Val di Susa, i No Tav e l'acciaieria

Giornata di protesta dei dipendenti dell’acciaieria Beltrame in Val di Susa contro la chiusura dello stabilimento annunciata dall’azienda. Il corteo si è spostato da San Didero a Borgone di Susa, poi la manifestazione davanti al Municipio. La marcia dei lavoratori è stata lunga, di tre chilometri circa, dall’acciaieria di San Didero al Municipio di Borgone Susa, ma è stata una marcia che idealmente ha attraversato tutta la Val di Susa. Il Gruppo Beltrame attivo nel panorama siderurgico dal 1896 è leader europeo nella produzione di laminati mercantili. Con circa 2.600 addetti, quattro acciaierie e dieci laminatoi distribuiti in nove siti produttivi ubicati in Italia, Francia, Svizzera e Romania. Il Gruppo è commercialmente presente in tutti i mercati mondiali. . La chiusura annunciata dello stabilimento lascerebbe sul campo centocinquanta lavoratori subito ma minerebbe anche la sopravvivenza del laminatoio, con altri centocinquanta addetti ed un vasto indotto di imprese.

«Significherebbe mettere in ginocchio circa duemila famiglie; in questo momento assolutamente non è una cosa sostenibile voglio dire teniamoci questo prezioso stabilimento e soprattutto salvaguardiamo il lavoro, questa è la nostra missione di enti locali» ha riferito Paolo Alpe, sindaco di Borgone Susa. Così davanti al municipio si sono schierati in tanti, la comunità montana, alcuni sindaci, parlamentari, assessori provinciali e regionali. Il problema della Beltrame sono i costi troppo alti rispetto allo stabilimento francese dove il gruppo vorrebbe trasferire l’attività. Ecco allora l’idea lanciata da Claudia Porchietto, assessore regionale al lavoro, cioè quella di utilizzare parte dei fondi compensativi legati alla Tav per ridurre gli oneri aziendali. Un’idea che però deve fare i conti con le leggi europee e soprattutto con il fronte No Tav che è insorto a partire dal Movimento Cinque Stelle e dalla Fiom.

L’assessore regionale ha subito replicato: «In un momento come questo in cui manca il lavoro e le aziende chiudono, io passo sopra a qualsiasi partito politico e ideologia politica, ma cerco di concentrarmi sul tema di come mantenere aperte le aziende e mantenere i posti di lavoro in Piemonte e chiaramente in questo caso in Val di Susa». Il futuro è ancora tutto da scrivere, visto che il primo appuntamento utile sarà l’incontro a Roma al Ministero dello Sviluppo, giovedì 11 aprile.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:45