Rating: a giudizio Fitch   e la Standard & Poor’s

Le vicende italiane dell’ultimo ventennio rispondono tutte più o meno allo stesso stanco cliché: quando va al governo il centrosinistra, le contestazioni politiche, le inchieste giornalistiche e le indagini giudiziarie assumono un tono bonario e vengono usate con parsimonia, mentre, quando va al governo l’odiata accolita di loschi affaristi del centrodestra, è tutto un crescendo di preoccupazioni, denunce all’opinione pubblica, appelli, petizioni, canzoni di Roberto Vecchioni & musici vari, sparate televisive, gente in letargo che spolvera l’eschimo buono per la piazza e ciarpame vagamente cinematografico di una certa Sabina Guzzanti.

Viceversa, l’allarmismo per la deriva autoritaria con cui vengono salutate le esperienze di Berlusconi al Governo, si trasforma ben presto in sfottò allorquando il centrodestra invoca il golpe ossia manovre segrete guidate ora da Oscar Luigi Scalfaro ora dai poteri forti, ora da potenze straniere, ora da certa parte della magistratura e ora da alti burocrati asserviti alla sinistra che giungono puntuali ad impedire ai moderati di poter governare. Capita anche che l’ilarità si tramuti in silenzio di tomba ai limiti dell’auto censura quando ogni tanto trapela che che le denunce del centrodestra non sono pura teoria della cospirazione ma veri e propri scandali che meriterebbero un supplemento di approfondimento oltre che un maggiore dibattito nel Paese.

Questi sono i casi tipici in cui le anime candide della sinistra placano la loro sete di giustizia, smettono di indignarsi, abbandonano i panni del moralizzatore, passano dalla sete di denuncia all’omertà e si distraggono perché c’è sempre qualcosa di più alto e di più nobile cui prestare attenzione rispetto a certe notizie prive di fondamento . Magicamente non ci sono più pericoli per la democrazia, non ci sono aventini da fare o proteste di piazza in nome della libertà perché la legittimità democratica vale per tutti tranne che per Berlusconi. E’ il caso del rinvio a giudizio disposto dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Trani nei confronti delle Agenzie di Rating perché avrebbero intenzionalmente manipolato le informazioni finanziarie con l’intento di danneggiare e diffamare lo Stato Italiano sul mercato mondiale nella ormai famosa estate del 2011 in cui ci fu una violentissima speculazione sui titoli di Stato che portò lo spread a 570 punti base rispetto al Bund Tedesco.

La tempesta provocò le dimissioni del Governo Berlusconi e la nomina di un Governo tecnico che, a detta di molti, era già pronto a subentrare a quello legittimamente eletto come se il cambio della guardia fosse un fatto scontato già noto agli addetti ai lavori. Già che un giudice abbia ravvisato gli estremi per un rinvio a giudizio delle società in questione, la dice lunga sul fatto che gli elementi probatori non siano proprio campati in aria ma, almeno in questa sede, la verità processuale interessa relativamente.

Interesserebbe più sapere se politicamente sussistano gli estremi per valutare nelle sedi opportune se realmente ci fu un golpe finanziario e se non sia strano che Zapatero (l’ex Premier Spagnolo), Geithner (l’ex Segretario al Tesoro USA), Lorenzo Bini Smaghi, Mario Monti (nella ormai famosa intervista a Friedman) e Giulio Tremonti abbiano rilasciato dichiarazioni che corroborano drammaticamente la tesi del complotto internazionale con sponde domestiche. Piacerebbe sapere chi ordì questo complotto, chi ne fu l’esecutore materiale, quali e quanti fiancheggiatori ci furono in Italia, chi e cosa ci guadagnò da questa vicenda e quale fosse il disegno complessivo della manovra.

Piacerebbe sapere quali potenze straniere furono implicate nel golpe e quali motivi le spinsero ad una simile ingerenza. Piacerebbe sapere perché gli esponenti di quella maggioranza violentemente disarcionata non abbiano denunciato subito all’opinione pubblica ciò che stava accadendo e se nei loro confronti fu esercitata qualche forma di pressione o di ricatto. Ma queste sono domande cui, per carità di Patria, nessuno darà risposta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:18