Scarseggiano medicine e cibo: questa è Cuba

Patria y vida!”,Libertad!” sono alcuni degli slogan urlati al cielo nel corso delle proteste del 2021, a Cuba. Proteste che, nei giorni scorsi, tornano con il volume dei decibel molto alto. C’è la crisi energetica che attanaglia l’isola, a cui si aggiunge la scarsità sia di medicine che di generi alimentari come latte e pane. Rabbia a livelli esponenziali a Santiago de Cuba – seconda città più grande dello Stato caraibico dopo L’Avana – e Bayamo, nella provincia di Granma, con i cittadini scesi in piazza. Manifestazioni, queste, contro il Governo, in un clima decisamente teso.

I cittadini chiedono cibo ed elettricità. Attraverso i social giungono le immagini delle mobilitazioni, anche se – a quanto pare – a un certo punto le connessioni a Internet iniziano a essere più flebili. Sempre nel weekend viene registrata la carenza di carburante. Dall’inizio di questo mese, in particolare, Cuba patisce tutta una serie di interruzioni di energia, a causa dei lavori di manutenzione della centrale termoelettrica Antonio Güiteras, che poi è la più importante del Paese.

L’azienda statale Unión Eléctrica (Une) dal canto suo prevede – per le prossime ore – un blackout nel 31 per cento dell’isola. Su Telegram la compagnia rivela che la stima sia di una capacità massima di generazione di elettricità pari a 2.299 megawatt; di contro, la domanda massima è di 3.250 megawatt per le ore considerate di picco. Essendoci questo gap tra domanda e offerta, ecco spiegate le interruzioni di corrente. Con la crisi energetica in atto, vista l’assenza di combustile per le centrali elettriche, le sospensioni di elettricità sono prolungate e abituali (oltre 12 ore al giorno in diverse province del Paese).

Un commento di vicinanza alla popolazione cubana arriva dalla senatrice di Fratelli d’Italia, Cinzia Pellegrino, che esprime preoccupazione per le condizioni gravi che stanno affrontando i cittadini dell’isola dove, spiega, si sta vivendo la più severa crisi alimentare, come indicato da alcune segnalazioni, dalla rivoluzione comunista del 1959. “L’escalation di proteste – osserva Pellegrino – iniziate a Santiago de Cuba e rapidamente diffuse in numerose città dell’isola, è un chiaro segnale del crescente dissenso popolare. Gli abitanti di Cuba – va avanti – già oppressi da una povertà dilagante che colpisce l’88 per cento della popolazione e da una inflazione incontrollabile, stanno ora affrontando una situazione umanitaria critica, con la mancanza di beni di prima necessità come il latte e il pane, i cui prezzi sono diventati proibitivi”. A ciò si aggiunge, sottolinea l’esponente di Fdi, “l’inaccettabile aumento del 500 per cento del prezzo della benzina, decisione che ha ulteriormente peggiorato la vita quotidiana dei cubani”.

Cinzia Pellegrino rammenta, infine, le proteste pacifiche diffuse a L’Avana, Ciego de Avila, Bayamo, Matanzas, Cienfuegos “brutalmente represse dalle forze di sicurezza, che hanno agito con violenza contro i manifestanti, limitando gravemente le libertà civili e i diritti umani. Inoltre – termina – la decisione del Governo di interrompere le comunicazioni e l’accesso a Internet rappresenta un chiaro e inequivocabile tentativo di isolare i cittadini e impedire al mondo esterno di conoscere la gravità della situazione. È urgente che la Comunità internazionale intervenga con misure concrete per sostenere il popolo cubano in questo momento critico, promuovendo il dialogo e la ricerca di soluzioni alla crisi in corso”.

Aggiornato il 19 marzo 2024 alle ore 16:10