Merkel: “Non sono indebolita”, ma l’incertezza cresce

È abituata ad avere a che fare con soggetti difficili e imprevedibili del calibro di Vladimir Putin, Donald Trump o Recep Erdogan. Perché dovrebbe aver problemi a collaborare con Friedrich Merz se davvero - come pare dai primi sondaggi - fosse destinato a essere il futuro presidente della Cdu? Angela Merkel non intende mollare, e punta a finire la legislatura: “La mia posizione internazionale non è cambiata e ora avrò più tempo per concentrarmi sul mio ruolo di cancelliera”, ha risposto ieri a chi le chiedeva se non si sentisse indebolita.

Eppure l’incertezza in Germania cresce e il quadro politico, il giorno dopo la rinuncia alla presidenza del partito da parte della Bundeskanzlerin, resta incandescente. La domanda ricorrente che si rivolge ai politici tedeschi in queste ore è quanto durerà, a questo punto, la cancelliera. Sei mesi, secondo l’ex leader socialdemocratico Sigmar Gabriele, che profetizza la caduta subito dopo le europee. Sui media c’è chi la descrive come una “cancelliera dimezzata”, come ha fatto Handelsblatt ieri in apertura. E l’opposizione incalza: “Liberi il Paese dal crepuscolo del cancelliere e dall’agonia di questo governo”, ha chiesto il liberale Christian Lindner, che le addebita di aver pensato solo ai Verdi durante le trattative che lui stesso fece fallire nel novembre 2017 e ora rilancia l’idea di una coalizione ‘Giamaica’, senza di lei ovviamente. Così, mentre tutti misurano la quantità di ossigeno rimasta a questa debolissima Grosse Koalition, l’ex capogruppo dell’Unione Friedrich Merz scende in campo ufficialmente, annunciando la sua candidatura alla guida della Cdu al congresso di Amburgo del 7 dicembre.

“Abbiamo bisogno di un nuovo inizio e di un rinnovamento della leadership. Sono pronto ad assumermi la responsabilità e allo stesso tempo a fare di tutto per rafforzare la tenuta interna e la capacità della Cdu di avere un futuro in Germania”, ha affermato in una nota il 62enne, ex rivale della cancelliera silurato nel 2002. Stando ai primi sondaggi - commissionati da Spiegel e Handelsblatt - sarebbe lui il favorito per la corsa che vede in campo anche il giovane ministro della Salute Jens Spahn, altro profilo conservatore comunemente ritenuto non ancora maturo per i suoi 38 anni, e la segretaria generale Annegret Kramp-Karrenbauer, notoriamente preferita dalla Merkel. È lo Spiegel a scrivere che soltanto se vincesse lei, ‘Akk’, come viene chiamata per comodità, il piano Merkel di arrivare al 2021 potrebbe funzionare. “Sono abituata a lavorare bene con persone dai profili molto diversi. E sono anche famosa per questo”, ha risposto la cancelliera a chi l’ha provocata sulla collaborazione con i falchi che potrebbero prendere il comando nel partito.

Dal commissario europeo al Bilancio Guenther Oettinger è arrivato un messaggio di sostegno “europeo”: “A Bruxelles speriamo che Merkel resti cancelliera per altri tre anni. Gode della fiducia di tutta l’Ue, da Lisbona a Sofia, da Dublino ad Atene”.

Il suo nome però, stando alla Bild, compare fra i cinque potenti della Cdu che si sarebbero mossi per esercitare pressione se Merkel non avesse rinunciato da sola alla presidenza del partito dopo la sconfitta in Assia. Fra loro ci sarebbe anche Wolfgang Schaeuble, il presidente del Bundestag che, qualche giorno fa, immaginò dal voto di Francoforte le “scosse” che avrebbero avviato “il grande cambiamento”.

Aggiornato il 31 ottobre 2018 alle ore 18:25