Coronavirus, Schroeder: “La risposta europea deve essere veloce”

Gerhard Schroeder versus Angela Merkel. Sulla cura economica per l’emergenza Coronavirus, l’ex cancelliere tedesco ha una visione opposta a quella dell’attuale guida del governo di Berlino. Secondo l’ex leader socialdemocratico, se c’è un Paese che deve capire come dopo una crisi esistenziale occorra un sostegno finanziario paneuropeo alla ricostruzione di chi l’ha subita, questo è la Germania. Schroeder lo sostiene in un’intervista al Corriere della Sera. L’ex cancelliere invia un messaggio di amicizia e solidarietà all’Italia, dicendosi a favore del pacchetto di aiuti in discussione a Bruxelles. Apre anche sui Coronabond, o in alternativa “su una obbligazione europea comune una tantum”. Ci confrontiamo tutti “con una crisi straordinaria. La parola del momento è solidarietà, per tutti, anche a livello europeo e internazionale. Perché se l’Unione e i Paesi membri non vincono questa sfida, allora l’intero progetto europeo è in pericolo”.

Secondo Schroeder, quella europea dev’essere “una risposta veloce e la stiamo dando. Per questo bisogna usare quello che già esiste: il Meccanismo europeo di stabilità senza particolari condizionalità, la Banca europea degli investimenti e la Commissione. Il pacchetto da 540 miliardi di euro in discussione è un segnale forte. In più c’è l’azione della Banca centrale europea, che sta acquistando titoli pubblici e privati per stabilizzare i mercati finanziari. E anche questo è bene. Il nostro obiettivo primario ora deve essere tenere in vita le imprese, mettere in sicurezza i posti di lavoro e offrire sufficiente liquidità agli Stati per metterli in condizione di agire”.

Molti economisti tedeschi, “gli stessi che finora avevano sempre osteggiato gli Eurobond, esprimono l’opinione che siano proprio questi la direzione da prendere. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte propone anche un fondo per la ricostruzione. Io dico: perché no?”. Dall’Europa unita “ci avvantaggiamo tutti”. Per Schroeder è cruciale “agire insieme e possibilmente cercare soluzioni europee. Questo è il mio appello”.

Aggiornato il 08 aprile 2020 alle ore 14:59