Gli istituti bancari   e altri guai italici

Strano, davvero molto strano, che un ex dirigente bancario, abbandonato il suo posto di lavoro, scriva un libro dove racconta le davvero eclatanti truffe perpetrate a danno dei clienti dagli istituti bancari, in danno di coloro che aprono un conto corrente o che stipulano contratti di mutuo vuoi ipotecario, vuoi chirografario, senza che nessun istituto bancario protesti o, quel che è peggio, senza che la Banca d’Italia, il cui unico compito allo stato è quello di controllare il comportamento dei concessionari delle licenze di svolgere attività finanziaria, assuma i provvedimenti del caso.

La verità è che il controllore è diventato controllato, con la conseguenza che diventa lecito tutto ciò che è illecito. Uno dei tanti conflitti di interesse dei quali è pervasa l’Italia, diventata ormai quasi un Paese del terzo Mondo, se non vi fossero sia pure formalmente le Istituzioni previste dalla Carta Costituzionale. Ma tra i tantissimi conflitti di interesse, quale è quello che bisogna individuare e penalizzare più degli altri, quello presunto che vede quale protagonista Silvio Berlusconi fatto fuori dalla vita politico-istituzionale da una di queste Istituzioni, allo stato la più potente, la Magistratura, che viceversa si guarda bene dal penalizzare il comportamento truffaldino degli istituti bancari e delle tantissime Finanziarie legittimate dall’innovato articolo 106 a compiere operazioni di finanziamento con interessi camuffati da sigle varie, che nella gran parte dei casi superano la soglia di usura. Guai a turbare la casta, che a sua volta ottiene mutui a tassi agevolati solo per l’appartenenza del soggetto alla Magistratura.

Fin quando l’Italia sarà questa non vi è nessuna speranza di ripresa e di crescita ed i tanto auspicati investimenti provenienti dall’estero rimarranno una chimera, con la conseguenza della disastrosa previsione di crescita del Pil che non consentirà all’Italia di rispettare nessuno degli accordi stipulati.

Spesso nessuno si accorge del gravissimo danno che viene arrecato al nostro Paese da questi episodi che comunque colpiscono, per la presenza di alcuni personaggi, l’immaginario collettivo anche straniero. E’ una buona scusa per denigrare l’Italia, che viene vista come un Paese da visitare qualche volta nella vita per ammirare le bellezze artistiche e naturali, ma dal quale star lontani il più possibile per le infiltrazioni malavitose nelle Istituzioni e per il cattivo funzionamento di queste ultime, in primis la giustizia. Si dà il caso che il Tribunale fallimentare rigetti una istanza di fallimento formalizzata dalla Procura della Repubblica, non ricorrendone i presupposti di legge e che subito dopo in sede penale la medesima impresa venga sottoposta a sequestro preventivo, con danni enormi anche per l’occupazione, traendo spunto da una perizia che, ritenuta inattendibile dal Tribunale fallimentare, viene ritenuta attendibile dalla giurisdizione penale.

Questo è lo stato delle cose e di episodi simili, se non più gravi, potrebbero essere raccontati. Ricordo per finire il caso di uno dei più prestigiosi notai della Capitale che, arrestato su denuncia della ex Banca di Roma che lamentava di essere stata danneggiata dai reati commessi dal professionista in associazione con altri, dopo otto anni di sofferenza fisica e morale è stato assolto con la formula de “il fatto non sussiste”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:11