Giordano Tredicine, Campidoglio e dintorni

Poco più che ventenne Giordano Tredicine ricopre incarichi importanti all’interno del Pdl, quindi nel partito di Forza Italia. Nel 2006 diviene consigliere all’ex IX Municipio con 1.576 preferenze ed è nominato presidente del “Gruppo consiliare Forza Italia”. Nel 2008 è eletto in Consiglio comunale con 5.284 preferenze, risultando il consigliere più giovane del Gruppo consiliare del Comune di Roma. Alle scorse elezioni è stato rinominato consigliere comunale, risultando il più votato anche tra l’opposizione.

La giovane età è un privilegio sul piano politico?

Credo che in politica, così come nella vita di cui la politica è specchio, ciò che conta veramente siano le idee, non l’età anagrafica. Certo essere giovani aiuta, perché se sei nato negli anni Trenta alcuni concetti potrebbero risultarti meno scontati di quanto lo siano per chi è nato negli anni Ottanta/Novanta, ma questo da solo non basta per essere interpreti capaci del tempo che viviamo. Ci sono politici, ed in genere uomini, non più giovanotti, ma con idee straordinariamente innovative e miei coetanei con idee più vecchie di quelle dei loro bis nonni. Prenda Bersani, ad esempio. Ha 15 anni in meno di Berlusconi, ma sfido chiunque a dire che il pensiero di Bersani sia più giovane di quello di Berlusconi. Con Renzi, invece, il problema non si pone. È Berlusconi con qualche anno in meno e qualche capello in più. Battute a parte, hanno sicuramente molti punti in comune, ma anche enormi differenze. Sono entrambi straordinari comunicatori e ad entrambi piace piacere, ma uno è stato scelto dal popolo, l’altro da poteri ben al di sopra della politica.

Come vede la politica al giorno d’oggi?

Come vuole che la veda dopo tre governi non eletti dal popolo? Male, ovviamente. Molto male. E’ molto inquietante quello che sta accadendo in Italia. In nome di quello che doveva essere un grande traguardo e nello stesso tempo uno straordinario nuovo inizio per il nostro continente siamo stati privati della nostra sovranità nazionale. È avvenuto gradualmente, quasi senza che ce ne accorgessimo e, soprattutto, è questa la cosa più inquietante, senza ribellarci, anzi ritenendolo, buona parte del Paese, addirittura giusto. La crisi della politica, poi, ha aperto il varco all’antipolitica. Grillo è stato molto astuto a sfruttare il momento e a cavalcare la crisi economica trasformando la tradizionale dicotomia destra-sinistra in politica-antipolitica. Credo, però, che questo non possa in alcun modo fare bene all’Italia. In primis perché la politica è buona quando costruisce, quando è "per" e non "contro" gli altri, e poi, parlano i fatti: il movimento 5 stelle è da due anni ormai in Parlamento, ma non mi risulta che abbia finora combinato n granché. E infatti ad ogni appuntamento elettorale perde consensi e i sondaggi lo danno in lento ma costante calo.

Crede che il sindaco Marino stia agendo per il bene dei romani?

Credo stia agendo nel suo bene, senza peraltro riuscirci. E poi a questa domanda hanno già risposto direttamente i cittadini nel famoso sondaggio commissionato ad ottobre alla Swg dal Pd. Otto su dieci, lasciando davvero poco spazio ad interpretazioni, hanno risposto con un netto ed inequivocabile no. Credo non ci sia risposta più esaustiva di questa alla sua domanda e lo stato di profondo degrado, sociale, urbano e culturale, in cui versa Roma è sotto gli occhi di tutti. Il problema di Marino, quello più grave, è, che come hanno fatto alcuni suoi predecessori prima di lui, considera Roma una porta per entrare nella Storia anziché pensare a fare ciò per cui è stato eletto, ovvero, risolverne le criticità e dare risposte ai problemi dei cittadini, partendo da quelli più piccoli che sono però allo stesso tempo quelli più comuni e che maggiormente condizionano la qualità della vita di un comune. E così, se da una parte si pedonalizzano i Fori Imperiali (o meglio li si trasformano nella corsia preferenziale più costosa d’Europa) per strappare un titolo su “Le Monde” e appagare la propria vanagloria, dall’altra non ci sono i soldi per la manutenzione scolastica, per potare gli alberi che ad ogni soffio di vento cadono giù come birilli in testa ai cittadini e per riparare le decine di voragini che persistono da mesi, alcune da oltre un anno, nella città. Senza parlare della vergognosa delibera sulla dismissione di parte del patrimonio immobiliare di Roma Capitale con cui Marino e i suoi hanno danno prodotto il danno erariale più imponente di tutta la storia del comune di Roma e premiato i loro amici per i decenni di privilegi avuti alla faccia della collettività. O di quello che accade ogni volta che vengono giù due gocce di pioggia: i tombini non vengono puliti e Roma puntualmente finisce sott’acqua come Venezia. Potrei continuare per ore, ma credo che questo già basti per rendersi conto che, a parte Nerone, al quale peraltro Marino per certi aspetti caratteriali assomiglia, nella storia millenaria di Roma nessuno ha mai fatto peggio di quello che sta facendo il chirurgo genovese. Nella Storia, quindi, in un modo o nell’altro, Marino entrerà senz’altro.

