Lanciato razzo europeo Vega, la space economy in orbita

 

Il suo lancio è stato rinviato per ben 8 volte, complice il maltempo, ma alla fine il razzo europeo Vega è potuto partire nella notte, alle 3,51 italiane, dalla base europea di Kourou (Guyana Francese), portando per la prima volta in orbita 53 satelliti grazie allo speciale dispenser Ssms (Small Spacecraft Mission Service), che promette di rivoluzionare i servizi spaziali, incentivando la space economy.

Il lanciatore dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), costruito in Italia dalla Avio, ha portato in orbita per la precisione sette micro-satelliti e 46 satelliti più piccoli, i CubeSat, realizzati da 13 Paesi, otto dei quali europei. Dopo il lancio dell’Ariane 5 che il 17 agosto aveva segnato la riapertura della base di Kourou dopo il lockdown imposto dalla pandemia di Covid-19, il successo del lancio di Vega segna la piena ripresa delle attività nella base di lancio europea.

Gestito dalla Arianespace, il volo rientra nell’iniziativa europea Esa-Lll, relativa alle opportunità di lancio a basso costo di satelliti leggeri, decisa nel 2016 dal Consiglio ministeriale dell’Esa per preparare la strada a nuovi servizi standard per satelliti leggeri utilizzando i veicoli di lancio europei Vega/Vega-C e Ariane 6. In questa prospettiva è destinato a giocare un ruolo importante il dispenser Ssms, in grado di trasportare decine di satelliti di dimensioni diverse grazie alla sua struttura modulare e leggera, costruita in fibra di carbonio. Grazie ad esso Vega potrà offrire opportunità di lanci economici e per piccoli satelliti.

“Questo lancio dimostra la capacità dell’Esa di utilizzare l’innovazione per abbassare i costi, diventare più flessibile, più agile, e per compiere passi verso la commercializzazione”, ha osservato il direttore generale dell’Esa, Jan Wörner. Soddisfatto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), secondo cui “il lancio di Vega rappresenta simbolicamente la ripartenza dell’Italia dello spazio dopo il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, che ha rallentato la produzione, ma non ha spento la creatività e la voglia di innovare di questo importante comparto dell’economia italiana”.

 

Aggiornato il 03 settembre 2020 alle ore 17:55