre la sovrapproduzione di acciaio cinese. Testo concordato con il vicepremier Wang Yang. Ross sarà di nuovo a Pechino nei prossimi giorni, per preparare la visita di Trump che dovrebbe avvenire in novembre. Ma a sorpresa potrebbe essere proprio Bannon la chiave di volta per rilanciare le relazioni tra i due Paesi e ricostituire un asse che sembrava essersi inclinato con l’arrivo del tycoon nello Studio Ovale.

Aggiornato il 22 settembre 2017 alle ore 21:52