M5S e grillini? Ghigliottinati!

Ti opponi? Bene, allora ti taglio la testa! Per la prima volta un Presidente della Camera, espressione degli “ultralibertari e ultragarantisti”, ha applicato la “ghigliottina” prevista dal regolamento parlamentare per stroncare il tentativo di “filibustering” (il cui significato, secondo Wikipedia, è il seguente: “disegno dilatorio messo in atto dai gruppi di minoranza per ritardare o impedire l’approvazione di una legge”), a firma dei grillini del Movimento Cinque Stelle, che volevano definitivamente affondare lo scandaloso decreto governativo che abbina l’esenzione Imu alla riforma di Bankitalia.

Un’altra sorta di “omnibus” normativo, in cui il Governo imbarca gli argomenti più diversi e disparati senza rispettare più (accade ormai da molto tempo!) una qualsiasi “consecutio” e ratio legislativa. Complimenti al duo Letta-Napolitano! Signor Presidente della Repubblica, vorrebbe difendere il buon diritto di noi tutti alla decenza amministrativa? Metterà il suo sigillo a questo obbrobrio? E perché non rinviarlo alla Camere, in modo da dare l’opportunità a Governo e Parlamento di sistemarlo decentemente? Il ricatto è chiaro, Presidente Letta: se volete risparmiare sull’Imu, dovete concedermi di donare graziosamente alle banche private un bel mucchietto di miliardi per la loro ricapitalizzazione!

È così, signor Presidente del Consiglio? Botte da orbi ai “grillini”, perché, come dice Mao, basta “giustiziarne uno, per educarne cento!”? Siamo a questo punto di antidemocraticità? Ci dà, per cortesia, la statistica dei tempi impiegati in questa legislatura dal Parlamento, per discutere e approvare - a tamburo battente - i suoi provvedimenti d’urgenza, rispetto a quelli effettivamente impiegati dagli stessi onorevoli per discutere proposte di legge d’iniziativa parlamentare? Per i colleghi giornalisti: come mai il decreto Bankitalia è passato quasi sotto silenzio? Invece di fare pezzi roboanti sul malcostume istituzionale, politico e amministrativo del nostro Paese, perché non mettete il dito nella piaga del problema “Electrolux”, ad esempio?

Perché il fulcro della questione ci riguarda tutti, noi tartassati: ogni operaio di quell’azienda (come di tutte le altre!) costa - in media - al suo datore di lavoro circa 3mila euro, ma il lavoratore ne percepisce meno della metà in busta paga. Tutto il resto va a uno Stato Leviatano che più divora ricchezza e più s’ingigantisce, facendo fuggire imprese sane verso i Paesi della Ue a bassi livelli di tassazione e costo del lavoro (cosa che, tra l’altro, provoca la diminuzione delle entrate fiscali del “Monstrum” burocratico, obbligando i Governi - tutti! - ad aumentare le tasse, anziché far dimagrire il Mammuth!).

Io non insisterò mai abbastanza, sul drammatico nodo politico (quello vero!) che sta annientando qualsiasi speranza di costruire un “Nuovo Rinascimento” (etico, culturale ed economico) del Sistema Italia. Ovvero: dal 1948 ad oggi esiste una maggioranza elettorale “consociativa”, che vive, in modo diretto o indiretto, di spesa pubblica! Questo significa, in pratica, che chiunque voglia sperare di vincere le elezioni, non può in nessun modo inimicarsela, come accadrebbe se si proponesse l’adozione di misure drastiche (come quelle “già” adottate dal mondo anglosassone) per ridurre l’impatto della spesa dello Stato, per il pagamento di stipendi e pensioni degli impiegati pubblici.

