Francia: riforma delle pensioni e proteste

Da una parte il Governo di Elisabeth Borne momentaneamente salvo, dall’altra la rabbia. Situazione calda in Francia. La mozione di sfiducia di Liot, una delle due presentate all’Assemblea Nazionale, ha raccolto 278 voti. Per la cronaca, erano necessari 287 voti per un’approvazione, che avrebbe significato sia la caduta dell’Esecutivo, sia lo stop della riforma per l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Nel contempo, a Parigi e in diverse città transalpine è divampata la protesta. Disordini nella capitale, dove sono state danneggiate panchine e dove sono stati bruciati i cassonetti. Centinaia le persone fermate.

Per quanto concerne sciopero più ostico, ovvero quello delle raffinerie, le forze dell’ordine sono intervenute stanotte per sbloccare il terminale petrolifero di Donges, nella parte ovest del Paese, dopo una settimana di occupazione. Il Governo, nel frattempo, ha annunciato precettazioni di personale al deposito petrolifero bloccato di Fos-sur-Mer, nella parte sud-est.

L’ex presidente francese, François Hollande, ha commentato sull’emittente Lci: “Non era il momento di proporre questa riforma delle pensioni, in piena inflazione e con la guerra in Ucraina. È stato un errore”. Allo stesso tempo, il presidente francese, Emmanuel Macron, per adesso avrebbe escluso sia lo “scioglimento” del Parlamento, che un “rimpasto” di Governo. Nessuna ipotesi, inoltre, circa la convocazione di un “referendum”: questo è quanto avrebbero sostenuto i partecipanti di una riunione all’Eliseo, convocata il giorno dopo l’adozione della riforma delle pensioni.

Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha rivelato che sarebbero “oltre 1.200” le manifestazioni non dichiarate, “talvolta violente”, allestite da giovedì scorso per protestare contro la discussa riforma.

Aggiornato il 21 marzo 2023 alle ore 15:46