Terremoto tra Turchia e Siria, ecatombe da 11mila vittime

Il bilancio delle vittime continua a salire. Il terremoto in Turchia e Siria ha provocato oltre 11mila morti. Per l’Organizzazione mondiale della sanità potrebbero essere state colpite 23 milioni di persone. Tra le migliaia di dispersi c’è anche l’italiano Angelo Zen, 60 anni, del Veneto. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale. Il suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno 3 metri. La scossa è stata avvertita fino in Groenlandia. “Continuiamo a cercare il nostro connazionale che ancora non riusciamo a contattare, la nostra unità di crisi è al lavoro, siamo in contatto con la protezione civile turca. Angelo Zen avrebbe dovuto incontrare un socio turco la mattina dopo il terremoto, ma la notte c’è stato il sisma, quindi non si sono visti. Non ci sono collegamenti telefonici, purtroppo è tutto molto complicato dalla vastità dell’area colpita, non è facile raggiungere le persone, si sta vivendo un momento drammatico. Stiamo lavorando anche con il Ministero della Difesa per inviare nelle zone terremotate materiale utile. C’è grande solidarietà degli italiani. Per quanto riguarda la Siria, il materiale per gli aiuti sarà mandato attraverso Beirut, ma siamo al lavoro per farlo anche se è più difficile”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ad Agorà su Rai3. Un giornalista turco, Ibrahim Haskologlu, ha raccontato a Bbc News Channel che le persone stanno inviando a lui e ad altri giornalisti video, note vocali e le loro posizioni in diretta da sotto le macerie. “Ci dicono dove sono e non possiamo fare nulla”, dice Haskologlu, originario di Malatya, un’area pesantemente colpita dai terremoti di ieri, ma ora a Istanbul.

Si moltiplicano anche i salvataggi miracolosi, come quello della neonata trovata viva ancora con il cordone ombelicale attaccato alla mamma che purtroppo è morta sotto le macerie. Una madre e le sue due figlie sono state estratte vive dalle macerie dopo 33 ore ad Hatay, una delle zone più colpite dal terremoto che si è abbattuto sul sud est della Turchia. Lo rende noto Anadolu facendo sapere che mentre venivano trasportate in ospedale, il cuore di una delle figlie ha smesso di battere ma la ragazza è stata successivamente rianimata. Secondo l’Oms il bilancio totale delle vittime potrebbe arrivare a 20mila. Il presidente turco ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est. Anche in Siria la situazione è drammatica. “I bisogni sono enormi, è una catastrofe e serve tutto: servono coperte per affrontare il rigido inverno, cibo, kit igienici e beni di prima necessità”. A raccontarlo, in una testimonianza audio, è il coordinatore ad Aleppo di Terre del Hommes, Najibhayat Kahale. “Quattro scuole nell’area sono fortemente danneggiate e inagibili. Altre 53 sono parzialmente danneggiate, mentre ben 16 scuole sono statali ridestinate a diventare centri di accoglienza temporanea”, aggiunge. Si è attivata un’altra faglia al confine tra la Siria e la Turchia ed è stata la responsabile del secondo terremoto forte registrato nella mattinata di ieri, ossia quello di magnitudo 7,5 delle 12.24 (le 11.24 in Italia). Lo ha detto all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). “Quel terremoto – ha aggiunto – è avvenuto su una faglia che si trova più a Nord rispetto a quella Est anatolica, lunga fra 70 e 80 metri”.

La nuova faglia ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri. “Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in #Turchia e #Siria. Continuo a pregare per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L’aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia”. Lo afferma oggi Papa Francesco in un tweet. Joe Biden ha chiamato Erdogan e gli ha ribadito la disponibilità degli Stati Uniti a fornire tutta l’assistenza necessaria “al nostro alleato della Nato di fronte a questa tragedia”. Il presidente ha espresso le condoglianze a nome del popolo americano a coloro che sono rimasti feriti o hanno perso i propri cari nei terremoti. Biden ha anche sottolineato che “le squadre Usa sono state dispiegate rapidamente per supportare gli sforzi di ricerca e soccorso turchi e coordinare l’assistenza alle persone colpite dal sisma”. Temperature gelide, neve e pioggia stanno inoltre ostacolando gli sforzi dei soccorritori, in entrambi i Paesi. Anche raggiungere le aree vicine all’epicentro in Turchia si sta rivelando tracce difficili. Si teme che l’autostrada che porta a Sud non sia sicura dopo le forti scosse e il transito è stato tutto spostato su una tortuosa strada di montagna. La protezione civile locale ha cercato disperatamente di far passare ambulanze e squadre di soccorso, ma il percorso è intasato di camion e persone che cercano di scappare. Le strade sono sconnesse, con profonde fratture. E come conseguenza del sisma un grande incendio è divampato da ieri notte nel porto di Iskenderun (Alessandretta), località costiera del sud est della Turchia, forse a causa della caduta di alcuni container nel porto provocato dal sisma. Intanto Ankara, nonostante tutto, ha trovato il tempo di arrestare quattro persone per i post “provocatori che miravano a creare paura e panico” pubblicati sui social in Turchia meridionale.

Aggiornato il 08 febbraio 2023 alle ore 18:16