Macron-Merkel, vertice sul dopo Juncker

Emmanuel Macron e Angela Merkel si sono confrontati ieri sul futuro della Commissione europea. Il presidente francese, con il suo partito En Marche, è di fatto il leader dei liberali europei. La cancelliera tedesca, con la Cdu, è il rappresentante più illustre del Ppe. Tenuto conto che si profila una coalizione ampia che coinvolga anche socialisti e verdi, i due alleati di sempre mettono in campo strategie, tattiche e alleanze per due concetti diversi di Europa. La si batte per la difesa dello status quo. Macron vuole spingere il suo programma di riforme.

La novità di questa tornata elettorale risiede nel fatto che, per la prima volta in oltre vent’anni, il voto ha messo in crisi il duopolio dei popolari e dei socialisti, che insieme non possono più vantare una maggioranza. Per queste ragioni, il ruolo di Macron diventa decisivo. Non a caso, l’inquilino dell’Eliseo ha un obiettivo: spostare l’asse europeo sul fronte progressista, grazie al sostegno dei socialisti e dei verdi. È un modo per trattare da una posizione di forza con la cancelliera.

Al momento, l’Italia sembra tagliata fuori dai giochi europei. Anche perché il Movimento cinque stelle e Lega non appartengono a nessuna delle grandi famiglie politiche che danno le carte in Europa. Eppure, Giuseppe Conte ha rivendicato che “l’Italia è un grande Paese ed ha le chance ed è determinata ad avere il ruolo che merita”. Il premier, fuori dal balletto degli incontri a margine del vertice di Bruxelles, ne ha parlato lunedì con Merkel: come Paese fondatore e potenza economica, l’Italia pretende un commissario di peso, se possibile in un ruolo economico. Nel governo non se n’è ancora formalmente parlato, ma si citano concorrenza e agricoltura, e si fanno i nomi dei leghisti Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia e del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.

Intanto, stamattina la Merkel ha confermato il suo sostegno alla leader della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer, nel mirino dei forti critiche dall’interno del partito (con una petizione online per farla dimettere che ha già raccolto decine di migliaia di firme), dopo il deludente risultato alle Europee e l’improvvida uscita della delfina della cancelliera sulla necessità di una limitazione e regolamentazione dei contenuti su Internet. Merkel ha definito come una “assurdità” le sue presunte riserve sull’attitudine di Akk a continuare a restare la leader della Cdu circolate sulla stampa tedesca. “Tutti quelli che conosco nella Cdu – ha detto la Merkel – considerano la libertà di opinione come un principio di base. Per questo non ho dubbi”.

Aggiornato il 29 maggio 2019 alle ore 16:35