La “Cronologia” della Grande Guerra

Tramonta l’illusione di una guerra breve. È un mese amaro per il Kaiser, che vede sfumare la speranza di sottomettere i francesi per essere libero di lanciare le sue truppe contro la Russia. E invece francesi, inglesi e belgi non vengono travolti, sia pure a prezzo di terribili perdite. Sul fronte orientale, fallisce l’offensiva germanica per la conquista della Polonia. Il capro espiatorio di questi rovesci sarà il capo di stato maggiore von Moltke. Si manifesta la debolezza dell’Austria – Ungheria, che contiene a fatica i serbo-montenegrini e cede di fronte ai russi. Tuttavia l’impero tedesco ha ancora una carta da giocare: fa entrare in campo, dalla propria parte, la Turchia. L’Italia è ufficialmente neutrale, ma il partito pro – Intesa è sempre più forte. Mussolini lo ha capito e non esita a mettersi contro i suoi vecchi compagni del partito socialista.

1° ottobre: il Commonwealth comincia a mobilitare le truppe per l’Europa. La prima divisione di canadesi – 33.000 uomini – parte per l’Inghilterra. I tedeschi sferrano offensive su tutto il fronte occidentale, fra l’Oise e l’Aisne e nelle regioni di Woëvre et Hauts-de-Meuse. Sul fronte orientale i russi respingono le offensive germaniche e continuano a minacciare Budapest e Debreczin. In Belgio Lierre, a sud-est di Anversa, è bombardata, Malines in parte distrutta e Alost completamente evacuata dalla popolazione.

2 ottobre: progressi locali delle truppe alleate a nord della Somme, nelle Argonne e nella regione di Wavre. Concentrazione di forze austro – tedesche agli ordini di Hindenburg per frenare le puntate offensive dei russi in direzione della Slesia. Italia e Austria – Ungheria hanno forti ragioni di contrasto a causa delle mine austriache in Adriatico, che provocano pareecchi incidenti alle barche da pesca e ai mercantili italiani. Il mare diventa sempre più pericoloso per i civili.

3 ottobre: i francesi cominciano a respingere le puntate offensive tedesche nella zona di Arras. Le forze russe e tedesche si fronteggiano nella zona intorno a Cracovia. Anversa resiste. Sulla stampa inglese si attribuisce all’imperatore Guglielmo II un giudizio sferzante sul contingente britannico, che sarebbe stato da lui definito “a contemptible little army”, “una disprezzabile piccola armata”. I soldati inglesi del Corpo di spedizione britannico (BEF) trasformano questa presunta definizione del Kaiser (che probabilmente non l’ha mai scritta né pronuciata) in una sorta di blasone, definendosi gli “Old Contemptibles”, i “vecchi disprezzabili”.

4 ottobre: Due incrociatori tedeschi, lo Scharnhorst e il Gneisenau bombardano Papeete, capitale di Tahiti nel Pacifico.

5 ottobre: violenta battaglia intorno ad Arras. Le forze opposte iniziano a trincerarsi. La situazione di Anversa è stazionaria. Serbi e montenegrini continuano a cercare di prendere Sarajevo. La flotta franco-inglese bombarda le bocche di Cattaro nell'Adriatico.

6 ottobre: i francesi cedono terreno sull’ala sinistra, a nord dell'Oise. I russi cominciano a indietreggiare sul fronte orientale, in Polonia e Galizia.

7 ottobre: il fronte si estende sempre più sull’ala sinistra dello schieramento franco – inglese. La cavalleria tedesca appare in forze intorno a Lille, Tourcoing e Armentières. Prosegue l’assedio di Anversa. I tedeschi, dopo aver espugnato i forti esterni, bombardano la città utilizzando gli obici austriaci da 305 millimetri. Sotto le bombe vengono a trovarsi anche gli uomini del contingente inglese che il loro governo, su personale impulso di Winston Churchill, ha inviato per farli partecipare ad una difesa ormai senza speranza.

9 ottobre: Proseguono gli scontri nella zona di Arras, senza vantaggi tangibili per le parti contrapposte, ma solo con uno spreco costante di vite umane.

