Ora l’Isis è terrorista  a tutti gli effetti

Ci sono stati per mesi annunci e notizie sull’anima terroristica e sugli attentati dell’Isis, altrimenti detto Califfato islamico.

L’etichetta terroristica assegnata al movimento/esercito/setta islamico è derivata dall’insurrezione continua contro la reggenza dello stato irakeno, stabilito dall’occupante Usa, dalle barbarie espletate sui civili, dalla macabra pubblicità data alla violenza estrema esercitata sui prigionieri occidentali o loro alleati, dalla proclamazione dell’intenzione di eliminare fisicamente le comunità non islamiche, di ricorrere al sequestro sistematico e di rubare tutto il petrolio dei territori conquistati.

Quando l’Isis è tracimato anche in Siria, avocando a sé ribelli e mercenari precedentemente impegnati ad abbattere il regime siriano ed ha minacciato di arrivare in Giordania ed in Iran, l’accusa di terrorismo è salita di grado, perché i sunniti del califfato hanno dimostrato di non dare valore ai confini mediorientali determinati dalle potenze coloniali alla fine della prima guerra mondiale. Il timore del terrorismo imminente è cresciuto ancora quando è apparso evidente il successo del reclutamento di ben 3000 combattenti in Europa, dalla Gran Bretagna fino ai Cie, metacarceri per clandestini, dai quali sarebbero partiti in 57 per combattere per il califfato.

Tra le continue notizie sull’imminenza di attentati terroristici dell’Isis in Occidente, a settembre ne sono stati annunciati nelle metro di New York e Parigi. Seguirono arresti di jihadisti belga e timori per attacchi al cuore dell’Europa, anche contro il Vaticano ed il Papa mentre i servizi lasciavano trapelare notizie di attentati sventati a Milano, Bologna e Padova. Per gli occidentali in realtà tutto questo mondo islamico, che sia sunnita o scita, che si affidi all’Iman (Papa-Re) o al Califfo (Re-Papa), al di là dei tempi e dei modi, che sia interpretato dalle antiche organizzazioni palestinesi, da Al Quaeda, dai talebani e dall’ISIS (o ISIA, Stato Islamico dell'Iraq e del Levante oppure Stato Islamico dell'Iraq e della Grande Siria, oppure Stato Islamico, al-Dawla al-Islāmiyya), è un po’ sempre la stessa cosa, ovviamente terroristica.

L’Isis è l’unica organizzazione dichiarata ufficialmente terrorista 9 anni prima della sua costituzione che data al 2013. E’ stata condannata dagli Usa nel 2004, dall’Australia nel 2005, da Canada, Turchia, Arabia Saudita, Uk ed Indonesia nel 2012. Malgrado la retorica della minaccia dell’occupazione di Roma e le velleità di unire tutto il Medioriente, i Balcani ed il Nordafrica, l’Isis è la sommatoria di varie bande in un esercito che vince nel contesto martoriato della guerra civile siriana e del fantasma statuale di quello che era l’Irak di Saddam. Il Califfato, malgrado petrolio, mercenari e sostegno saudita, non reggerebbe all’intervento occidentale o israeliano, ma dopo due guerre del golfo gli Usa hanno scelto il ritiro sostanziale. Va in onda insomma la replica del tracollo dei governi formati sulla punta delle baionette americane, modello Vietnam del Sud cui i droni da solo possono mettere rimedio. Alla fine, prima c’è stato il folle gesto consumato in Canada. Poi effettivamente (non si vorrebbe dire finalmente) il massacro delle 17 vittime parigine, giornalisti, banchieri, poliziotti ed ebrei.

Adesso l’accusa di terrorismo, reiterata da tempo, è veramente reale e concreta. Adesso gli Usa potranno sperare che l’Europa (allargata alla Turchia) prenda sulle spalle l’ingrato compito della repressione militare in Medioriente. Regione che senza una pressante presenza bellica in loco, è naturalmente destinata ad inclinarsi nel suo naturale verso di indipendenza, di contrasto alle istanze occidentali (di cui Israele, si voglia o no, è il caposaldo principale) e di lotta interna tra l’Iran scita e l’Arabia sunnita. Ora un momento di lucidità. Terrorismo doveva essere. E terrorismo adesso è.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:36