Oltre l'ottimismo montiano

Le acque sono tornate ad agitarsi. La Borsa ha perso il 3,29% e nonostante il Tesoro abbia collocato 9 miliardi di BoT a 6 mesi con tassi in netto calo, lo spread è risalito verso quota 380. I mercati subiscono il contraccolpo dell’aggravarsi della crisi spagnola – Pil in caduta anche nel III trimestre, deficit statale già oltre gli obiettivi europei, buchi di bilancio delle autonomie e delle casse di risparmio, e come se non bastasse i tumulti degli indignados e le spinte separatiste della Catalogna – e sanzionano il ritardo di Madrid nel chiedere l’attivazione del piano di aiuti ESM/Bce, ormai non più questione di “se”, ma di “quando” e a quali condizioni.

Era già accaduto la scorsa primavera. Ogni volta che il premier Mario Monti sparge ottimismo, ecco il brusco risveglio. Un paio di settimane fa aveva parlato di «luce in fondo al tunnel», nei giorni scorsi di un 2013 «in ripresa» per l’Italia, nonostante il netto peggioramento delle stime governative. Martedì, in un’intervista alla Cnn, si è detto «più ottimista sul futuro dell’Europa», di cui ha discusso l’altra sera a cena con il gotha dell’economia e della finanza americana, tra cui il segretario al Tesoro Geithner e il finanziere Soros. Ma se i mercati sono bizzosi e volubili, anche gli ultimi dati della nostra economia reale sono sconfortanti e sembrerebbero sconsigliare qualsiasi ottimismo. Consumi al minimo storico: nel mese di luglio -0,2%, nel trimestre -1% rispetto al precedente, mentre rispetto a luglio 2011 -3,2%. Mai un calo del genere dal dopoguerra ad oggi.

La contrazione colpisce duramente tutti i prodotti (alimentari -2% e non alimentari -3,8%) e le forme di distribuzione (grande -2,3% e piccola -3,8%). Calo ancora più marcato su elettrodomestici (-3%), giocattoli (-5,6%) e arredamento (-5,2%). In forte diminuzione anche le vendite di immobili: nei primi tre mesi dell’anno -16,9% rispetto allo stesso periodo del 2011 (-17,2 le abitazioni e -6,3 gli immobili ad uso economico). Un crollo connesso anche alla stretta sui mutui: nel I trimestre di quest’anno ne sono stati concessi il 49,6% in meno rispetto al 2011 (-39,2 quelli garantiti da ipoteca e -63,6 quelli non garantiti).

Le stime Svimez, che prevede nel Mezzogiorno un calo del Pil del 3,5% rispetto al -2,5 nazionale, e una disoccupazione reale al 25,6% nel 2011, hanno allarmato il capo dello Stato Napolitano, che presentando il rapporto ha sottolineato come «nel quadro dell’obbligato risanamento dei conti pubblici, che deve coinvolgere tutti i ceti sociali, a cominciare dai più abbienti», sia «urgente» operare per la crescita, anche attraverso la «mobilitazione di tutte le risorse economiche e sociali del Meridione». Il segretario del Pd Bersani si dissocia, con una punta di polemica, dall’ottimismo del professore. «Lo spiraglio non c’è, perché accelerano recessione, disoccupazione e calo dei consumi.

Bisogna dire parole di verità». E se il rigore di Monti è «un punto di non ritorno, noi dobbiamo metterci più lavoro e equità», perché sul «tema sociale il governo è troppo algido». Monti dunque in due giorni s’è preso dell’«algido» da Bersani e del «ligio alla Merkel» da Berlusconi. Schermaglie da campagna elettorale, che il professore mostra di incassare (nelle sue risposte alla Cnn non c’è traccia dell’irritazione nei confronti del Cav attribuitagli, invece, con un uso molto “old media” dei virgolettati, dall’HuffPost italiano). Può permettersi di lasciar giocare i “ragazzi”, sono gli scandali a parlare, e l’ipotesi Monti-bis apparirà facilmente come l’unica realistica tra le macerie dei partiti.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:41