Le imprese italiane nelle missioni spaziali

L’evoluzione delle missioni spaziali ha ridefinito profondamente il loro significato da quando, il 20 luglio 1969, Neil Armstrong mise piede sulla Luna. L’industria spaziale, che durante la Guerra fredda era sostenuta da una rivalità politica e militare tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, si è trasformata in un’impegnativa e fruttuosa collaborazione internazionale. Gli Stati Uniti e la Russia, una volta unici attori nello spazio, hanno visto l’affermarsi di nuove potenze come la Cina, il Giappone e l’India, mentre in Europa le piccole e medie imprese italiane ricoprono un ruolo di primo piano. A livello globale, l’economia legata allo spazio sta attraversando un periodo di costante crescita guidata dal governo statunitense, che nel 2022 ha investito 62 miliardi di dollari. Un sostegno finanziario è arrivato anche dall’Unione europea, che ha stanziato un budget di 15 miliardi di euro da impiegare nel settore tra il 2021 e il 2027.

Sebbene le Piccole e medie imprese italiane (Pmi) abbiano dimensioni considerevolmente più piccole rispetto ai giganti spaziali americani come SpaceX di Elon Musk, giocano un ruolo di primo piano nei programmi dell’Agenzia spaziale europea (Esa). In Italia, infatti, circa trecento delle aziende che operano nel settore dello spazio (l’80 per cento) sono Pmi alle quali le poche grandi società appaltano la realizzazione delle componenti dei satelliti. In Europa, queste grandi società sono tre: la francese Airbus, la tedesca Ohb e la joint venture italo-francese Thales Alenia Space, di cui Thales detiene il 67 per cento e Leonardo il 33 della proprietà. Thales Alenia Space nel 2022 ha registrato un fatturato consolidato di circa 2,15 miliardi di euro e attualmente collabora con la Nasa, l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Fornisce anche infrastrutture orbitali e sonde che vengono impiegate per lo studio di Marte, della Luna e per l’esplorazione dell’universo. La collaborazione italo-francese ha realizzato importanti missioni, come la sonda europea su Titano, una delle lune di Saturno, e l’ExoMars Trace Gas Orbiter, una sonda che orbita attorno al pianeta rosso e permette le comunicazioni con la Terra.

Leonardo, azienda leader nel settore della difesa italiana partecipata per il 30 per cento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è coinvolta anche nella produzione di satelliti in collaborazione con Thales Alenia Space e nel lancio degli stessi in orbita tramite Avio, di cui possiede il 29,63 per cento delle azioni. Leonardo, inoltre, possiede il 67 per cento di Telespazio (Thales ne detiene il restante 33 per cento), società che offre servizi per monitorare i satelliti in orbita e che nel 2022 ha fatturato 650 milioni di euro. A sua volta, Telespazio è socio per l’80 per cento di e-Geos, azienda che impiega l’Intelligenza artificiale nell’elaborazione di dati provenienti dalle ricerche spaziali, condividendone la proprietà con l’Asi. E-Geos svolge un ruolo cruciale anche in situazioni di emergenza causate da calamità naturali, elaborando i dati raccolti dal sistema di rilevazione satellitare europeo, Copernicus, e fornendo immagini delle zone colpite alle autorità che, in questo modo, possono svolgere interventi più tempestivi e mirati nelle aree maggiormente danneggiate.

A queste grandi aziende con rilevanti partecipazioni pubbliche si affiancano sempre più start-up, anche italiane, attratte dalle opportunità economiche che offre l’esplorazione dello spazio. Un esempio virtuoso è la torinese Aiko Space, che sviluppa software di Intelligenza artificiale per l’automazione delle missioni spaziali ed è stata la prima azienda a far funzionare in orbita una tecnologia di deep learning che insegna ai satelliti a riconoscere e scartare le immagini coperte dalle nuvole. Nonostante i successi e le innovazioni, l’industria spaziale italiana deve affrontare alcune sfide legate alle sue dimensioni medio-piccole e alla difficoltà di offrire garanzie per l’accesso ai capitali necessari a competere nei mercati extra-europei. Tuttavia, la dinamicità delle Pmi e delle start-up italiane continua a spingere l’innovazione lungo tutta la filiera spaziale, portando l’Italia a essere un nuovo protagonista nelle missioni spaziali.

Aggiornato il 25 luglio 2023 alle ore 16:41