Cile: sì alla riforma della Costituzione

Il sapore della vittoria era praticamente scritto. In Cile l’oltre 78 per cento ha detto sì a una nuova Costituzione. Addio, quindi, alla Carta costituzionale del generale Augusto Pinochet, datata 1980. Il risultato è arrivato a seguito del referendum indetto dodici mesi dopo la rivolta popolare contro le disuguaglianze sociali. Proteste che, peraltro, sono continuate nonostante le restrizioni legate alla pandemia del Covid-19.

L’affluenza, secondo i dati, è stata del 50 per cento. Festeggiamenti per le strade e in piazza durante la notte tra balli, cori e fuochi di artificio. L’Assemblea che dovrà redigere la nuova Costituzione e che dovrà insediarsi entro maggio del 2021, sarà composta da 155 membri, eletti direttamente. Non solo: verrà garantita la parità di genere. Gli elettori, così, hanno cassato l’idea di una mix tra eletti in via diretta e attuali parlamentari.

Alcuni seggi – al momento non è stato definito il numero – saranno riservati alle popolazioni indigene. A metà del 2022 ci sarà un nuovo referendum, per l’ok o per respingere il testo della nuova Costituzione. Ci vorrà un anno di tempo, quindi, per elaborare la bozza.

Aggiornato il 26 ottobre 2020 alle ore 12:14