Ucraina-Usa, Zelensky nega il “ricatto” di Trump

“Non c’è stato alcun ricatto”. Parola di Volodymyr Zelensky. Il presidente dell’Ucraina, nel corso di una lunga conferenza stampa, ha negato che Donald Trump abbia cercato di ricattarlo negandogli aiuti militari se non avesse avviato indagini sul suo rivale politico Joe Biden. Zelensky ha dichiarato, inoltre, che un faccia a faccia con il presidente russo Vladimir Putin è necessario per fermare la guerra nell’Ucraina orientale. “Ci sono solo due formati in cui possiamo incontrarci: il formato Normandia e un mio faccia a faccia con il presidente russo ma nessuno parla di questo incontro di persona perché tutti sono contrari”, ha detto Zelensky. “Tuttavia – ha aggiunto – l’incontro deve avere luogo se vogliamo che la guerra finisca. Tutto ciò di cui stiamo parlando ora è il formato Normandia. Per ora è così e sono davvero grato ai nostri partner occidentali perché almeno è qualcosa”.

In ogni caso, Zelensky si è espresso contro la pubblicazione del contenuto delle sue conversazioni con i leader mondiali, compreso il presidente russo. “I miei colloqui con Vladimir Putin hanno portato a un risultato, molto complesso, molto dettagliato, e reale (il ritorno in Ucraina dei prigionieri, ndr). Quale sarà il risultato della pubblicazione dei miei colloqui con Putin? I nostri scambi continueranno? No, penso che tutto finirà. C’è un desiderio di ottenere un simile risultato e di non avere mai più l’opportunità di ottenere i nostri prigionieri? Avrò l’opportunità di riportarli indietro? No, mai”, ha detto Zelensky durante la ‘maratona di stampa’ rispondendo a una domanda sulla possibile pubblicazione dei colloqui telefonici con Putin.

Intanto, secondo il Wall Street Journal, due persone che avrebbero aiutato Rudolph Giuliani nei suoi tentativi di convincere l’Ucraina a indagare su Joe Biden sono state arrestate negli Stati Uniti, con l’accusa di aver violato le regole per il finanziamento alla campagna elettorale. I due, probabilmente due stranieri la cui nazionalità però non è stata resa nota, hanno finanziato un comitato di raccolta fondi pro-Trump e Giuliani, il legale personale del presidente, li ha identificati lo scorso maggio come suoi clienti. I nomi dei due sono Lev Parnas e Igor Fruman e non si esclude che possano essere ucraini visto che – secondo indiscrezioni – avrebbero presentato al legale di Trump diversi procuratori ed ex procuratori ucraini per parlare di Biden.

Aggiornato il 10 ottobre 2019 alle ore 17:34