La lettera aperta di Macron ai francesi

Emmanuel Macron ha scritto una lettera aperta ai francesi per inaugurare un dibattito nazionale. L’obiettivo evidente è quello di sedare la protesta dei gilet gialli. In questo periodo di “incertezza – scrive il presidente francese – dobbiamo ricordarci chi siamo: la Francia non è un Paese come gli altri. È uno dei Paesi più fraterni ed egualitari. Ed è anche uno dei più liberi, dal momento che tutti sono protetti nei loro diritti e nella loro libertà di opinione, coscienza, fede o filosofia”. Macron sostiene di sapere che alcune persone “oggi sono insoddisfatte o arrabbiate: perché le tasse sono troppo alte, perché il nostro Paese non offre la stessa opportunità di avere successo” a seconda del luogo o della famiglia in cui si è nati: “Tutti vorrebbero un paese più prospero e una società più giusta. Questa impazienza – scrive Macron – la condivido. La società che vogliamo è una società in cui avere successo non dovrebbe richiedere relazioni o fortuna, ma impegno e lavoro. E affinché le speranze possano dominare le paure, il presidente propone di costruire un nuovo contratto per la nazione per strutturare l’azione del governo e del parlamento, ma anche le posizioni della Francia a livello europeo e internazionale”.

Macron sostiene di volere “trasformare la rabbia in soluzioni”. Dopodiché, il presidente pone una trentina di domande: “Quali tasse dovrebbero essere ridotte? Quali tagli alla spesa pubblica potrebbero essere una priorità? Come possiamo rendere il nostro sistema fiscale più equo ed efficiente? Dovremmo rimuovere alcuni servizi pubblici che sono vecchi o troppo costosi rispetto alla loro utilità? Dovremmo rafforzare il decentramento? Come finanziare la transizione ecologica? Si dovrebbe e in quali proporzioni limitare il numero di parlamentari o di altre categorie di eletti? Cosa proponi per migliorare l’integrazione? Come rafforzare i principi della laicità francese? Come garantire il rispetto da parte di tutti della comprensione reciproca e dei valori intangibili della Repubblica?”.

Secondo Macron non potrà esserci alcun calo della pressione fiscale senza tagli alla spesa pubblica. “Nessuna domanda è proibita – afferma il presidente – non saremo d’accordo su tutto, è normale, è la democrazia. Ma almeno dimostreremo che siamo un popolo che non ha paura di parlare, di scambiare opinioni e di discutere. E forse scopriremo che potremmo persino essere d’accordo, nonostante le nostre diverse convinzioni, più di quanto pensiamo”. In ogni caso, Macron non accetta “alcuna forma di violenza, di pressione o di insulti contro rappresentanti eletti, giornalisti, istituzioni o funzionari pubblici. Concludendo che se tutti sono aggressivi verso gli altri, la società crolla”.

Aggiornato il 14 gennaio 2019 alle ore 13:48