Secondo lei quali sono i problemi più urgenti da risolvere a Roma?

In primis la sicurezza. Poi mobilità e pulizia. Criticità trasversali, ma che nelle periferie romane, abbandonate dall’amministrazione e diventate vere e proprie terre di nessuno in cui l’unica legge che vige a volte è quella del più forte, coesistono in maniera ancora più grave. Viviamo in una città sporca, in perenne emergenza rifiuti e profondamente insicura dove anche prendere una autobus in pieno giorno, tra molestatori e ladri, costituisce un rischio, come attesta purtroppo la cronaca quotidiana. Sempre che l’autobus passi, ovviamente. Il Pgtu di Roma, infatti, non è in grado di rispondere alla domanda ed è distante anni luce dagli standard delle altre capitali europee ed anche di tante città italiane, come Milano ad esempio. Non lo dicono solo i cittadini e l’opposizione, ma anche il Tar nelle motivazioni della sentenza con cui martedì , accogliendo il ricorso del Codacons, ha bocciato l’aumento delle tariffe per l’accesso alle zone a traffico limitato voluto da Improta e Marino, certificando così, per la terza volta in pochi mesi, dopo l’annullamento della delibera sull’aumento delle tariffe per gli asili nido e di quella sull’aumento delle strisce blu, l’inadeguatezza di questa amministrazione. E a proposito di asili nido, è evidente che un altro problema sia la totale assenza di politiche per le famiglie: quelle che già esistono. Per quelle alternative, possibili ed eventuali, invece, l’impegno profuso è massimo anche a costo di andare contro la legge e di far precipitare la città in un imbarazzante ed inopportuno scontro istituzionale.

L’immigrazione per lei è una risorsa come ritengono alcuni ministri o un problema da risolvere?

Temo che chi lo sostiene faccia uso di allucinogeni. Non trovo altra spiegazione per giustificare una teoria del genere in un Paese con un tasso di disoccupazione che sfiora il 13 per cento, stipendi al minimo sindacale, spesso anche al di sotto, e la pressione fiscale più alta d’Europa. Che l’immigrazione sia una risorsa può sostenerlo solo chi negli ultimi decenni si è eretto irresponsabilmente ed in maniera meramente demagogica difensore di insostenibili politiche di accoglienza forzata che hanno creato enormi squilibri sociali ed occupazionali in Italia e hanno fatto più male che bene ai migranti, come purtroppo attestano le ignobili stragi di Mare Nostrum. La demagogia di sinistra non fa gli interessi di nessuna delle due parti, ma mischia le rispettive pretese, sia quelle sempre legittime di chi ospita che quelle spesso arroganti di chi viene ospitato, in un unico, intollerabile, grande degrado. Tanto a pagare le conseguenze di questo disastroso errore politico, in termini di disoccupazione, decoro, salute e sicurezza non sono i responsabili che dai loro bei palazzi dei centri storici e dei quartieri alti guardano alle periferie come l’astronomo fa con le stelle, ma, come sempre, solo e soltanto i cittadini comuni. Non è xenofobia, come istericamente starnazzano coloro che di questa parola si fanno scudo per nascondere le proprie responsabilità, ma la giusta pretesa che diritti di cittadinanza come diritto al lavoro, sicurezza e decoro non vengano calpestati. Siamo un popolo accogliente che conosce bene e ha vissuto il dolore che c’è dietro il cercare un futuro migliore in una terra straniera, ma non possiamo morire di accoglienza. Non ci sono risorse le risorse. E soprattutto, non può gravare solo sull’Italia quest’ incombenza. Dobbiamo aiutare questi uomini e queste donne a costruire un futuro migliore nei loro paesi e siamo pronti, così come previsto dal diritto internazionale, a fare la nostra parte accogliendo nel nostro paese coloro che scappano dall’orrore della guerra. A patto, però, che facciano la loro parte anche gli altri stati membri della comunità europea. Perché non possiamo essere Europa solo quando c’è da sottostare ai diktat della Cancelliera, Angela Merkel. Poi c’è il problema nomadi, che nomadi non sono visto che sono stanziali da oltre mezzo secolo. Sono decenni che si tenta di integrarli senza successo. E finché questa integrazione non sarà edificata sul rispetto della legge, anziché sulla solita demagogia, non avverrà mai. Marino ha speso 24 milioni di euro nel 2014 per la voce di bilancio "integrazione nomadi". In cambio i romani ricevono ogni giorno dai nomadi (non tutti ovviamente), come ringraziamento, furti, degrado e roghi tossici. In compenso, alle primarie per la candidatura a sindaco che Marino ha vinto, di nomadi in fila a votare (anche 2/3 volte) se ne sono visti parecchi, come denunciato da alcuni esponenti del suo stesso partito. Come se questo non bastasse, nel bilancio, la cui discussione in Aula Giulio Cesare è appena iniziata, sono previsti 310 milioni di euro di tagli sui servizi di cui 135 su quelli sociali. E, in tutto ciò, l’assessore alle politiche sociali Danese ha anche annunciato di voler dare ai nomadi gli alloggi popolari. Ora, io non dico che bisogna escludere dal Piano casa i rom e i sinti che ne abbiano i requisiti, ma non è neanche lontanamente pensabile che il concetto di accoglienza, pilastro imprescindibile di qualsiasi paese civile, venga distorto in questo modo, dando agli ospiti canali preferenziali rispetto ai padroni di casa. A fronte, infatti, di 50mila famiglie romane in lista da attesa da dieci anni per un alloggio, credo non ci debbano essere dubbi da parte di nessuno su chi abbia la precedenza.