E sapete perché non si vuole il trasferimento in digitale (possibile e fattibile: si pensi all’Internet-banking che, quasi per miracolo, ha eliminato le file agli sportelli!) di tutto l’apparato burocratico? Semplice: quel disastro (a proposito: il “Corrierone” e gli editorialisti, professori illustri, di quel quotidiano, quando si decideranno a parlarne?), per cui il 90% e passa di “tutte” le attività di tutte le PP.AA. è devoluto a pratiche e prassi di “auto-amministrazione” (quelle, cioè, di nessun interesse per il cittadino contribuente), assicura la sopravvivenza per un numero altissimo di impieghi parassitari. Se questi ultimi (come accadrebbe con l’introduzione a sistema della “scrivania virtuale”) fossero portati alla luce ed eliminati, allora, in un solo istante, verrebbero annientate le lobbies sindacali e burocratiche, che vivono di stipendi pubblici, con particolare riferimento all’alta e media dirigenza. Costoro, oltre che a essere inamovibili (come, del resto, tutti gli altri impiegati pubblici!), sono del tutto autoreferenziali e non rispondono in alcun modo dei risultati raggiunti.

Abbiamo tutti sotto gli occhi, o no, gli scandali nelle municipalizzate, nella sanità, nell’amministrazione della cosa pubblica, in genere, per rendercene conto? Chiedo a Renzi: lo sa, segretario, che ci vorrebbe una riforma decente del Titolo V che mettesse fine allo scandalo di decine di migliaia di enti locali ed enti pubblici (per non parlare di quegli altri piccoli Leviatani, che sono le amministrazioni regionali!), al fine di riorganizzare la presenza dello Stato nel territorio? Sa perché, da molto tempo, non si riesce a fare? Perché vorrebbe dire, in pratica, che i suoi (ne avete centinaia di migliaia, anche voi!) burocrati, funzionari di partito, politici trombati, ecc., sarebbero “disoccupati” (come milioni di italiani innocenti!), per effetto di quella stessa riforma, e non potrebbero più vivere di spesa pubblica. È in grado, lei, di dare un colpo d’ala simile?

Non stia lì a fare i giochini (squallidi e inconcludenti, perché alla fine, la riforma che ne verrà fuori, vedrà, sarà ancora peggio del “Porecellum”) sulla legge elettorale e dica piuttosto quali sono i provvedimenti tutti “lacrime e sangue” per ricondurre alla ragione la politica partitocratica e una burocrazia asfissiante, che fa fuggire gli investitori internazionali, e “uccide” aziende che debbono vivere di mercato. Due parole su Bankitalia, ora (in proposito: radicali, se ci siete, battete un colpo, che diamine! Qui ci starebbe - alla grande! - un bel referendum abrogativo!), facendomi aiutare dalla Rete.

In sintesi si potrebbe asserire che, con il provvedimento bi-fronte (Imu + Bankitalia) si chiede alle banche azioniste di Bankitalia di pagare 1,5 miliardi, ora e adesso, per compensare il mancato gettito dell’Imu, concedendo loro, in cambio, di riceverne altri 4 di miliardi, pagati da Bankitalia, per l’eccedente il 5% di quote, di San Paolo e Unicredit (che fanno in soldoni, per queste ultime, un regalo di 2 miliardi a testa!). In pratica, si utilizza la riserva di Bankitalia per spartire 4 miliardi tra Stato e banche.

Ma, qual è il problema, volendo ritenere (e ci sarebbe da scrivere un libro “a contraris”!) “virtuoso” il provvedimento? Che, con tale manovra, si va a coprire 1,5 di spesa corrente e non si opera nessun taglio strutturale sulla spesa pubblica! Quindi, l’anno prossimo il Governo Letta, o chi per lui, ne dovrà trovare altrettanti! Non si sarebbe potuto fare molto di meglio, dando seguito - con i fatti - ai rilievi della Corte dei Conti, che ha stimato pari al 10% (e quindi, pari a 80 miliardi, su 800 miliardi/anno di spesa corrente dello Stato) i sovracosti di tutti gli appalti pubblici? Morale: prima ci diamo un Governo e un Parlamento decenti e meglio è!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:07