Macedonia, il flop del referendum sul nome

Il referendum è fallito. La consultazione elettorale sull’intesa con la Grecia per il nuovo nome della Macedonia è stata un autentico flop. L’affluenza si è fermata intorno al 36 per cento, a fronte del quorum richiesto del 50 per cento per dare validità alla consultazione non vincolante. Un insuccesso clamoroso. Eppure, il premier Zoran Zaev ha già chiarito che non si dimetterà. Al contrario, secondo il leader socialdemocratico ed europeista, “è stato un referendum di successo. La maggioranza dei cittadini ha votato sì. Parleremo con i nostri avversari in Parlamento, e se avremo la maggioranza dei due terzi per le modifiche costituzionali andremo avanti con l’attuazione dell’accordo con la Grecia. Se non l’avremo andremo presto ad elezioni anticipate”.

Al contrario, si è impegnato ad andare avanti con il processo di ratifica, che potrebbe aprire la strada all’integrazione della Macedonia nella Nato e nell’Unione Europa. Zaev, in ogni caso, ha aperto ad elezioni anticipate, da tenersi già il prossimo novembre. Il premier è convinto che non ci sia “alternativa all’adesione della Macedonia a Ue e Nato”. Il premier ha invitato l’opposizione a lasciare da parte gli interessi personali e di partito per trovare un accordo in Parlamento.

Aggiornato il 01 ottobre 2018 alle ore 17:33