Truffa informativa in diretta tv

Fantastico sentirli parlare di democrazia. Noi gli unici democratici, gli altri dittatori, padroni, personaggi da autoritarismo populista, manipolatori di consensi. Anche il nuovo segretario del PD, il pluridecorato sindacalista Epifani ha tenuto a sottolineare che il PD è l’unico partito oggi presente nel panorama italiano decisamente democratico, in quanto al suo interno si dibatte, si litiga, non si vota all’unanimità, esiste il confronto delle idee, ci sono le correnti (quelle della vecchia DC). Insomma si è definitivamente usciti dal centralismo democratico. Gli atri dal PdL di Berlusconi all’IdV di Di Pietro, dalla Lega di Bossi alla Sel di Vendola, da PRC di Ferrero alla Destra di Storace, da PCL di Ferrando a MS-FT di Romagnoli, da CSP di Rizzo all’UDEUR di Mastella, come pure la SVP di Theiner sono tutti partiti antidemocratici, diretti da padroni, fascisti, dittatori, affabulatori da mercato rionale.

Ma veniamo al democratico Floris, monarca in prima serata del servizio pubblico. Titolare della cattedra di formazione dell’opinione pubblica televisiva, docente di scienze politiche in versione telematica RAI TV, dominatore incontrastato dell’approfondimento della cultura politica del bel Paese. Ogni martedì sera il demiurgo della comunicazione politica pubblica ci propina quella truffa informativa che tanto piace a quel popolo erede del PCI, che non ha ancora imparato le regole della democrazia e non le imparerà mai, essendo geneticamente stalinista nell’anima e nel pensiero. Non posso essere liberamente con voi, finché non sarò libero di esservi contro, ripetevano i dissidenti sovietici quando partivano per i gulag, campi di lavoro correttivi, gestiti dalla polizia politica dell'URSS; un lavoro forzato per far capire ai compagni che tradiscono che per difendere il partito e, quindi, la democrazia bisogna reprimere gli oppositori politici con ogni mezzo. L’intelligente Floris per apparire equilibrato e neutrale invita uno o al massimo due rappresentanti della parte opposta, ma i figuranti che applaudono a comando sono tutti scelti opportunamente di sinistra.

La scelta degli avversari è molto oculata: se di spessore li interrompe con la pubblicità o con i servizi di Nando (Pagnoncelli) o altri, se scarsi li lascia parlare, come la portavoce dei parlamentari PdL, la Carfagna, in modo che si fanno del male da soli. Poi nelle scelte dei difensori della democrazia e della legalità batte tutti. Riesce a riesumare cadaveri di ogni specie umana forniti di titoli accademici di tutto rispetto. E’ un po’ di tempo che predilige i filosofi. Martedì ci ha servito una isterica professoressa di filosofia che ha criticato gli argomenti all’ordine del giorno (IMU, cuneo fiscale, debito pubblico, patto di stabilità, legge sui condomini, lavoro per i giovani, sostegno alle piccole e medie imprese, problema del credito, ruolo delle Banche e via cantando) e ha proposto i grandi temi del dibattito universale nella versione Zagrebelsky, quello Palasharp di Milano, un incontro tra le pattuglie dei più intelligenti e colte del Paese, non per parlare dei fenomeni sociali ed economici, delle strutture sociali, le loro organizzazioni, dei processi che uniscono (e separano) le persone, ma per invitare Berlusconi a “dimettersi”, sostenuta tra gli altri, da Umberto Eco e Roberto Saviano.

Il grande giurista Zagrebelsky, con la sua performance stile parroco di campagna ha evidenziato pesanti carenze in tema di politica, denunciato la mancanza dei fondamentali, assenza di studi e cognizioni che attengono alla politica come scienza e come prassi. Argomentazioni sconcertanti, che potrebbero essere attribuite a qualche nonna vecchio stampo, ricche di invettive, offese gratuite, confezionate in salsa “politica”. Noi non chiediamo nulla per noi, ma chiediamo per tutti, ha ripetuto banalmente nel corso dell’intervento. Parafrasando le sue stesse parole ( “non giudichiamo i reati, ma i comportamenti da un punto di vista politico”) possiamo sostenere che non serviva un uomo dallo spessore di Zagrebelsky per reiterare tutte le idiozie persecutorie che hanno investito il dibattito politico italiano ed hanno creato il vero regime della intolleranza, della falsità, della prepotenza dei facinorosi.

Copiare le rivolte spontanee, gli umori degli estremisti (salvo, dopo averli procurati, dissociarsi), le proteste illiberali degli studenti e dei c.d. intellettuali, potenziare le accuse del popolo indignato porta al regime, alla dittatura, al comunismo, al fascismo. Progetti per il futuro costruiti sulle barricate, propositi di cambiamento elaborati bastonando i poliziotti, assecondare passivamente le sciocchezze gridate dalla piazza e portate in Parlamento porta direttamente al regime, che a parole si vuole combattere. Il regime rosso della TV pubblica, con il campione di Ballarò, silenzia tutti, condanna, reprime, decide la morte politica dei dissidenti. Un modo dannoso di difendere i diritti, di ignorare i doveri, che si ritorce contro quelle stesse categorie che si crede di difendere. Una impostazione totalmente errata, un egualitarismo inteso al modello della CGIL, una cognizione della realtà distorta: gli immigrati tutti uguali, i magistrati tutti uguali, i dipendenti pubblici tutti uguali, gli artigiani tutti uguali, i commercianti tutti uguali, i lavoratori tutti uguali. Poi la grande divisione da una parte Noi per il bene del Paese, dall’altra Voi per il male del Paese.

Pubblico sì, privato no. Un manicheismo da dementi. Abbandonato il totem Zagrebelsky la sedicente professoressa di filosofia ha tuonato che non vuole i condoni edilizi, censurando la responsabilità della destra di averli approvati. Sembra di ascoltare, come nelle vecchie sezioni del PCI, quei militanti che dipingevano i democristiani forchettoni e ladri di polli. Bisognerebbe spiegare alla professoressa che il condono è la soluzione (forse errata, sicuramente criticabile) dell’abuso edilizio, la cui responsabilità ricade tutta sui comuni. L’abuso nasce sul “territorio”; il territorio è governato dai Sindaci e dalle Giunte comunali, che dovrebbero vigilare attraverso il corpo della Polizia Municipale in modo che non avvengano abusi edilizi. Come è possibile che solo dopo che lo scheletro in cemento armato di un palazzo ha raggiunto il 4° piano viene fermato dalle denunce dei proprietari dei terreni limitrofi, mentre la polizia municipale interviene prontamente se viene perimetrato con un cordolo in cemento, alto 20 cm, un campo da tennis? L’intervento della professoressa è stato chiuso da una standing ovation, alla quale ha partecipato con un bel sorriso il simpatico Floris. Il bello democratico della diretta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51