Renzi: da pifferaio a tedoforo olimpico

Davvero una bella faccia tosta! Il “pifferaio fiorentino” nel giorno del massacro fiscale aiutato dal ritardo nella corresponsione della tredicesima ai derelitti italiani, con la solita protervia, annuncia di voler organizzare a Roma le Olimpiadi del 2024. Proprio a Roma devastata dallo scandalo più grave che la Capitale d’Italia abbia mai avuto. Stamane un professore dell’Università di Torino, all’annuncio lo ha definito pazzo ed incosciente, per due ordini di motivi: il primo per lo stato di gravissimo abbandono nel quale si trova la città, vittima di amministrazioni sciagurate e delinquenziali; il secondo, definendo la circostanza come l’unica decisione saggia presa da Mario Monti, durante la sua disastrosa esperienza governativa, perché è dimostrato che chi organizza le Olimpiadi chiude il bilancio in grave perdita, i dieci miliardi previsti potrebbero diventare venti.

Ma che ci volete fare il pifferaio fiorentino è fatto così, va in Parlamento e rimprovera tutti, non solo i parlamentari grillini, rivendicando a se stesso l’amore per i bambini a qualunque etnia appartengono. Certo ci sa fare e l’eloquio assistito dall’arroganza del potere fa il resto. Ma vi è un particolare per gli italiani promettere e non mantenere richiama il raggiro, elemento essenziale del reato di truffa. Come stabilisce la costituzione ancora in vigore, il prefetto è il rappresentante del Governo presso gli enti periferici, e nel caso di Roma noi cittadini che tanto amiamo la città eterna confidiamo nell’autonomia del prefetto di Roma, che nello svolgere le indagini sul Governo capitolino non si faccia abbindolare dalle ciance renziane con le quali si vuol difendere l’indifendibile, riferito alla giunta capitolina che deve essere sciolta il più presto possibile, per dare la parola ai romani che dovranno scegliere un sindaco non compromesso dal malaffare che si annida dovunque.

Mi chiedo come possono essere difesi Ignazio Marino e la sua giunta se le indagini di polizia giudiziaria avallate dal dottor Giuseppe Pignatone dimostrano senza ombra di dubbio che Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, pur prescindendo dalle foto, foraggiavano il Partito Democratico e addirittura le primarie con somme di danaro di notevole entità, e portavano alle urne i rom con l’indicazione precisa: “deve vincere Marino”. Ma dov’era Matteo Renzi quando questi fatti accadevano, non era stato eletto segretario del Pd? Suvvia smettiamola di prenderci in giro a meno che l’apparato renziano non sia stato costruito alla stregua del Consiglio Superiore della Magistratura, organo istituzionale presieduto dal capo dello Stato per garantire l’autogoverno della magistratura. Se così fosse lo dicano apertamente perché il sindaco Marino è immune da qualsivoglia responsabilità e può, da sindaco, presiedere la giunta ed amministrare Roma al pari del presidente Antonio Esposito che, qualche giorno dopo la pronuncia della cassazione da lui presieduta, si affrettò a manifestare le sue convinzioni contro Silvio Berlusconi addirittura a “Il Mattino”, quotidiano di Napoli, e continuerà a presiedere una sezione della cassazione.

Che spettacolo, davvero esaltante per il popolo italiano che può essere sempre ed in qualsiasi modo “gabbato”!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:01