10 ottobre: prosegue il bombardamento di Anversa: la città capitola e viene occupata dalle truppe tedesche. Gli inglesi hanno trattenuto gli altri 22.000 uomini che dovevano contribuire alla difesa della città, ma hanno ormai raggiunto i porti della Manica a nord-est di Parigi e verso le Fiandre. Re Alberto si ritira nelle Fiandre e circa 30.000 soldati belgi si fanno internare in Olanda. Cresce l’apporto delle colonie britanniche: il governo del Canada dichiara di poter fornire sino a 500.000 uomini se la guerra si prolungherà. I giapponesi occupano la principale isola delle Caroline – possedimento tedesco nel Pacifico – e sono obbligati a fornire rassicurazioni al governo di Washington, preoccupato dal loro espansionismo. Il quotidiano socialista Avanti! pubblica un articolo, firmato dal direttore del giornale, Benito Mussolini, in cui si chiede ai socialisti di abbandonare la posizione antinterventista e all’Italia di entrare in guerra a fianco della Triplice Intesa.

11 ottobre: scontri di cavalleria intorno a Lille, la Bassée, Armentières, Cassel. Muore il re Carol I di Romania e gli succede il nipote Ferdinando, più favorevole all’entrata in guerra dalla parte dell’Intesa. Nel governo italiano, problemi di successione al ministero della guerra, dove il generale Grandi e il sottosegretario, generale Tassoni, si sono entrambi dimessi.

12 ottobre: due aerei tedeschi bombardano Parigi. Diciassette vittime. I serbo-montenegrini continuano a premere su Sarajevo, infliggendo perdite agli austro-ungarici. Anche i russi progrediscono sui Carpazi. Il generale Zupelli sostituisce il dimissionario Grandi al ministero della Guerra. Negoziati segreti fra Turchia e Germania.

13 ottobre: anche se la città di Anversa è caduta, resistono ancora parecchi forti del campo trincerato. Col loro sacrificio assicurano la ritirata del loro esercito e del contingente inglese che si era asserragliato con loro. Il ministro degli esteri italiano, di San Giuliano, è gravemente malato. Si brevettano le prime maschere antigas. Si arrende Lille, nella Francia settentrionale. In due giorni sulla città sono cadute più di 5.000 granate.

14 ottobre: scontri su tutta la zona nord del fronte occidentale e fra russi e austro-tedeschi sulla Vistola, sul fronte orientale. Serbi e montenegrini assediano Ragusa. Il governo belga arriva a Le Havre e vi si installa provvisoriamente, con l’assistenza dei francesi.

15 ottobre: Sul fronte occidentale gli inglesi hanno preso Ypres, dopo duri combattimenti. I tedeschi occupano il porto di Ostenda. Il sommergibile tedesco U-9 silura l’incrociatore britannico Hawke: annegano oltre 520 marinai. Avanzata tedesca verso la Vistola e inizio della battaglia di Varsavia. Comincia a Sarajevo il processo agli uccisori dell’arciduca erede d’Austria Francesco Ferdinando e della moglie.

16 ottobre: progressi – temporanei – delle truppe francesi sul fronte occidentale. I russi battono gli austriaci a sud di Przemysl. Il colonnello boero Maritz si ribella al governo dell’Unione sud-africana. Incaricato di organizzare la difesa della frontiera Nord-Est contro i tedeschi della colonia vicina, tradisce e passa al nemico.

17 ottobre: Francesi, inglesi e belgi si attestano occupando tutto il territorio tra Ypres e il mare. Fallisce il tentativo di accerchiamento di von Kluck e comincia la battaglia dell'Yser, che durerà sino al 31 ottobre, con i francesi e i belgi impegnati a respingere gli attacchi germanici nelle Fiandre. Vani attacchi tedeschi sulla Mosa, con forti perdite. Le truppe germaniche subiscono anche la pressione dei russi sul fronte orientale. Continua il bombardamento di Przemysl e i Serbo-Montenegrini non rinunciano al tentative di conquistare Sarajevo. Muore il ministro degli esteri italiano di San Giuliano e si profila un rimpasto di governo. Il defunto potrebbe essere sostituito da un collega più disponibile ad una trattativa sotterranea con l’Intesa. Gli incrociatori tedeschi Goeben e Breslau, rifugiatisi a Costantinopoli all’inizio della guerra, sono penetrati nel Mar Nero e la flotta russa ne ha cominciato la ricerca. Aumentano i rifugiati belgi in Inghilterra. Si parala di almeno 200.000 persone. Il ministro degli esteri di Germania Jagow, in una intervista al Giornale d'Italia attribuisce la responsabilità della guerra alla Russia. Violenze antisemite nella Polonia meridionale e in Galizia. Gli ebrei sono accusati di essere dalla parte dei tedeschi, utile pretesto per saccheggiarne le botteghe, le case e le sinagoghe. Sotto l’occupazione russa si verificano anche casi di impiccagione. Gli ebrei sono costretti ad una fuga disperata verso l’interno della Russia.

