Il verbo di Renzi:   “In articulo mortis”?

S. Matteo e l'articolo insuperabile: il n. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Cari lettori, siamo immersi in un’imponente narrazione del cambiamento prossimo venturo: per uscire dal “secolo buio” (quello del cattocomunismo), sogniamo l’aurora del social-liberalismo! Il sole, di quella teoria è la libertà d’intrapresa, nonché la costruzione e realizzazione di uno Stato equo e “leggero”, garante di un regime sostenibile di welfare solidaristico. Affinché gli ultimi, per dire, possano divenire i primi, grazie a un efficiente, oliato ascensore sociale, oggi completamente bloccato dai gattopardismi e dallo stesso blocco d’interessi, che ha governato l’Italia dal fascismo a questi inizi del XXI secolo. Debbo dire che certi personaggi, un po' come nei romanzi, ci ispirano. Alcuni, per il dramma che portano dentro di loro. Altri (vedi Renzi) per il melodramma, o psicodramma nazionale, che inducono negli altri. Bene, rieccovi il drammone dell’abolizione dell’articolo 18 che, come riconosciuto da Susanna Camusso, riguarda, attualmente, solo una minoranza di lavoratori. Però cari colleghi, non facciamole domande un po’ sceme: non chiediamole perché la Cgil e la Triplice, in generale, non garantiscono quelle fasce che il lavoro non lo hanno o si occupano in “nero”.

Perché se, ovviamente, costoro non si configurano in “categorie”, iscrivendosi al sindacato, eleggendo così propri rappresentanti nella direzione, come fa la Camusso, o chi per lei, a dare loro la parola? È come andarsi a cercare gli astenuti alle elezioni e domandare loro per quale Partito avrebbero votato, se non si fossero astenuti! Ma, la cosa interessante riguarda la resa dei conti in atto tra i vari cacicchi attempati del Pd e la loro creatura rampante, Matteo Renzi, che sta perdendo colpi, in una sorta di caduta a vite, come un aereo acrobatico in fase di stallo. Riuscirà il nostro eroe a dare, all’ultimo momento, il colpo d’ala, obbligando i suoi reietti e renitenti sodali a votargli, casomai, la fiducia sull’art. 18 “attenuato” o, come dice lui, “a tutele crescenti”? Il bello di questa opera buffa, tuttavia, è la mancanza di una visione, che guardi un pochino più lontano di così. E, invece, gli interessati continuano a rimirarsi l’ombelico, fatto, in maggioranza, di giovani manichini, che hanno imparato a memoria la lezioncina renziana, ai quali si associa una minoranza di canuti ex giovani, esperti come volpi del deserto, e capaci di resistere - molto meglio dei primi - alla siccità elettorale.

Osservo che i rampantissimi, seppur ignoranti, giovinotti/e, hanno fame e sete di potere e di governo, come mai non si era visto, in un partito post-comunista. Gli altri, i canuti, invece, preferirebbero campare (alla grande) di opposizione, lasciando che quelli al Governo si brucino le dita, mentre loro si dedicano a una comoda protesta (parlamentare e/o di piazza), avvantaggiandosi dei rodatissimi meccanismi occulti di scambio, che fanno parte della sperimentata macchina istituzionale del Compromesso Storico. Attivissima, del resto, anche oggi. Che cosa altro rappresenterebbe, infatti, il “Patto del Nazareno”, se non un succedaneo dell’intesa storica tra cattolici e comunisti? Anche se Dc e Pci, in teoria, sarebbero scomparsi. Certo, formalmente è così. Ma quelle caste hanno “filiato” alla grande, disseminando i frutti del loro ventre politico, sia a destra che a sinistra. Basterebbero, per capire, alcune analisi del Dna, a proposito di padri e di padrini degli attuali leader, e leaderini!