È stato presidente per le Commissioni Politiche Sociali e Famiglia, come ha vissuto questo importante incarico e quali sono state le iniziative che l’hanno maggiormente entusiasmata e ci sono nuove iniziative da parte sua sul piano sociale?

È stata in assoluto l’esperienza più bella e importante della mia vita. È stato tutto entusiasmante. Ho imparato davvero tanto. Le politiche sociali sono il cuore di ogni amministrazione, perché tutto ciò che riguarda la vita di una città ha un risvolto sociale. È considerare sempre il risvolto sociale che distingue il politico dal tecnico della politica. Il tecnico si concentra su un punto specifico, il politico, invece, deve avere una visione a 360 gradi in ogni scelta che è chiamato a prendere, se è un buon politico. Le due figure, ovviamente, sono ugualmente importanti e necessitano l’una dell’altra. E poi ci vuole tanta passione. Una passione, che per dirla come Dante, “ancor non m’abbandona”. Stamane, ad esempio, parteciperò ad un convegno in Campidoglio sullo stalking e sulla violenza di genere intitolata “Stalking: la violenza sulle donne e sulle categorie protette” organizzato dall’A.N.I.ME.C. e a cui ho concesso il patrocinio di Roma Capitale. E’ un tema a cui mi sono dedicato molto alla guida della Commissione Politiche Sociali e a cui sento di dovermi dedicare ancora. Da sole, molte donne non ce la fanno a spezzare le catene dell’amore malato che le imprigiona. Queste iniziative ed i progetti che ne derivano aiutano tante donne a trovare il coraggio di farlo.

L’Isis minaccia di arrivare a Roma, cosa ne pensa?

Come tutti, naturalmente, sono preoccupato. Il livello d’allerta è alto, le difese sono state rafforzate e le immagini agghiaccianti di Parigi e di Copenaghen sono impresse nelle menti di tutti. Ma non dobbiamo cedere al terrorismo. Non dobbiamo sottovalutare, ma neanche vivere nella paura. Perché questo è il primo obiettivo dei terroristi. Spero che le democrazie del mondo, comprese quelle del mondo arabo, decidano di unirsi per una risoluzione internazionale.

Mi dica cinque aggettivi che per lei possano rappresentare un buon sindaco di una Capitale come Roma

Onesto e capace. Se ci sono queste due qualità, non serve nient’altro, c’è tutto. Al massimo, proprio per voler arrivare alla perfezione totale, potrei aggiungere romanista.

Come vede la destra nel presente e nel prossimo futuro?

Nel presente vedo gli effetti devastanti del big bang che ha lanciato nello spazio politico i frammenti del nucleo originario. Nel futuro, quando la forza propulsiva impressa dall’esplosione delle divergenze si sarà estinta, mi auguro che leggi della fisica valgano anche per la politica e che l’attrazione gravitazionale esercitata dai valori condivisi ricostituisca il nucleo.

Quali sono le sue aspettative in campo politico e in quale posizione si colloca in un futuro non lontanissimo?

Il futuro è oggi. Ciò che raccoglieremo domani è ciò che seminiamo oggi. E non importa se sarò io o meno a raccoglierne i frutti. Naturalmente, a tutti fa piacere raccogliere i frutti del proprio lavoro, ma ciò per cui sono stato eletto e che conta veramente è seminare bene. Il resto si vedrà.

Grazie per la gentile collaborazione ed in bocca al lupo per la sua carriera politica!

Grazie a lei per l’attenzione che mi ha riservato. Non le rispondo “crepi il lupo” perché già la Lupa Capitolina, grazie all’ultima genialata di Marino, dopo 2768 anni di onorato servizio è stata licenziata dal ciclista Dem sparendo dal logo di Roma. Evitiamo altre dolorose estinzioni.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:26