18 ottobre: come da lui teorizzato sull’Avanti!, Benito Mussolini passa al fronte degli interventisti e sollecita i socialisti a seguirlo, rinnegando il progetto della neutralità “assoluta”. A suo avviso, l’intervento dell’Italia può affrettare la fine della “carneficina orrenda”, risparmiando “centinaia di migliaia di vite proletarie in Francia, Germania, Austria ecc.”. In realtà l’intervento dell’Italia, otto mesi dopo, non ritarderà affatto la fine della guerra, ma aggiungerà sicuramente altre centinaia di migliaia di morti italiani al conto finale delle perdite. In Francia, continuano gli scontri sul fronte occidentale. In Polonia, le forze russe attraversano la Vistola. L’Adriatico è teatro di incursioni franco-inglesi contro gli austriaci, mentre i russi, a loro volta, seminano di mine il Baltico. Cominciano le prime difficoltà di rifornimento interno per Austria e Germania.

19 ottobre: I francesi riguadagnano terreno al nord, mentre i belgi resistono nel pezzetto di territorio nazionale che gli è rimasto, sul corso dell’Yser. I tedeschi non riescono a sfondare neanche nei Vosgi, e sulla stampa dei paesi neutrali, soprattutto in Svizzera, si comincia a commentare con ironia il fatto che i comunicati imperiali non celebrino più i progressi dell’avanzata in Francia.

20 ottobre: Resa dei conti nella Direzione del partito socialista italiano. Dopo la dichiarazione interventista pubblicata sull’Avanti! del giorno prima, Mussolini presenta un ordine del giorno che riceve solo il suo voto, ed è costretto a dimettersi da direttore del quotidiano. Primo affondamento di una nave mercantile da parte di un sottomarino. Al largo della costa norvegese l’U-17 ferma e affonda il piroscafo britannico Glitra.

21 ottobre: inizia la prima battaglia di Ypres, ultima offensiva tedesca per sfondare il fronte occidentale nel nord-ovest del Belgio. Francesi e inglesi difendono la picola città belga e i suoi dintorni, che hanno riconquistato, i tedeschi partono da Menin e Roulers. Nel mezzo, il famigerato saliente di Ypres. Per quattro anni centinaia di migliaia di soldati combatteranno e moriranno per questo pezzo di terra. I tedeschi vogliono prendere il saliente per aprirsi la strada verso il Mare del Nord e la costa della Manica, gli Alleati lo impediscono, con in più laa speranza di poter riprendere il controllo del Belgio. È in questa zona che si sperimenta appieno il nuovo sistema trincerato, disposto su una linea continua con nidi per mitragliatrici, rifugi, camminamenti verso le retrovie e cunicoli che si insinuano sotto terra sin quasi alla linea nemica, per attacchi di sorpresa. Nella prima giornata i tedeschi attaccano su tutta la linea e sono respinti su tutta la linea. Le città esposte al fuoco sono ridotte in macerie. I tedeschi si ritirano da Varsavia, che non sono riusciti a conquistare, dopo aver subito forti perdite: ma lo zar Nicola II è così poco convinto della lealtà dei polacchi che arriva a promettere l’autonomia nazionale, sempre sotto la sovranità russa.

22 ottobre: sul fronte occidentale tedeschi e alleati lanciano offensive e controffensive. I belgi ricorrono ad uno stratagemma disperato, ma efficace: azionando le chiuse dei canali tra il fiume Yser e il mare, inondano le campagne tra Nieuwpoort e Diksmuide. Si forma così una laguna artificiale, lunga oltre 28 chilometri, larga tra 2 chilometri e mezzo e 4, e profonda un metro, quanto basta per fermare i tedeschi per il resto della guerra. Sul fronte orientale, dopo aver perduto la battaglia per Varsavia – con grande scorno del kaiser, che si era portato nelle vicinanze per entrare trionfalmente nella città conquistata – ora i tedeschi vedono minacciate dai russi la Posnania e la Slesia, con la prospettiva di dover distrarre altre truppe dal fronte occidentale.

23 ottobre: il governo belga pubblica un “Libro grigio”, ossia una raccolta di documenti diplomatici, per dimostrare che il Belgio non ha violato la propria neutralità a favore dell’Intesa prima di essere attaccato dalla Germania. In Inghilterra comincia la caccia alle spie e si vieta ai cittadini tedeschi e austriaci di risiedere a meno di 33 chilometri dalla costa inglese. Sul fronte occidentale tedeschi e alleati si scontrano con ferocia, nel secondo giorno della battaglia di Ypres.

