Pifferaio fiorentino:   ciance, soltanto ciance

L’Italia è sott’acqua e non solo per i fenomeni atmosferici che ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma perché la democrazia rappresentativa disciplinata dalla Carta Costituzionale ancora in vigore non esiste più. Il capo del Governo attuale non certo eletto dal popolo che in Italia non è più sovrano, ma scelto dal Presidente della Repubblica che da tre anni a questa parte è l’unico in grado di distruggere Governi legittimi e metterne in piedi altri senza la necessaria consultazione elettorale, gira per il mondo promettendo mari e monti senza realizzare nulla di concreto, Ciance soltanto ciance utili per illudere un popolo che vede in lui giovinezza ed entusiasmo, senza curarsi delle conseguenze disastrose della sua azione o meglio della sua inazione.

Nel mentre i cittadini romani e milanesi non sanno più come difendere la propria casa, invasa, in nome dell’accoglienza, dagli immigrati e dai Rom, barricandosi dentro, per impedire che nello spazio di tempo utile per andare a fare la spesa il proprio domicilio non venga violato. Il pifferaio fiorentino, ospite dell’inutile G20, si vanta di aver convinto i vertici mondiali ed europei, sulla necessità di abbandonare il rigore puntando solo sulla crescita. Quando tornerà troverà un Paese in ginocchio, oppresso dalle tasse che stanno impedendo ai cittadini, insieme alle bollette sempre più esose, di vivere dignitosamente incrementando i consumi. Non voglio infierire, ricordando al giovane Renzi che se straripano i fiumi invadendo di fango e detriti Genova e Milano, non è certamente colpa e responsabilità del Padreterno, come qualcuno addirittura sostiene, ma frutto dell’incuria da un lato e del male affare favorito da sempre dalla politica, che così ha sempre potuto lucrare dagli accordi talvolta oscuri ma molte volte palesi, con imprese e costruttori, che hanno elargito somme importanti ai partiti e movimenti politici, ma voglio invitarlo a non pronunciare parole vuote.

E’ da qualche giorno che Renzi pronuncia la parola “crescita”, come se bastasse declamarla per risolvere i gravissimi problemi che affliggono l’Italia. Per favorire la crescita di un Paese sono necessari gli investimenti che da noi nessuno più fa tranne qualche russo, qualche cinese o qualche arabo che non hanno a cuore certamente il progresso ed il benessere degli italiani, ma esclusivamente il loro grandissimo interesse ad appropriarsi delle reali ricchezze del Paese più bello del mondo, senza trascurare gli asset industriali con il conseguente sfruttamento del genio Italiano. Ma un Governo serio prima di tutto dovrebbe affrontare i problemi reali del Paese, quali la disoccupazione, la disastrata amministrazione della giustizia, e primo fra tutti quello riguardante il sistema idrogeologico, da anni abbandonato nonostante le alluvioni ed i terremoti.

Ma Renzi a chi gli chiede il perché dei tanti disastri causati dal mancato intervento pubblico, nonostante vi siano le risorse economiche, risponde che è esclusiva responsabilità della “melma burocratica” che ha impedito la realizzazione delle opere. Ma la melma burocratica alla quale fa riferimento a chi appartiene se non alle Istituzioni pubbliche, prima fra tutte il Governo? Ma quando parla, Renzi, pensa e forse ha ragione, visto il comportamento remissivo del popolo, che tutti noi abbiamo gli anelli al naso senza offendere gli esseri umani che li portano per tradizione ed uso. Ma siamo ormai tutti stanchi delle promesse e delle ciance, ragione per la quale chiediamo a gran voce di votare non potendo più sopportare Governi ed istituzioni pubbliche compresa la dannosissima Banca d’Italia, non più controllore degli istituti bancari ma da questi controllata, che non trovano la loro legittimazione nel consenso popolare.

Si replicherà che se oggi si andasse al voto vincerebbe Renzi ed il Pd, con in contemporanea la scomparsa del centrodestra di berlusconiana memoria e quindi nulla cambierebbe. Con il condizionale non si va da nessuna parte, mentre il presente ci induce a pensare che gli italiani ove dovessero verificare che la loro condizione di vita dall’avvento del pifferaio è di gran lunga peggiorata e che dal prossimo dicembre pagheranno per la casa un tributo raddoppiato rispetto alla vecchia Imu o che a causa dell’immigrazione clandestina perderanno la casa dove vivono, l’entusiasmo passerà, e si tramuterà in rabbia, una rabbia questa volta incontrollabile, nonostante la buona volontà delle forze dell’ordine, anche loro martoriate da una condizione economica insostenibile. Neanche l’ammortizzatore sociale per eccellenza, il calcio, viste le pietose esibizioni della Nazionale, potrà frenare la legittima protesta.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:02