Corea del Nord all’Onu: “Usa determinati ad atti ostili”

È durato poco “l’idillio” tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti. Nonostante un recente accordo tra i due Paesi per la ripresa dei colloqui sul nucleare, Pyongyang ha accusato Washington di “ostilità”. Secondo la Bbc, la delegazione nordcoreana all’Onu sostiene che gli Usa sono “ossessionati dalle sanzioni” e ha accusato Washington di tentare di “minare l’atmosfera pacifica” nella penisola coreana. Le dichiarazioni giungono a pochi giorni dallo storico incontro al confine tra le due Coree fra il presidente Usa, Donald Trump, e il leader coreano Kim Jong-un.

I due leader hanno concordato di riprendere i negoziati in stallo sulla denuclearizzazione. Ma l’ultimo sviluppo segna un ritorno alle tensioni che hanno rovinato le relazioni tra i due Paesi negli ultimi tempi. La delegazione nordcoreana all’Onu stava replicando alle accuse degli Usa di aver violato un limite alle importazioni di petrolio raffinato fissato nel 2017 e alla lettera congiunta di Stati Uniti, Francia, Germania e Gb a tutti gli Stati membri dell’Onu per chiedere ulteriori sanzioni contro la Corea del Nord.

Intanto, si è conclusa l’avventura a lieto fine per Alek Sigley, lo studente universitario australiano arrestato in Corea del Nord. Il premier di Canberra Scott Morrison ha annunciato al Parlamento la sua liberazione. La famiglia e gli amici in Giappone avevano perso ogni contatto da martedì della scorsa settimana. “Siamo stati avvisati che la Corea del Nord lo ha rilasciato e che ora Sigley ha lasciato il Paese e posso confermare che è al sicuro”, ha aggiunto Morrison, ammettendo per la prima volta la detenzione dello studente.

Sigley, 29 anni, studente all’Università di Pyongyang e guida turistica, è arrivato in Cina ed è dato come prossimo al trasferimento in Giappone per riunirsi alla moglie nipponica a Tokyo, Yuka Morinaga. Morrison ha ringraziato il lavoro diplomatico della Svezia attraverso la sua ambasciata a Pyongyang, definendolo “di inestimabile valore e capace di assicurarne il pronto rilascio. Questo risultato dimostra il valore del lavoro discreto dietro le quinte e il delicato caso consolare trattato con stretto contatto con altri governi. Sono sicuro che tutti noi non potremmo essere più soddisfatti che non solo sappiamo dove Alek si trovi, ma anche che sia al sicuro”.

Restano, tuttavia, ancora sconosciute le cause che hanno portato all’arresto. Mentre la conferma della svolta positiva della vicenda è maturata a stretto giro dalla missione lunedì a Pyongyang dell’inviato speciale del governo svedese, Kent Rolf Magnus Hardstedt, che ha avuto una serie di incontri nel corso della settimana con funzionari nordcoreani.

Aggiornato il 04 luglio 2019 alle ore 14:08