L’anno del cavallo e della… volpe

“In omaggio all’anno del cavallo, dobbiamo correre più veloci”, così il Premier segna la sua prima tappa della campagna asiatica, con un’altra delle sue frasi ad effetto, di quelle che non suonano come semplici battute suggerite dall’umore del momento, ma proprio studiate a tavolino. Dal Vietnam il messaggio è rimbalzato in tutti i Tg, in tempo reale, e su tutta la stampa il giorno dopo. Almeno fino al ritorno in Italia, giusto in tempo per il varo della riforma della Pubblica Amministrazione, che capita a fagiolo, per far passare in secondo piano la scollatura dei senatori del Partito Democratico a Palazzo Madama dopo la destituzione, dalla Commissione Riforme costituzionali, di Corradino Mineo e lo stuolo di polemiche che ne è seguito. Salvifica dunque quella famosa rivoluzione da materializzarsi proprio nel seno all’Esecutivo: Rivoluzione al Governo, un’altra trovata retorica dall’eco prevedibilmente di successo.

Il provvedimento, annunciato per la fine di aprile, e che ha visto la luce solo la settimana scorsa, ad oggi però non è ancora arrivato al Quirinale per la firma del Presidente. Tanto era urgente il famoso decreto che la Ragioneria generale dello Stato lo sta ancora esaminando per le verifiche tecniche necessarie. Oltretutto non porta nemmeno tutto quello che si prometteva, perché pare che la pioggia di mail arrivate, tantissime mail, tante da costringere il Dipartimento della Funzione pubblica a chiedere il soccorso del Dipartimento di Statistica de “La Sapienza” per catalogarle, abbiano fatto cambiare idea su alcuni punti, e guarda caso proprio quelli che avrebbero fatto la differenza. Da non credere quale cifra di opinione pubblica e cittadinanza attenta, impegnata e coinvolta sull’agenda di Governo abbiamo in Patria!

Sarà pure l’anno del cavallo dall’altra parte del Globo ma, in terra italica è sicuramente l’anno della volpe.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:15