L’inascoltata tragedia in Crimea

Cosa accade in Crimea oggi? Le istituzioni ucraine nel nostro Paese continuano a fornire dati e documentazione inerenti la sistematica violazione dei diritti civili e politici da parte dei paramilitari filorussi nei territori ucraini sotto occupazione. Una guerra silenziosa, alle porte dell’Europa, in Crimea contro il popolo ucraino e contro uno stato sovrano. Detenzioni arbitrarie, torture, esecuzioni sommarie, processi sommari, sequestri di civili e militari, abusi di ogni genere.

È questa la Crimea occupata dalla Russia e descritta dal report pubblicato il 25 settembre dall’Ufficio dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite (OHCHR). L’Alto Commissariato delle Nazione Unite richiama l’attenzione mondiale su tutti gli abusi perpetrati in Crimea, e muove pesanti accuse contro la Russia. L’area, sotto occupazione russa, è diventata una zona di “gravi e molteplici” violazioni dei diritti umani. Sono decine di migliaia le persone cui è stata imposta la cittadinanza russa dal marzo 2014. Azioni criminali vere e proprie sono commesse dagli usurpatori contro i tatari di Crimea, i cittadini ucraini o coloro che, in generale, agiscono con coraggio contro l’occupazione russa che vengono incarcerati, rapiti, assassinati. In tutti i casi sono violati la libertà e i diritti umani. Nel 2015, l’Organizzazione non Governativa Freedom House pubblicò un dettagliato rapporto sulle condizioni della Penisola di Crimea dall’occupazione russa. Il rapporto analizzava lo stato di deterioramento dei diritti umani in Crimea con l’avvio dell’occupazione e dell’annessione della regione, già autonoma, alla Federazione Russa.

La situazione di elevata criticità iniziata nel Febbraio 2014, continua ad intensificarsi a causa della legislazione russa che impone una serie di misure oppressive per la popolazione della regione. Provvedimenti legislativi che non sono conosciuti all’estero e che l’informazione occidentale ignora. Tra le disposizioni in vigore vi è la prescrizione della cittadinanza russa, restrizioni alla libertà di parola e di associazione, acquisizione di beni privati e dello stato ucraino da parte delle autorità russe, misure repressive sui media indipendenti, persecuzione verso i critici dell’annessione, minacce e persecuzioni nei confronti di minoranze religiose e gruppi etnici percepiti come sleali e non graditi al nuovo ordine istituzionale. Tali violazioni sono in contrasto con le norme sui diritti umani fondamentali e in alcuni casi in antitesi con il diritto internazionale. Per tutto il periodo che ha caratterizzato le manifestazioni di “EuroMaiden”, dal novembre 2013 al febbraio 2014, la situazione non ha avuto nessun significativo mutamento.

L’occupazione e l’annessione della Crimea nei primi mesi del 2014 ha dato avvio ad una serie di violazioni gravi. La penisola ha visto annullarsi tutte le manifestazioni politiche pro-ucraina. Recentemente, a Napoli, si è svolto il convegno “Crimea – la perla ucraina. Passato e presente”. Durante i lavori si è discusso della situazione odierna nella penisola ucraina, ma anche di aspetti legati alle minacce in essere alla sicurezza europea, e le minacce per i Paesi democratici che sono diventate molto più gravi e pressanti di quanto fossero un decennio fa. I lavori hanno visto il protagonismo del Consolato Generale di Ucraina a Napoli, con il Console Viktor Hamotskyi, la partecipazione dell’Ambasciatore di Ucraina in Italia Yevhen Perelygin, il senatore Giuseppe Esposito e la Vice Presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, Maria Grazia Labellarte. A distanza di anni, quello che è certo, in un mare di notizie al servizio della propaganda, è che esiste una sproporzionata capacità mediatica tra la Russia e l’Ucraina.

La comunità internazionale farebbe bene a predisporre l’invio in Crimea e nella parte orientale dell’Ucraina, dove continua un conflitto che costa 10mila morti, di un contingente di osservatori e caschi blu, come richiesto dal Presidente ucraino Petro Poroshenko e, in Italia, dall’Ambasciatore Perelygin. Se le denunce che arrivano dall’Ucraina sono vere, è un impegno doveroso per il rispetto della democrazia e dei diritti civili dell’intera umanità. Ciò che appare certo è che attraverso una sistematica pubblicazione di notizie false, la propaganda russa ha nascosto i veri motivi dell’invasione camuffandoli per un intervento contro presunti rigurgiti neo nazisti, presenti, invece, nelle truppe filorusse.

Aggiornato il 19 dicembre 2017 alle ore 23:07