A Seafuture 2023 le innovazioni delle Marine militari e della Difesa

Si è conclusa con successo l’ottava edizione di Seafuture che ha visto la partecipazione di oltre settanta delegazioni provenienti da tutto il mondo. Le delegazioni, composte da varie Marine militari di numerosi Paesi, Capi di Stato Maggiore, Segretariati Generali della Difesa e numerose imprese legate al mondo del mare e della Difesa, hanno avuto l’opportunità di presentare le nuove proposte e progettualità a numerosi esperti e rappresentanti istituzionali di vari governi. Gli espositori registrati sono stati 310 e sono state più di 80 le aziende estere presenti a Seafuture.

Il posizionamento di Seafuture tra le manifestazioni europee leader nei settori delle tecnologie del mare, della sicurezza e della difesa è consolidato come dimostrano gli oltre 3mila B2b organizzati e gli oltre 20mila partecipanti.

“Ringrazio tutti coloro che ci hanno seguito ed efficacemente affiancato in questi giorni di grande dedizione: espositori, delegazioni italiane ed estere, istituzioni, sponsor, maestranze, visitatori, scuole, università, associazioni e giornalisti” ha affermato Cristiana Pagni, presidente di Italian Blue Growth, società che ha organizzato i lavori di Seafuture. “Seafuture rappresenta ad oggi un unicum per la Blue Economy nel bacino del Mar Mediterraneo, un hub imprescindibile per rilanciare l’economia del Paese all’insegna della sostenibilità, dell’innovazione e della transizione energetica e l’interesse dei numerosi partecipanti lo testimonia”, ha sottolineato la presidente di Italian Blue Growth.

Il nostro Paese, per la sua posizione strategica e centrale sul Mediterraneo deve giocare un ruolo da leader a livello europeo puntando sul mare: non è un caso che il 25 per cento del Pil derivi dalle attività collegate alla risorsa blu. Anche gli ultimi dati di Confartigianato, presentati proprio a Seafuture, evidenziano che le produzioni nelle zone costiere italiane rappresentano il 50,6 per cento del Pil contro una media del 36,6 per cento nei paesi dell’Unione europea.

Inoltre, a livello globale è ormai evidente che le nuove sfide si giocheranno nella dimensione subacquea: sui fondali sono collocate le infrastrutture strategiche per l’approvvigionamento energetico e per le telecomunicazioni digitali. Durante i lavori, variegati e stimolanti sono stati i sea talk, i dialoghi sul mare, cui hanno aderito conferenzieri conosciuti a livello internazionale come Roberto Danovaro, Ferdinando Boero, Patrizia Majorca e Silvia Pagnoscin. Sinergie e nuove opportunità economiche da implementare attraverso la conoscenza e la formazione per incidere sul futuro del Mediterraneo, lavorando sulla tutela e la conservazione dell’ambiente marino.

All’evento ha partecipato anche il Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale degli Armamenti (Segredifesa) con uno stand dedicato, dove sono stati presentati alcuni progetti di ricerca tecnologica innovativi, selezionati nell’ambito delle attività del Piano nazionale della ricerca militare. Segredifesa ha organizzato due conferenze dedicate alle tecnologie emergenti e alle innovazioni in ambito navale e subacqueo, moderate dal Contrammiraglio Pietro Alighieri e dal Capitano di Vascello Francesco Marchetti, che hanno riscontrato un notevole successo di pubblico. Un’occasione di confronto con interlocutori istituzionali e industriali, sia nazionali che stranieri, circa le attività svolte dall’area tecnico-amministrativa del dicastero della Difesa nel campo dell’innovazione tecnologica, in particolare nell’ambito marittimo. Molte le aziende di settore presenti, quali Fincantieri, Naviris, Elettronica Group, Cabi Cattaneo, Telsy, Leonardo, Intermarine, Mbda, Baglietto Navy, Saab, Volvo Penta, Ferretti Security Division, insieme ai consorzi di piccole e medie imprese dei distretti tecnologici e dei principali poli industriali, incubatori accademici e start-up innovative.

Seafuture 2023 è stata l’occasione anche per parlare di alcuni progetti sviluppati negli ultimi anni dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale nel campo della blue economy. Tra questi, il progetto Prisma-Med ha sperimentato con successo modalità innovative di gestione delle diverse tipologie di rifiuti prodotti e raccolti in mare, per la maggior parte, da pescatori e diportisti nautici, attraverso una proficua attività di consultazione degli stakeholders coinvolti e l’installazione di due eco-isole presso una banchina locale.

Aggiornato il 12 giugno 2023 alle ore 11:13