Tolleranza saggia   e insieme bifolca

L’Era del “Tal… vecchio” segna subito un ritorno ai tempi antichi. L’Era del calcio a tolleranza zero e chiacchiere a mille evapora. Striscioni, bandiere e urla che esporranno l’opinione dei veneti sui comportamenti del Vesuvio e dell’Etna e quelli che ribadiranno cosa pensano romani e napoletani gli uni degli altri, insulti tra meridionali che vivono al nord e quelli rimasti al sud, non saranno più “un comportamento discriminatorio sanzionabile quale illecito disciplinare, responsabilità oggettiva delle società di calcio”.

Multe alla società e chiusure delle curve tranne che “nei casi più rilevanti, aggravati dalla recidiva” verranno meno. Le norme di giustizia sportiva che volevano mostrare virile e politicista determinazione nel mettere tutti in regola erano state più volte sbeffeggiate nel modo più clamoroso tanto da far pensare che come molte norme sul traffico fossero pensate solo per far cassa.

Ora si può sperare che gli orgasmi insultori sfoghino nella verbalità e nella creatività da spalti, evitando che finisca per esplodere in sparatorie e assalti all’arma bianca. La modifica degli articoli 11 e 12 del Codice di giustizia sportiva non faranno ritornare negli stadi le famiglie, vuoi per i costi proibitivi, vuoi per la scomodità, vuoi per la scarsa qualità di visione la cui versione televisiva e internettiana è imbattibile.

È comunque una scelta di buon senso che si rende conto che la censura su tutte le cosiddette “offese, denigrazione o insulto per motivi di origine territoriale”, come quelle di tipo razziale o sessista, finisce facilmente per essere censura e basta, un divieto alle opinioni e alla libertà di espressione. Mentre si valutavano le parole con il bilancino, abbiamo avuto morti, sparatorie e stadi in ostaggio, con masse di forze dell’ordine mobilitate senza capacità di impiego. Meglio celle negli stadi per chi alza mani, pali, spranghe e altri legni e metalli contundenti e completa libertà di parola, scritto e insulto, perché can che abbaia non morde. E la legge dovrebbe preoccuparsi solo dei morsi.

Sulla rivincita del buon senso della provincia e dei bifolchi ora cadrà una tempesta dalle penne oligarchiche della correttezza a ogni costo. Buon segno. Cominciate a preparare striscioni agghiaccianti per il mister da 5 milioni l’anno appena nominato dai vecchi commissario tecnico della nazionale di calcio. Ogni riferimento regionale e cittadino è altamente consigliato.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14