Il Partito Pirata si prepara alle urne

Se gli italiani fossero andati alle urne ieri, avrebbe ottenuto l’1,1%. Quanto Fiamma Tricolore, Api, Mpa e Grande Sud messi assieme. È il Partito Pirata, il movimento per le libertà digitali che alle prossime politiche sogna di “fare il botto” come in Germania. Ne abbiamo parlato con Shining (il nickname è d’obbligo), uno dei circa 150 tesserati sparsi in giro per la Penisola.

«È un dato molto positivo» commenta. «Nel 2009, in Germania, il Partito Pirata aveva all’incirca l’1% dei consensi. Oggi nei Lander la media si aggira attorno al 10%. Lo prendiamo come il primo segnale premonitore dell’ascesa». Prima di pensare in grande, però, c’è da allargare la base degli iscritti. Un passo essenziale non solo per rinfoltire le fila del partito, effettivamente piuttosto scarne a dispetto del crescente appeal, ma anche per scrivere il nuovo programma politico: «Come si può leggere sul nostro sito web, per il momento abbiamo un programma molto essenziale, limitato alla difesa delle libertà e dei diritti digitali» spiega Shining. «Sappiamo bene che in Italia esistono anche altri problemi, ma vogliamo stabilire i nostri punti assieme a quanti più iscritti sarà possibile. Siamo convinti che quante più intelligenze faremo convergere, tanto migliori saranno le proposte».

Non è un partito come gli altri: «Non abbiamo una segreteria, non abbiamo un direttivo, non abbiamo un comitato centrale. Non esiste nemmeno un portavoce: tutti sono autorizzati a parlare a nome del movimento, portando avanti i temi e gli argomenti condivisi dagli iscritti. Il nostro – dice ancora Shining - è un partito orizzontale costituito su un’assemblea permanente on-line, dove chiunque può avanzare proposte, integrarle, proporne la modifica o la bocciatura». Il concetto è quello della cosiddetta democrazia interattiva proposta dal sito web liquidfeedback.com, dove le idee vengono discusse e votate attraverso il metodo Schultze: «Non passa l’idea più votata, ma si esprime un ordine di gradimento tra le varie idee avanzate, dalla quella preferita a quella cui si è decisamente contrari. In questo modo il risultato finale consente di adottare effettivamente la proposta più gradita alla maggioranza più ampia dei votanti». E allo stesso modo, assicura Shining, verranno compilate anche le liste dei futuri candidati.

Vi ricorda qualcosa, vero? «In tanti, effettivamente, si sono lanciati nel paragone tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Pirata» ammette Shining. «Diciamo che chi sta nella base del M5S potrebbe essere tranquillamente uno dei nostri. Fossimo nati prima noi, magari molti tra loro ci avrebbero votato». Ma c’è una grande differenza che i grillini invidiano, ed è proprio il liquid feedback. «Noi ce l’abbiamo, loro no».

Ok, ma il Partito Pirata è di destra o di sinistra?  «Siamo fuori da questi schemi» dice Shining. E mica per evitare di rispondere, anzi: «I nostri principi ispiratori sui diritti digitali e della persona arrivano certamente dalla cultura liberale, ma la nostra attenzione ai giovani e alla precarietà è segno di una vocazione social-democratica. Il resto del programma lo faranno gli aderenti con le loro idee». Insomma, chi vuole dire la sua sul Partito Pirata, salti a bordo.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:55