Bolivia, violenze a Cochabamba: un morto e 89 feriti

Continuano le proteste in Bolivia. Ieri si sono consumati dei gravi incidenti a Cochabamba, nella zona centrale del Paese, fra sostenitori del governo e oppositori dei comitati civici e del Partito comunidad ciudadana. Il bilancio provvisorio è di un morto, 89 feriti. I disordini di maggiore rilievo sono avvenuti a Vinto, comune vicino a Cochabamba, dove un 20enne, Limbert Guzmán Vasquez, è morto, mentre i manifestanti antigovernativi hanno incendiato l’edificio del comune e preso in ostaggio e maltrattato la sindaca Patricia Arce.

Guzmán è la terza vittima delle proteste seguite all’annuncio della vittoria alle presidenziali di Evo Morales. Il quotidiano La Razon ha riferito che il giovane deceduto contribuiva al blocco del ponte Huayculi, a Quillacollo. La sorella della vittima ha dichiarato che “il partito del candidato oppositore Carlos Mesa e del presidente del ‘Comité pro Santa Cruz’, Luis Fernando Camacho lo avevano assoldato. Visto che studiava, voleva guadagnare un po’ di denaro”.

Il ministro della Difesa boliviano Eduardo Zavaleta López ha accusato Camacho per i suoi discorsi radicali, ritenuti alla base delle violenze che da due settimane investono il Paese. “Siamo ad un passo dalla perdita di controllo totale della situazione – ha dichiarato – e dal fatto che cominciamo a contare i morti a decine. Quello che dovrebbe interessare tutti noi è che oggi questo non termini in un grande spargimento di sangue”.

Aggiornato il 08 novembre 2019 alle ore 10:51