Islamic State: Roma   non è così lontana

In Sicilia sono proprio passati tutti. Prima i Fenici, poi i Greci i Feaci e i Lotofagi, poi ancora i Romani e ancora dopo Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi e Angioini. Infine i Borboni, Garibaldi e i Savoia.

Questa è storia ma anche le leggende sulla storia dell'Isola si sprecano: vi sbarcò Ulisse e il grande Ercole sfiorò con le sue mani liberatrici, la colonia greca più orgogliosa della Sicilia, la città di Kamarina che riporta la sua effigie nelle monete dell’epoca. Questo però è il fascino del mito. Questo è il fascino di una terra conquistata ma non rassegnata che aspetta l'autodeterminazione sotto l'egida del detto: "Càliti juncu ca passa la china". La Sicilia, terra di passaggio ineludibile, ha finora fatto il suo mestiere, privilegiando l’accoglienza e la condivisione di chi fugge da guerre, fame e disperazione. Ma la soperchieria e il massimalismo oscurantista delle bandiere nere dell'Islamic State, no!

I proclami di conquista di Roma, attraversando il Mare Nostrum e la Sicilia, di al-Baghdadi e dei suoi proconsoli non sono solo una provocazione ma un pericolo reale. Non basta dire, ora, prima che sia troppo tardi. E' già tardi e Roma, insomma, non è più così lontana, e perciò la Sicilia è ancora più vicina di quanto lo specchio di mare testimoni. Non serve tanto la fantasia dei fotomontaggi di propaganda diffusi dai tagliagole che ostentano immagine di una Roma imbandierata di nero o di qualche decapitazione a piazza San Pietro o sulla via Appia. Chissà: riapriranno il Circo Massimo! Al-Baghdadi andrà ad abitare sul Palatino o alla Domus Aurea? Le sbruffonate di costoro non sono affatto tali e ritengo che sia giunto il tempo, insomma, di prenderli sul serio.

La sottovalutazione dei proclami e dei costanti allarmi che provengono da intelligence straniere e le spallucce di chi pensa che si tratti solo di una sbruffonata, non ha capito nulla o in malafede non vuole capire o, ancora più grave, non è in grado per manifesta stupidità politica e strategica di capire. A meno che le spallucce sono intenzionali proprio per arginare che un eventuale Tor Sapienza o Infernetto dilaghi senza possibilità di discernimento. Come dire: “Muoia Sansone e tutti i Filistei”.

In un saggio di qualche anno fa il noto economista Carlo Cipolla scriveva: "Gli stupidi danneggiano l'intera società; gli stupidi al potere fanno più danni degli altri; gli stupidi democratici usano le elezioni per mantenere alta la percentuale di stupidi al potere; gli stupidi sono più pericolosi dei banditi perché le persone ragionevoli possono capire la logica dei banditi; i ragionevoli sono vulnerabili dagli stupidi perché: generalmente vengono sorpresi dall'attacco e non riescono ad organizzare una difesa razionale perché l'attacco non ha alcuna struttura razionale". I deliri verbali, le esecuzioni cruenti, le persecuzioni di massa non sono altro che la somma della realtà in quanto il Califfo di Mosul nei suoi sermoni cita il Profeta Maometto, secondo cui arriverà un giorno in cui Roma, il centro della cristianità occidentale, cadrà in mani islamiche. Una chiamata reale alle armi che incita i musulmani di tutto il mondo, ma soprattutto galvanizza quella frangia violenta dell’Islam wahabita puritana, non pluralista, che il momento di prendere Roma si avvicina e che questo verrà fatto con le armi. Gli indicatori ci sono tutti e la conquista dell’Africa e l’asservimento, o la cancellazione di altre fedi religiose e di una seppure parvenza di libertà sulla soglia di casa nostra è un passo decisivo per puntare su Roma.

E' finito il tempo degli atteggiamenti buonisti e noi non possiamo rinunciare alla nostra civiltà perché una congrega di banditi con la barba lo pretende.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19