Metamorfosi del globo,   l’analisi di Giulio Terzi

L’XI edizione del workshop - organizzato lo scorso 5 luglio dal think tank “Il Nodo di Godio” con il centro studi “Vox Populi” - ha trattato delle “Metamorfosi del Globo” incentrando l’analisi sulle mutazioni e rivoluzioni in atto nel globo, soffermandosi sugli aspetti economici, geopolitici e militari. La giornata di studi è stata concepita come preziosa occasione per comprendere le nuove dinamiche in atto nelle relazioni internazionali in campo economico, diplomatico e culturale. L’importanza dell’appuntamento si evince anche dal patrocino del ministero degli Estesi, dell’Ocse, del Cnr e dalla regione Trentino Alto Adige Sudtirol.

All’evento ha partecipato anche l’ambasciatore, già ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, che ha sottolineato l’importanza delle dinamiche delle trasformazioni in corso nell’ambito delle relazioni internazionali, senza dimenticare l’importanza del riaffermarsi della geopolitica anche nel nostro paese, soprattutto in occasione del semestre europeo a guida italiana.

Terzi ha descritto la situazione dell’Europa e dell’Italia all’interno di una confluenza di “archi di crisi” che toccano la dimensione euro-atlantica come nessuna altra parte del mondo: il sistema continentale di sicurezza, sottolinea Terzi, è definitivamente compromesso, e va reinventato. Protezione delle minoranze nazionali attraverso l'impiego della forza, contrapposizione tra allargamento dell’Ue e dell’Unione Euroasiatica, e utilizzo dell’energia come nuova “arma di distruzione economica di massa” rappresentano le gigantesche sfide che gli europei hanno dinnanzi.

In una misura senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale, è l’Europa che deve affrontarle, contando certamente sul sostegno, ma non più sulla leadership esclusiva e incondizionata, di Washington. Più a Sud, nel Grande Mediterraneo da Gibilterra al Golfo, ci sono ancora le onde lunghe delle Primavere Arabe a colpire le nostre sponde. La crisi sirio-irachena, alimentata dall’espansionismo iraniano e dall’opportunistico sostegno Russo, sta trasformandosi in un’enorme repressione antisunnita tra la regione dell’Anbar e il deserto siriano: Assad insegna ad Al Maliki, e l’Occidente e l’Italia si devono però assumere i costi di questo immane disastro umanitario, con flussi di rifugiati che invadono il Mediterraneo non solo da Sud ma ora in un impressionante crescendo anche da Est.

Secondo Terzi è troppo facile lamentare l'assenza dell’Europa senza cercare di comprenderne i “perché”. Risulta certamente veritiero che l’Ue è stata assente e incerta nella crisi siriana, tardando nell’agire in sostegno dell’opposizione siriana quando le infiltrazioni Jihadiste potevano essere controllate. I punti cardinali della propria politica estera, di sicurezza e di difesa - in Europa, nel Mediterraneo, in Africa – l’Italia li deve assolutamente condividere con i Paesi che “hanno” una vera politica estera. Non ha senso lamentarsi di un Europa che non c’è finché gli interessi di alcuni Paesi continueranno a valere il doppio di quelli degli altri partner Ue.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:17