La space economy e la cooperazione innovativa tra Italia e Australia

L’importantissima notizia della costruzione del più grande osservatorio radioastronomico del mondo, lo Square Kilometer Array, ufficialmente iniziata in Australia dopo tre decenni di ricerca, ha innescato un nuovo slancio alla cooperazione scientifica spaziale e al tessuto imprenditoriale legato all’aerospazio. Più di 100mila antenne saranno costruite nel Paese di Wajarri, consentendo agli astronomi di sbirciare indietro di miliardi di anni, scrutando la nascita di galassie e pianeti. Novità che rilanciano anche la cooperazione diplomatica tra l’Italia e l’Australia che in occasione della prima Giornata nazionale Italiana dello Spazio, che si celebra il 16 dicembre in Australia, ha visto l’Ambasciata Italiana a Canberra organizzare, presso l’osservatorio astronomico di Mount Stromlo, un’importante conferenza sulle potenzialità offerte dall’economia dello spazio e dalle collaborazioni scientifiche e tecnologiche tra Italia e Australia.

Il 7 dicembre si è svolta la conferenza “There’s a lot of space for collaboration. Past, present and future of Italy-Australia common projects to celebrate the National Italian Day Space”, realizzata dall’Australian National University e dall’Istituto Italiano di Cultura di Sydney, con la partecipazione dell’addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia, Marco Lazzarino e l’intervento introduttivo dell’Ambasciatore d’Italia in Australia, Paolo Crudele.

I lavori del workshop sono stati una gradita occasione anche per riannodare le ultime novità scientifiche elaborate dai numerosi accademici e ricercatori impegnati nella ricerca spaziale e che vedono una dinamica cooperazione scientifica tra le autorità accademiche italiane e quelle australiane, anche grazie al progetto Space Industry Responsive Intelligent Thermal, finanziato nel 2020 dall’Australian Space Agency (Asa), come prima missione spaziale selezionata in base ad una gara e volta alla progettazione e allo sviluppo di un sofisticato nano-satellite destinato a far progredire le attuali capacità dei satelliti nelle aree di operazioni autonome, senza sottovalutare gli impatti positivi in termini di comunicazioni, propulsione e gestione termica.

I relatori al workshop sono stati Michele Trenti, coordinatore del progetto Space Industry Responsive Intelligent Thermal; Eduardo Trifoni, responsabile della National Space Test Facility dell’Australian National University (Anu); Arvind Ramana, direttore del programma Uplift dell’Asa, con un collegamento dall’Italia da parte dei ricercatori del progetto Hermes, partner del progetto Spirit, e di Lorenzo Natalucci, coordinatore del progetto europeo Ahead; dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

D’altronde, la cooperazione spaziale tra i due Paesi ha vissuto un grande slancio dopo la sottoscrizione della Dichiarazione d’Intenti tra l’Agenzia Spaziale Italiana con l’Agenzia Spaziale Australiana (Asa) per l’avvio di attività congiunte sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). La dichiarazione, sottoscritta per l’Asa dal presidente Megan Clark e da Giorgio Saccoccia dell’Asi, costituì il primo passo nell’implementazione del Memorandum d’Intesa firmato tra le due Agenzie, ponendo le basi per sviluppare nei prossimi anni dei payload scientifici congiunti sulla Iss. Nel corso degli ultimi anni, l’industria e l’eccellenza italiana dell’aerospazio, pensiamo a ciò che sta meravigliosamente generando l’ecosistema imprenditoriale e istituzionale di Colleferro, ha sempre presentato alla comunità industriale spaziale australiana un tessuto imprenditoriale italiano ancorato a innovative attività spaziali, dalle mille potenzialità di sviluppo, specie nel campo dell’osservazione della Terra e più in generale nel settore scientifico o in quello dell’uso dei dati radar.

Aggiornato il 08 dicembre 2022 alle ore 11:59