In Alaska la nuova stagione della pesca tra innovazione e sostenibilità

Nel pieno del dibattito internazionale sulle nuove modalità di pesca, acquacoltura, accesso alle risorse del mare, sfruttamento sostenibile, valorizzazione del mare e tutela dall’inquinamento, in Alaska è iniziata, come ogni anno, la stagione della pesca che rappresenta una delle risorse più preziose dello Stato non solo quale attività prevalente ma anche per l’importante fonte di sostentamento per i lavoratori del settore e le loro famiglie. Nel Paese nordamericano, la pesca è la più grande fonte di sostentamento sia per i suoi abitanti sia per lo Stato, una delle risorse più preziose oltre che una tradizione profondamente radicata che coinvolge non solo i pescatori ma anche i trasformatori, gli scienziati, gli attivisti ambientali e le forze dell’ordine.

Sono ben 9mila i natanti che appartengono a piccole imprese familiari, cittadini che lavorano osservando in modo responsabile le rigide leggi dell’Alaska sulla pesca, un’attività per la quale viene fatto il massimo dallo Stato per fornire le risorse per un buon andamento dell’economia. Questo avviene non solo utilizzando metodi di pesca sostenibile, ma anche applicando le informazioni scientifiche che vengono costantemente fornite.

In Alaska, da sempre e per tradizione, vengono utilizzate tutte le parti del pescato. Le lische vengono impiegate in alimenti per animali domestici, in fertilizzanti e per rimuovere metalli pesanti e rifiuti radioattivi dal suolo, mentre la milza, lo stomaco e le uova rappresentano una vera prelibatezza nella preparazione di sofisticate specialità. La pelle, poi, ha proprietà curative, ed è utile nel settore tessile; dalle squame infine si ricava plastica biodegradabile.

La garanzia sulla sostenibilità dei prodotti ittici dell’Alaska è data attraverso la certificazione che ne indica anche la tracciabilità. L’Alaska aderisce alla Responsible Fisheries Management (Rfm) e al Marine Stewardship Council (Msc). Entrambe le certificazioni hanno un programma di Catena di Custodia che garantisce il tracciamento fin dall’origine e sono valutate dal Gssi (Iniziativa di prodotti ittici sostenibili). In aggiunta, le modalità di pesca e tracciabilità del prodotto ittico sono allineate con il codice di condotta per la pesca responsabile dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (Fao).

I prodotti ittici dell’Alaska sono una fonte importante dell’alimentazione salutare per tutti i Paesi che importano tale pescato, in particolare per il Dha e per l’Epa, contenuti solo in minima parte nell’alimentazione quotidiana. Il Dha, il grasso prevalente nel cervello e nel sistema nervoso centrale, è in grado, ad esempio, di influenzare lo sviluppo neurocognitivo. Se poi parliamo di cuore scopriamo che Dha ed Epa sono utili non solo per ridurre il rischio di infarto ma anche per contrastare i pericolosi trigliceridi. Inoltre, l’Fda, ossia l’Ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, sostiene che gli acidi grassi contenuti nei prodotti ittici sono un valido aiuto alle donne in gravidanza per sostenere lo sviluppo del feto, senza dimenticare che gli Omega 3 agiscono positivamente anche sulla depressione post-partum.

Aggiornato il 11 luglio 2023 alle ore 11:22