Secondo Tel Aviv, il regime iraniano è destinato al collasso

Meritevoli di estrema attenzione sono le recenti analisi che provengono dagli esperti dell’Università di Tel Aviv. Ad attirare l’attenzione mediatica internazionale sono le dichiarazioni di Manuel Trajtenberg, direttore dell’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale dell’Università di Tel Aviv, che prevede un collasso del regime iraniano. Il direttore ha incontrato alcuni giornalisti della stampa nazionale e internazionale per approfondire i temi della sicurezza di Israele in un momento storico in cui gli equilibri geopolitici vivono dinamiche complesse e notevoli metamorfosi. Secondo alcuni esperti di sicurezza internazionale, l’Iran è in cima alle preoccupazioni delle autorità israeliane, ed è sempre più vicino ai confini israeliani e in tutti i fronti di instabilità. Trajtenberg ha spiegato che per capire la posizione israeliana sulla possibilità di lanciare un attacco militare contro l’Iran per fermare il suo programma nucleare ci vari punti da sottolineare: “Primo, nessuno in Israele vuole ricorrere all’opzione militare; Israele non può permettersi di imbrogliare la comunità internazionale e non può restare immobile”.

Secondo l’esperto israeliano si raggiungerà presto un momento in cui non fare nulla potrebbe divenire più pericoloso di impegnarsi in qualche manovra militare e in quel momento andrà presa una decisione ad ogni costo. L’aspetto geopolitico importante da sottolineare è la fine dell’isolazionismo internazionale che ha vissuto Israele nel corso degli ultimi decenni. Israele oggi non è più isolata come un tempo e ciò dipende chiaramente dagli Accordi di Abramo che il Paese ha firmato con alcuni Paesi arabi. Gli esperti israeliani sono convinti che la rinnovativa amicizia tra Iran e Arabia Saudita non possa tradursi contemporaneamente in una completa fiducia tra le due realtà e tale aspetto determinerà il prossimo futuro. Nel corso degli ultimi mesi sono stati tanti i tentativi iraniani di colpire Israele da Gaza e dalla Siria, dove gli iraniani alleati di Assad hanno una presenza militare diffusa e dove gli israeliani conducono da almeno tre anni una campagna aerea per evitare che le armi di Teheran arrivino a Hezbollah e che le milizie filoiraniane si radichino fino al confine israeliano.

Le istituzioni iraniane stanno lavorando per impedire la nascita di una “Nato araba” in funzione anti-Teheran, approfittando del parziale disimpegno degli americani dalla regione e del ruolo crescente di russi e cinesi. La ripresa delle relazioni diplomatiche con l’Arabia Saudita in questo senso è un punto a favore dell’Iran, perché allontana un accordo tra Riad e Israele. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant ha incontrato il15 giugno, a margine di una riunione dei ministri della difesa della Nato, il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, per discutere della questione iraniana e di altri aspetti delle relazioni tra gli Stati Uniti e Israele. “Il ministro e il segretario alla Difesa hanno discusso dei progressi nella sicurezza e nel coordinamento militare tra Israele e Stati Uniti riguardo alla questione iraniana, con l’obiettivo di impedire all’Iran di acquisire capacità nucleari militari”, si legge nella dichiarazione ufficiale del ministero. Durante l’incontro, Gallant ha sottolineato come l’Iran stia stimolando gli attacchi contro Israele utilizzando delegati in Siria, Libano, Gaza e Cisgiordania, ribadendo il diritto di Israele all’autodifesa. Prima dell’importante incontro, Gallant ha affermato di aver discusso con il primo ministro Benjamin Netanyahu e con altri alti funzionari della Difesa per esaminare le misure necessarie per garantire la leadership strategica di Israele nella regione del Medio Oriente.

Aggiornato il 22 giugno 2023 alle ore 10:20