24 ottobre: gli attacchi e i contrattacchi proseguono senza sosta. Le linee alleate arretrano in alcuni punti e in altri avanzano. Sul fronte interno, in Francia i tribunali procedono a sequestrare numerose case di cittadini tedeschi e austriaci. Sul fronte orientale, mentre i tedeschi si riorganizzano, gli austriaci tentano di allentare la presa serbo-montenegrina su Sarajevo.

25 ottobre: nel nord della Francia gli alleati si sono ritirati verso Dixmude e la Bassée ma sono avanzati verso Nieuport e Armentières. Lo zar offre all’Italia di renderle i soldati austriaci di lingua italiana catturati sul fronte orientale. Salandra mette la questione allo studio, ma alla fine non se ne farà nulla. Il Landtag prussiano vota un nuovo prestito di guerra.

26 ottobre: i tedeschi riescono a passare l'Yser, tra Nieuport e Dixmude, ma si arrestano davanti a Lille, anche questa ripresa dai francesi. Tre armate – comandate da von Bülow, dal principe del Wurtemberg e dal principe di Baviera – sono schierate tra il mare e la Somme. I russi recuperano il territorio conquistato dai tedeschi, e si avvicinano a Lodz. L’Inghilterra vieta l’importazione sul suo territorio di zucchero proveniente dalla Germania e dall’Austria – Ungheria. Cresce la disoccupazione in Germania.

27 ottobre: i tedeschi non riescono a procedere dopo l’attraversamento dell'Yser, nelle Fiandre. In Germania, il generale von Moltke, capo di stato maggiore generale, distrutto nel morale e nel fisico, cede il comando al generale von Falkenhayn, già ministro della guerra. Von Moltke ha fallito nel compito che si era prefisso, sconfiggere rapidamente la Francia per lanciare l’offensiva contro la Russia, unico modo per evitare la guerra su due fronti. La supercorazzata inglese Audacious (23.400 tonnellate) è affondata presso Tory Island, a nord-ovest dell’Irlanda, da un campo di mine posate dal mercantile armato tedesco Berlin.

28 ottobre: a Penang, in Malesia, l’incroiatore Tedesco Emden affonda un incrociatore russo e un cacciatorpediniere francese, poi si sottrae all’inseguimento. Viene emessa la sentenza contro i partecipanti all’assassinio dell’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando a Sarajevo, che almeno ufficialmente è la causa della guerra. L’attentatore principale, Gavrilo Princip, avendo avuto meno di 20 alla data dell’attentato, riceve una pena proporzionalmente mite: vent’anni di prigione. Morirà in cella, di malattia, prima della fine del conflitto. Guglielmo II assume il comando supremo di tutte le forze austro-tedesche, con grande malumore degli ufficiali austro-ungarici, che temono di veder subordinati i loro interessi a quelli tedeschi.

29 ottobre: nella regione dell'Yser gli alleati riprendono terreno. Tocca agli inglesi assumere il maggior peso della guerra in questo settore: con il contributo di canadesi, indiani e francesi, tengono il saliente di Ypres e affrontano i tedeschi nella zona di Geluveld. Il villaggio passa di mano due volte, alla fine resterà agli inglesi, che riporteranno pesantissime perdite. Alcuni battaglioni si troveranno ad aver subìto perdite fino al 90 perr cento degli effettivi. I russi rientrano a Lodz, seconda città della Polonia e grande centro manifatturiero. Senza dichiarazione di guerra, navi ottomane e tedesche bombardano i principali porti russi sul Mar Nero. L’Impero ottomano entra di fatto in guerra al fianco della Germania.

30 ottobre: crisi di governo in Italia, subito rientrata, a causa delle dimissioni del ministro del Tesoro, Giulio Rubini, che non voleva accettare uno stanziamento straordinario di 600 milioni per la preparazione delle forze armate, se non in cambio di nuove imposte. I tedeschi ammettono che la loro offensiva in Polonia è fallita.

31 ottobre: i tedeschi si ritirano sulla riva occidentale dell'Yser. Hanno riportato forti perdite e non sono riusciti a “bucare” la linea difensiva degli inglesi comandati dal maresciallo French. La flotta ottomana, che accompagna i due incrociatori tedeschi Breslau e Goeben , ufficialmente diventati navi turche, seguita a bombardare i porti russi di Odessa, Théodosia e Novorossisk. L’esercito turco è comandato dal generale tedesco Liman von Sanders e la marina è in mano all’ammiraglio tedesco Souchon. Anche il governo è totalmente controllato dalla Germania. Tra l’1 e il 5 novembre, tutte le potenze dell’Intesa dichiareranno guerra alla Turchia. I giapponesi assediano la colonia tedesca di Tsingtao, che capitolerà il 7 novembre.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:08