Perché, la realtà italiana è una, ed è chiarissima: qui non si tratta di provare a rilanciare una crescita economica inesistente, drogando con maggiore flessibilità le politiche del costo di lavoro delle imprese italiane. Moltissime delle aziende attualmente operative non possono semplicemente stare sui mercati globalizzati, essendo fortemente sottocapitalizzate (ragion per cui le banche, strette dai vincoli di Basilea 3, non hanno margini per concedere credito), mentre da noi mancano, in modo davvero drammatico, le grandi aziende americane ed europee, in grado di creare nuova occupazione, con i loro successi industriali e commerciali. Per di più da noi è totalmente assente la mentalità americana (e il dinamismo occupazionale relativo), per cui, chi viene licenziato ha ragionevoli aspettative di trovarsi una nuova occupazione, nel medio breve periodo, proprio grazie alla vitalità di quel mercato del lavoro.

Avevo, inutilmente, avvertito Renzi, sul fatto che la sua “promozione” a Premier, da parte del Colle, avveniva, per la terza volta, senza un esplicito mandato da parte degli elettori e che si sarebbe trovato contro un Parlamento “bersaniano”. E, oggi, qual è l’alternativa che rimane a sua disposizione, per tagliare la testa al riluttante toro della minoranza di blocco del Pd, che lo aspetta come un brigante al passo, ai prossimi, delicatissimi impegni parlamentari? Per avere una speranza che la Troika che ci commissari, Renzi e la sua maggioranza dovrebbero chiedere un prestito internazionale, garantito da Francoforte e dal Fondo Monetario Internazionale. Impossibile. Prima di farlo, statene certi, sono disposti ad aumentare l'Iva al 40 per cento, fare la patrimoniale, e vendere i gioielli di famiglia, secondo i più rigorosi canoni del marxismo-leninismo! Noto, del resto, che Renzi, Alfano & Co. hanno il massimo terrore di uscire dalle urne massacrati e nullificati. Se il segretario del Pd fosse un vero stratega, dovrebbe farci votare, semplicemente, con la legge residuata dalla Consulta. Qualsiasi maggioritario, in questo momento, sarebbe una follia. Proporzionale puro e astensione darebbero i numeri veri, sull'esistenza, o meno, di attrattive politiche di nuovo conio. Dopo di che, Governo di salute nazionale e, nel caso, chiamiamo pure la Troika, se indispensabile.

Un’ultima notazione. Qualcuno può spiegarmi quale sia il senso renziano di partire dalle.. ferie dei magistrati, per riformare i tempi folli della Giustizia italiana? A me pare che l'ingolfamento dei Tribunali sia, soprattutto, colpa della politica, che vota a getto continuo, da almeno 30 anni a questa parte, norme per la configurazione a reato penale di fattispecie che, soltanto poco tempo dopo, ci si rende conto di dover declassare! Interroghiamoci, piuttosto, sul perché, in Italia, ci sia un numero gigantesco di avvocati e laureati in legge, ben superiore alla media europea! A che cosa servono tutti costoro? Quanto costa alla mancata crescita del Pil italiano l'estrema causidicità e litigiosità (soprattutto, in materia civile) del popolo italiota, spesso e volentieri reso più rissoso, proprio dalla casta dei sacerdoti togati? Non sarebbe più opportuno confrontare le statistiche degli altri Paesi europei, verificando quale sia il vero carico di lavoro dei Tribunali degli altri, che troveremo, di certo, molto alleggerito, grazie a una normazione ragionevole, che è esattamente l'opposto della nostra? Io, francamente, non riesco a convincermi che siano le lobbies dei magistrati a bloccare le speranze di sviluppo di questo Paese. Infatti, ho conosciuto personalmente parecchi di loro che, soprattutto in terra di mafia, lavorano in silenzio, senza clamori, e rischiano moltissimo.

I giudici? Per esempio, nel caso della persecuzione di Berlusconi, da parte dei pm di Milano, i Tribunali hanno pronunciato sentenze di assoluzione! La vera battaglia, per la riforma della Giustizia, versante magistratura, verte - a mio parere - sulla separazione delle due carriere, in modo da spezzare in due il Csm, affinché il potere Esecutivo abbia un controllo costituzionale, giusto e severo, sull'orientamento strumentale dell'azione penale. Si chiede mai, questa sinistra, “Chi, come e perché” abbia favorito, nel tempo, la correntizzazione del Csm! Questo voleva la Costituzione? Ma mi faccia il piacere!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:15