La cooperazione nel settore della Difesa tra Corea del Sud e Arabia Saudita

Nel mese di ottobre dello scorso anno, la Corea del Sud e l’Arabia Saudita hanno firmato 51 accordi e memorandum d’intesa (Mou) per un valore totale di 15,6 miliardi di dollari. I contratti e i protocolli d’intesa coprono un’ampia gamma di settori, tra cui automotive, immobiliare, energia, l’idrogeno verde, il turismo, la catena di approvvigionamento, l’industria alimentare, l’industria farmaceutica, le infrastrutture, la tecnologia e sicurezza informatica. Tra questi c’è un contratto tra la Korea National Oil Corp., gestita dallo Stato, e il colosso petrolifero statale dell’Arabia Saudita, Saudi Aramco, per creare una riserva congiunta di petrolio greggio di 5,3 milioni di barili in un impianto di stoccaggio nella città sudcoreana di Ulsan entro il 2028. A Riyadh, il 12 febbraio scorso è stato firmato un memorandum d’intesa sulla collaborazione a lungo termine nel settore della Difesa tra la coreana Defense Acquisition Program Administration (Dapa) e il Ministero della Difesa saudita. La firma è avvenuta mentre le principali aziende di difesa sudcoreane, tra cui Hanwha, Lig Nex1 e Hyundai Rotem, stavano esponendo i loro ultimi sistemi d’arma al World Defense Show 2024, a Riyadh.

La collaborazione persisterà attraverso la creazione di gruppi di lavoro in settori essenziali, tra cui la ricerca e lo sviluppo congiunti e la produzione di sistemi d’arma. Nel mese di dicembre dello scorso anno, funzionari della Dapa avevano confermato un incontro Governo-Governo con la Reale aeronautica saudita a Riyadh riguardo al programma Kf-21 Boramae, l’aereo da combattimento di 5ª generazione realizzato dalla Korean Aerospace Industries (Kai). La Corea del Sud esporterà sistemi di difesa aerea in Arabia Saudita come parte di un accordo da 3,2 miliardi di dollari firmato nel mese di novembre. La vendita di 10 sistemi missilistici terra-aria a medio raggio Km-Sam Block II con capacità antiaeree e antimissile rappresenta un altro importante accordo di esportazione tra i due Paesi. Riyadh prevede di produrre localmente il 50 per cento dei suoi beni militari attraverso Vision 2030, diversificando le sue fonti di approvvigionamento oltre agli Stati Uniti. La Saudi Vision 2030 è un programma strategico che mira a trasformare l’Arabia Saudita in una potenza regionale riducendo drasticamente la dipendenza dall’entrate petrolifere, diversificando l’economia del Paese e sviluppando settori di servizio pubblico come sanità, istruzione, turismo. Gli obiettivi chiave includono il rafforzamento delle attività economiche e l’incremento del commercio internazionale, oltre all’aumento della spesa militare. Secondo Kim Yeoul-soo, capo ufficio strategico per la sicurezza del Korea Institute for Military Affairs, con il recente conflitto Israele-Hamas e l’instabilità generale in Medio Oriente, è inevitabile che i Paesi mediorientali abbiano un grande interesse nelle importazioni di prodotti per la Difesa, nello sviluppo congiunto di sistemi d’arma o in questioni correlate.

“Ancora più importante, i Paesi del Medio Oriente utilizzano principalmente prodotti di fabbricazione americana, ma c’è una netta differenza in termini di rapporto costo-efficacia tra i prodotti di fabbricazione americana e quelli di fabbricazione coreana, quindi il percorso delle aziende coreane appare luminoso”. Le relazioni tra i due Paesi risalgono al 1962, quando l’Arabia Saudita ha stretto legami formali con la Repubblica di Corea del Sud durante il regno di Re Saud bin Abdulaziz Al-Saud e la presidenza di Park Chung-hee. La Corea del Sud ha aperto l’ambasciata a Riyadh nel 1973, mentre la missione diplomatica dell’Arabia Saudita a Seul è stata inaugurata l’anno successivo. L’Arabia Saudita nel 2022 si è posizionata al quinto posto, in ambito mondiale, per spesa militare, balzando dall’ottavo posto in un anno e superando Regno Unito, Germania e Francia. È stato l’unico Paese del Medio Oriente a figurare nella top 10 della lista mondiale, secondo un rapporto pubblicato lunedì dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri). Secondo il rapporto Trends in World Military Expenditure 2022 del Sipri, la spesa militare è aumentata del 16 per cento, stimata in 75 miliardi di dollari.

Secondo quanto riportato dal Korea Times, il rapporto tra spesa per la difesa e Pil dell’Arabia Saudita dovrebbe raggiungere il 9,8 per cento entro il 2026. Di conseguenza, il mercato della difesa di Riyadh, che mira a essere il leader nel mondo arabo, sta diventando sempre più importante. Nel 2021 l’Arabia Saudita ha importato l’80 per cento delle sue dotazioni militari dagli Stati Uniti. Gli ultimi contratti autorizzati riguardano forniture di pezzi di ricambio per 500 milioni di dollari nell’ambito del programma Cooperative Logistics Supply Support Arrangement (Clssa – autorizzato in settembre dal Dipartimento di Stato) e una fornitura da 582 milioni per rinnovare il sistema di sorveglianza e intelligence (Sigint/Elint) della flotta di 6 velivoli Boeing Re-3A (autorizzato in dicembre dal Dipartimento di Stato).

(*) Tratto da AnalisiDifesa e da Il Nodo di Gordio

(**) Foto: Kai, Dapa e Yonhap

Aggiornato il 22 febbraio 2024 alle ore 11:11